L’altra faccia della pandemia: i rifiuti Covid-19 inquinano le nostre spiagge

Secondo l’ultima indagine Beach Litter di Legambiente, sono stati censiti in media 783 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia e l’84% di questi è composto da plastica. Ma tra le grandi novità di quest’anno rientrano le mascherine, uno dei dispositivi di protezione sanitaria più trovati sulle nostre spiagge e che impiega ben 450 anni per degradarsi nell’ambiente.
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Video Storie 27 Maggio 2021

Quando torneremo al mare, se lascerai la tua mascherina sulla spiaggia questa impiegherà 4 secoli a decomporsi. Precisamente 450 anni. Secondo l’ultima indagine Beach Litter di Legambiente condotta questo maggio in 13 regioni italiane, sono stati censiti in media 783 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia. Ben oltre il limite stabilito dall’UE, ovvero 20 rifiuti ogni 100 metri lineari per considerare una spiaggia in buono stato ambientale. Il numero impressionante è che l84% di questi rifiuti è composto da plastica. Ma tra le grandi novità di quest’anno rientrano i dispositivi sanitari di protezione come mascherine, guanti monouso e disinfettanti, presenti in più di due spiagge su tre.

Terminata l’emergenza Covid-19 il rischio è di ritrovarsi a fare i conti con un’altra emergenza, quella ambientale, che non può essere trascurata. Facciamo veramente attenzione a come smaltiamo le mascherine usa e getta? Oltre a vederle ormai frequentemente abbandonate per strada, quando ricominceremo a frequentare le spiagge potremmo ritrovarcele sotto ai piedi nella sabbia. Al momento Legambiente ha fatto sapere che, tra i rifiuti trovati sulle nostre coste legati all’emergenza sanitaria, per il 72% si tratta proprio mascherine. I rifiuti censiti da Legambiente sono di ogni tipo e per lo più usa e getta, principalmente prodotti da imballaggio, posate, piatti e bottiglie di plastica. Rifiuti condannati anche da Greenpeace, che vuole la messa al bando della plastica monouso perché è proprio questa la tipologia più presente nei nostri mari. Se continuiamo così, entro il 2050, la plastica supererà in numero i pesci: basta ricordare che una bottiglia di plastica non smaltita correttamente potrebbe impiegare dai 100 ai 1000 anni per degradarsi.

Nella top ten, al terzo posto dopo pezzi di plastica e polistirolo, su 47 spiagge sono stati trovati ben 3220 mozziconi di sigaretta. I fumatori meno scrupolosi impiegano solo un secondo a gettarli per terra ma forse non immaginano il tempo di degradazione di questi oggetti così piccoli. Infatti, un mozzicone di sigaretta impiega ben 2 anni per degradarsi nell’ambiente, mentre l'accendino 100o anni. Quante volte ti sarà capitato di vedere contenitori di tetrapak, lattine, riviste abbandonate con indifferenza insieme a reti e attrezzature da pesca lasciate lì a minacciare gli ecosistemi marini?

Anche quelle cose che possono sembrare innocue hanno un loro ciclo di degradazione che può essere piuttosto lungo. Un fazzoletto abbandonato sulla spiaggia impiegherà circa 3 mesi. Mentre un torsolo di mela ne impiegherà 6 e la buccia di banana addirittura 2 anni. Solo attraverso una corretta gestione dei rifiuti possiamo preservare il nostro ecosistema e soddisfare i nostri bisogni senza compromettere quelli delle generazioni future.

Tutti dovremmo prenderci cura delle nostre spiagge e dei nostri mari. Dovremmo pensarci due volte quando con superficialità saremo tentati di abbandonare un rifiuto sulla sabbia: anche se non abbiamo un cassonetto nelle vicinanze, dovremmo riportarli a casa per poi smaltirli correttamente. Rispettiamo l’ambiente in cui viviamo non solo per noi stessi, ma anche per lasciare un mondo migliore alle generazioni che verranno.