Per l’orologio dell’Apocalisse siamo ancora a 90 secondi dalla fine: in un minuto e mezzo cosa potremmo fare per salvarci?

Secondo l’Orologio dell’Apocalisse siamo ancora a 90 secondi dalla mezzanotte, ovvero dall’autodistruzione che abbiamo innescato noi stessi con le guerre, l’uso scorretto dell’Intelligenza Artificiale e delle tecnologie biologiche più sofisticate e, ovviamente, con l’immobilismo verso il cambiamento climatico. Un minuto e mezzo è tanto o poco? Dipende da come lo si guarda, ma se in gioco c’è la salvezza sono tante le azioni utili che si possono in “soli” 90 secondi.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 24 Gennaio 2024

Quanto durano novanta secondi? E soprattutto, quanti sono: tanti, pochi? Dipende: da come li si usa e per cosa.

Prendiamo i 90 secondi dell’Orologio dell’Apocalisse, quello strumento che da più di settant’anni rappresenta simbolicamente il tempo che ci separa dalla fine del mondo.

Quel megafono, cristallizzato nelle lancette di un orologio analogico, che scandisce la manciata di attimi che mancherebbero all’autodistruzione innescata dall’uomo con le sue guerre, l’uso scorretto dell’Intelligenza Artificiale e delle tecnologie biologiche più sofisticate e, ovviamente, del suo soffio continuo nelle vele del cambiamento climatico.

Per il Board di scienziati e premi Nobel del Bullettin of The Atomic Scientists, oggi il tempo dell’Uomo è ancora fermo alle ventitré, cinquantotto minuti e trenta secondi, esattamente come l’anno scorso. E no, gli scienziati l’hanno chiarito: la decisione di non muovere le lancette non è un segnale di allentamento della situazione. Tutto l’opposto.

I leader e i cittadini di tutto il mondo dovrebbero prendere questi 90 secondi come un duro avvertimento e un ulteriore stimolo ad agire con urgenza, “come se oggi fosse il momento più pericoloso della storia moderna. Perché potrebbe benissimo esserlo” hanno spiegato gli scienziati.

Quindi: 90 secondi sono tanti o sono pochi? Dipende. Perché in un minuto e mezzo spesso non puoi ascoltare interamente la tua canzone preferita e nemmeno finire di vedere tutta la partita della tua squadra di calcio preferita.

Forse non fumi tutta la sigaretta nella tua pausa dal lavoro, sicuramente le aziende che si occupano del ritiro, della gestione e dello smaltimento dei tuoi rifiuti non possono rimediare ai tuoi errori in “soli” 90 secondi.

Di certo, in un minuto e mezzo non puoi riequilibrare la bilancia delle emissioni inquinanti rilasciate in atmosfera con l’auto che hai scelto di prendere al posto di un mezzo pubblico o quelle emesse dai software di IA che in quel brevissimo lasso di tempo hanno creato l’immagine che volevi.

Tralasciando il mondo delle guerre, che in questa sede non ci compete, proviamo a guardare dall'altro lato. Ecco allora che 90 secondi sono “tanti” o comunque sufficienti per fare mote altre cose utili: molte azioni che, se compiute tutti insieme potrebbero sì spostare le lancette del DoomsDay Clock, ma all’indietro.

Ti basta infatti un minuto e mezzo per leggere bene i cookies, i pop-up che sbocciano all’apertura di ogni sito e le policy dei siti che sfruttano l’IA. Ti basta pochissimo quindi per non ignorare informazioni vitali e quindi non autorizzare l’uso illegale dei tuoi dati personali per chissà quale scopo.

Nella tua pausa relax dallo schermo del computer non aspiri tutto il fumo e il tabacco dalla sigaretta ma in 90 secondi puoi certamente trovare il cestino più vicino per buttarci il mozzicone spento, anziché lanciarlo per terra. Che poi, lo sai perché te l’abbiamo raccontato, quel piccolo rifiuto fa un giro lunghissimo per arrivare nei nostri mari, nei nostri fiumi e addirittura sulle nostre tavole.

Un minuto e mezzo a te può bastare per controllare bene la tua immondizia prima di esporla per il suo ritiro: per assicurarti insomma che la tua raccolta differenziata è stata fatta bene e, nel caso, per riordinarla.

Così come potrebbe non essere un tempo incredibile per uscire in anticipo e preferire un mezzo pubblico sostenibile al tuo privato e sicuramente più inquinante.

Sì, se 90 sono i secondi che ci separano dall’autodistruzione sono effettivamente pochi.

Ma per come vogliamo vederla noi, 90 secondi sono anche abbastanza per fare la differenza. O almeno per provarci.

Fonte | Bullettin of The Atomic Scientists