Maturità 2024, nella prima prova anche un testo di Giuseppe Galasso per riflettere sulle bombe atomiche e sul rapporto scienza-società

Tra le tracce per la prima prova scritta della maturità 2024, agli oltre 500mila studenti italiani è capitato anche un testo tratto da “Storia d’Europa” di Giuseppe Galasso per provare a riflettere sull’uso delle bombe atomiche.
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Kevin Ben Alì Zinati 19 Giugno 2024

Ci sono anche il nucleare e la bomba atomica nella prima prova scritta della maturità 2024.

Gli oltre 500mila studenti italiani sui banchi oggi, tra le tracce per il tema avranno la possibilità di scegliere anche l’analisi di un testo tratto da “Storia d’Europa” di Giuseppe Galasso per provare a riflettere sull’uso dell’atomica.

Nato a Napoli nel 1929, Giuseppe Galasso è stato un importante storico e intellettuale italiano che ha dedicato la propria vita allo studio della storia del’Italia e dell’Europa, con un particolare interesse ai fatti che riguardano il Mezzogiorno.

Il suo lavoro più noto è, appunto, “Storia d’Europa”, un’opera mastodontica che racconta la storia del continente europeo dalla preistoria fino ai giorni nostri allo scopo di ripercorrere, analizzare e provare a capire alcune pietre angolari dell’Umanità: dalla nascita della religione cristiana all’evoluzione di grandi tradizioni culturali fino, appunto, ai traguardi scientifici e tecnologici.

Inevitabile, quindi, un passaggio anche sul primo, e finora unico, utilizzo di armi di distruzione di massa da parte dell’uomo sulle due città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. Quella dedicata a Galasso è una di quelle tracce che porta gli studenti insomma a riflettere su uno dei momenti più difficili, delicati, complessi e controversi della nostra storia.

Come successo in maniera ovviamente più diretta la scorsa estate con l’uscita al cinema del biopic dedicato a J. Robert Oppenheimer, il “padre” della bomba atomica, il testo di Galasso offre diversi spunti di riflessione per esempio sul ruolo dello scienziato nella nostra società.

La rilettura della storia del progetto Manhattan e lo sgancio dei due ordigni nucleari sul Giappone costringe a riguardare alla figura dello scienziato in maniera tridimensionale, più complessa e profonda, inquadrandolo non solo come un dominatore del sapere scientifico ma anche come un uomo inserito all’interno di una società civile, fatta di regole e principi etici.

L’opera cinematografica di Christopher Nolan ci ha ricordato la “scissione” che caratterizzò la scienza di fronte alla bomba atomica. Una parte dei fisici del mondo contribuì al progetto Manhattan (nonostante potessero non avere del tutto chiaro a cosa avrebbe portato) mentre un’altra consistente fetta si schierò invece contro, dando vita di fatto al movimento dei fisici pacifisti (ricordi il Bulletin of the Atomic Scientists e il Doomsday Clock?).

È giusto dunque chiedersi che ruolo sociale ha lo scienziato nella società in cui viviamo e se deve averlo. E se così fosse, come si dovrebbe porre davanti a decisioni politiche che possono determinare gli equilibri del mondo e il destino della storia? E soprattutto: la scienza può e/o deve essere neutra?

Il testo di Galasso dedicato all’atomica apre una discussione più ampia anche sul nucleare stesso e sul delicatissimo equilibrio in cui si è ritrovata a partire dal 6-9 agosto 1945.

Da un lato c’è la ricerca scientifica che ha portato alla costruzione delle armi di distruzione di massa, che ha dotato l’umanità della concreta (e spaventosa) possibilità di autodistruggersi e che ha permesso all’uomo, per la prima volta nella propria storia, di alterare per davvero il pianeta in cui vive.

Allo stesso tempo, però, lo sforzo fatto in tempo di guerra sull’atomo ha dato una decisiva spinta al nucleare per il tempo di pace, quello impiegato nelle centrali civili come fonte di energia per alimentare città o come alleato alla salute in diversi trattamenti e terapie medico-sanitari. E ha infine accesso la speranza per un’altra fonte di energia, ancora più pulita e meno impattante rispetto ai combustibili fossili, rappresentata dalla fusione nucleare.

Fonte | Ansa