“Non dite mai più che la donna è fatta per la famiglia”: Anna Maria Mozzoni, pioniera del femminismo italiano

75 anni fa, il 2 giugno del 1946, le donne italiane votarono per la prima volta. Ma per raggiungere questo traguardo, in molte dovettero lottare per tutta la loro vita. Tra queste, Anna Maria Mozzoni, la prima italiana a chiedere a gran voce che il diritto di voto venisse esteso anche alle donne.
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Video Storie 1 Giugno 2021

In un Paese in cui se nascevi donna non potevi diventare un’avvocata o una ingegnera, c’era una bambina che sognava in grande e non vedeva differenze tra lei e i suoi fratelli. Anna Maria Mozzoni ha scoperto cosa significasse essere donna da piccolissima, quando a soli 4 anni venne spedita al Collegio delle “fanciulle nobili e povere” di Milano perché i genitori investirono la maggior parte dei soldi per istruire i due fratelli maschi. Ma nemmeno l’educazione rigida che le suore del collegio cercarono di conferirle spense il fuoco del suo animo, che alimentò per tutta la vita una sola certezza: che mai nessuno si sarebbe dovuto imporre sulla sua libertà. Quando uscì dal collegio Anna Maria si mise a studiare da sola, trascorrendo ore e ore nella biblioteca di famiglia dove passava le giornate a leggere. Iniziò lì, in quella stanza dove aveva immaginato un mondo diverso, la sua lotta per cambiare la storia del nostro Paese.

"Voi, signori, fate le leggi" – scriveva Anna Maria Mozzoni nel 1865 – "e noi non siamo consultate […] Molti di voi dicono che le donne nel Codice attuale hanno ottenuto molto, che di più veramente non si poteva […] ma non siamo contente affatto e per non importunarvi con troppe cose in una volta, ne cerchiamo una sola, il voto politico". Mentre, nel 1877, scrisse la prima petizione, discussa in parlamento per chiedere a gran voce che le donne potessero votare. Ma per la politica questo non era importante perché la donna non era una priorità. Nonostante gli ostacoli e i rifiuti continuò a lottare per l’emancipazione femminile. Non si batté solo per il voto, ma anche per garantire alle donne il diritto all’istruzione e fu tra le prime a pretendere la parità salariale per le operaie e le commercianti, la cui retribuzione all’epoca era poco più della metà di quella degli uomini. Grazie al suo esempio nacquero in Italia le prime associazioni femministe e con il suo coraggio ispirò molte donne a portare avanti una battaglia che tuttora viene combattuta. Stimolata dal suo lavoro, Elisa Boschetti scrisse nel 1901 "Noi, soltanto noi dobbiamo essere le fautrici della nostra libertà. […] la donna si convinca che lei sola deve lottare per raggiungere la propria emancipazione. E il mezzo fondamentale è il diritto al voto amministrativo e politico".

Oggi non ricordiamo solo la nascita della Repubblica italiana, ma anche il giorno in cui per la prima volta le donne poterono votare, proprio il 2 giugno di 75 anni fa. Anche se Anna Maria Mozzoni morì 26 anni prima di poter realizzare il suo sogno più grande, è anche grazie al suo instancabile lavoro se è stato possibile raggiungere questo traguardo. Per questo, Anna Maria Mozzoni è considerata la pioniera del femminismo italiano.

“Non dite più che la donna è fatta per la famiglia" – scriveva ancora Mozzoni – "che nella famiglia è il suo regno e il suo impero! Ella esiste nella famiglia, nella città, in faccia ai pesi e ai doveri; di questi all'infuori, ella non esiste in nessun luogo”.