È stato ideato per aiutare le persone che hanno problemi motori, a camminare senza fatica e potrebbe davvero cambiare la vita non solo a chi ha subito traumi, ma anche agli anziani più fragili. È lo “stivale robot” sviluppato da un team di ricercatori e ingegneri dell’Università di Stanford, in California, che si indossa come una scarpa e lavora sui muscoli del polpaccio dando una spinta in più a ogni passo.
Rispetto ai tradizionali esoscheletri, che lavorano come un supporto meccanico estraneo al corpo questi stivali sono dotati di un’intelligenza artificiale e, una volta montati su una persona, apprendono automaticamente il comportamento dei muscoli, imparando a personalizzare il movimento. Dentro gli stivali infatti sono collocati dei sensori che monitorano gli impulsi della gamba permettendo al dispositivo di “capire” le esigenze del suo ospite dopo appena un’ora di utilizzo ospite. "All’inizio l’effetto è un po’ strano – commenta Ava Lakmazaheri, ricercatrice della Stanford – ma dopo appena 15 minuti tutto sembra naturale. Si ha letteralmente la sensazione di avere una marcia in più".
Lo “stivale robot” potrebbe in futuro rendere di nuovo accessibili le attività basilari della vita quotidiana come salire le scale, alzarsi da una sedia e mantenersi in equilibrio, riducendo il dolore e la stanchezza e aumentando la velocità del movimento. "Il dispositivo permette di camminare più velocemente del 9% consumando il 17% in meno di energia" aggiunge Steve Collins, professore dell'Università di Stanford. Il fatto di adattarsi perfettamente al suo ospite, infatti, garantisce anche un notevole risparmio energetico.
Dopo quasi 20 anni di ricerca, il team di Collins sta lavorando per portare lo stivale robot sul mercato. "Camminando con gli esoscheletri sembra di avere una molla in più nel tuo passo – continua Lakmazaheri – In sostanza ogni volta che il mio piede sta per sollevarsi da terra posso sentire gli esoscheletri darmi una piccola spinta in avanti, rendendo il passo successivo più semplice". "In futuro, idee come questa aiuteranno molte persone a superare le sfide della mobilità – conclude Collins – Credo che nei prossimi 10 anni gli esoscheletri saranno un prodotto diffuso."