L’alveare robot che si chiude come una scatola per proteggere le api dai pesticidi dell’uomo

Questo alveare robotico si prende cura delle api proprio come farebbe un apicoltore ma è più efficiente, perché è in grado di monitorare le 24 colonie che può ospitare, 24 ore su 24, rilevando in anticipo i problemi.
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Video Storie 23 Novembre 2021

Un alveare robotico potrebbe aiutare le api impollinatrici a non estinguersi. Questa casetta robotica, chiamata Beehome, si prende cura delle api proprio come farebbe un apicoltore ma è più efficiente, perché è in grado di monitorare le 24 colonie che può ospitare, 24 ore su 24, rilevando in anticipo i problemi, come la presenza di un parassita o un pesticida nell’aria, adottando rapidamente delle soluzioni e aggiornando in tempo reale l’apicoltore. "Se l’apicoltore non visita fisicamente un alveare, non sa se le api stanno bene – commenta Saar Safra, CEO di Beewise – Beehome può eliminare molte inefficienze che fino ad ora erano difficili da risolvere".

Beehome è stata concepita da Beewise, un’azienda israeliana che si pone come obiettivo di promuovere l’apicoltura ridisegnando il classico alveare sviluppato nel 1850 da Lorenzo Langstroth, padre dell’apicoltura moderna. Se l’alveare robotico percepisce nell’aria un pesticida, può chiudersi da solo e preservare così tutte le colonie a cui fa da casa. Tramite l’intelligenza artificiale, l’alveare riesce a regolarizzare automaticamente la temperatura interna. Le api, infatti, per sopravvivere hanno bisogno di una temperatura che si aggiri intorno ai 35 °C. È in grado di “eliminare” la Varroa destructor, un parassita che attacca le api occidentali attraverso un meccanismo di riscaldamento che uccide i parassiti ma non le larve delle api, oltre ad avvisare l’apicoltore quando è ora di prelevare il miele prodotto.

Il sistema, che funziona interamente grazie all’energia solare, potrebbe aiutare ad abbassare il tasso di mortalità delle api che oggi devono fare i conti con i cambiamenti climatici, l’inquinamento dell’aria e i pesticidi. "Beehome riduce la mortalità delle api dell'80%, con conseguente aumento della resa di almeno il 50% – aggiunge Safra – eliminando allo stesso tempo circa il 90% del lavoro manuale rispetto agli alveari tradizionali".

L’attività degli impollinatori, come api, farfalle, bombi, vespe, mosche, uccelli e altri animali permette a tantissime piante di riprodursi, diventando così fondamentale per la biodiversità del pianeta ma anche per la nostra esistenza. In Europa, la produzione di circa l’80% delle 264 specie coltivate dipende dagli insetti impollinatori. Nello specifico, se le api sparissero non potremmo più mangiare mele, meloni, pomodori o bere una tazza di caffè  e metà di quello che siamo abituati a comprare al supermercato non esisterebbe più perché le api sono tra le principali responsabili della buona resa dei raccolti. Infatti, questo piccolo insetto apparso sulla terra circa 130 milioni di anni fa garantisce, grazie all’impollinazione, il 35% della produzione globale di cibo.