Olio d’oliva nel caffè, una nuova moda: fa bene alla salute?

Non solo il burro nel caffè, come il video di Jovanotti diventato virale poco tempo fa: ora alcune catene di caffetterie propongono di utilizzare anche l’olio d’oliva nella miscela. E non si tratta unicamente dell’espresso, ma anche di cappuccino e di tutte quelle formulazioni che siamo abituati a gustarci con al massimo un po’ di latte. Ma queste aggiunte hanno davvero dei vantaggi per la salute?
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Dott.ssa Silvia Soligon Biologa nutrizionista
11 Settembre 2023 * ultima modifica il 11/09/2023

Non solo latte, bevande vegetali o alcolici: da qualche tempo nelle caffetterie di una nota catena straniera puoi chiedere il caffè corretto con olio d'oliva extravergine. Anzi, in realtà puoi ordinare tutta una serie di bevande a base di caffè, olio d'oliva e altri ingredienti (come il latte d'avena). A detta di chi le ha assaggiate e recensite, queste bevande sanno di olio, hanno il profumo dell'olio e in bocca lasciano la sensazione di aver bevuto (indovina?) dell'olio. Ma, al di là di conferire un aroma particolare, un gusto particolare o altre particolari caratteristiche sensoriali, aggiungere dell'olio d'oliva nel caffè ha qualche altro senso? Scendendo più nello specifico della questione, per caso fa bene alla salute?

Nessun beneficio verificato

Se c'è una cosa apparentemente certa, è che la scelta di aggiungere olio d'oliva non ha nessun beneficio verificato. Nella letteratura scientifica non sembra esserci traccia di ricerche che abbiano preso in considerazione la questione e, a onor del vero, l'ideatore di queste bevande al caffè con olio d'oliva non le ha mai pubblicizzate come dei toccasana per la salute. A quanto racconta, la sua idea è nata durante un viaggio in Sicilia in cui avrebbe scoperto l'abitudine tutta mediterranea di assumere un cucchiaio di olio extravergine d'oliva al giorno (sulla cui veridicità io, mediterranea dal giorno della mia nascita, nutro più di un dubbio). Dato il suo ovvio interesse per il caffè, l'imprenditore in questione avrebbe deciso di unire questo rituale a quello del caffè del mattino e, poco dopo, di provare a mettere direttamente l'olio d'oliva nel caffè.

Al suo palato, l'unione è parsa «un'alchimia deliziosa e inaspettata». Insomma, ci ha visto il business e lo ha sviluppato. E dai manager della catena di caffetterie che propongono il caffè all'olio d'oliva arrivano considerazioni simili; l'idea – così si può leggere che hanno spiegato – era creare «un'esperienza multisensoriale». Insomma, la salute non sembra essere mai tirata in ballo.

Le proprietà nutrizionali del caffè con olio d'oliva

D'altra parte, non sembra strano che qualcuno si possa chiedere se queste bevande possano apportare qualche beneficio, quantomeno in linea teorica. Quello che si può senza dubbio fare è mettere a confronto le proprietà nutrizionali del caffè nero con quelle del caffè con olio d'oliva.

Sostanzialmente, il caffè, se assunto senza zucchero né latte né altre “correzioni” non apporta quantità significative di macronutrienti (proteine, carboidrati, grassi) o fibre. Contiene un po' di minerali (fra i più “abbondanti”: magnesio e potassio) e qualche vitamina (per citarne una, anche in questo caso la più “abbondante”: la vitamina B3). Tutto ciò lo rende una bevanda dall'apporto energetico di per sé trascurabile. Come sappiamo, sono altre le molecole che conferiscono al caffè le sue note proprietà: la caffeina (attiva sul sistema nervoso, sulla secrezione degli acidi gastrici, sulla pressione del sangue e come diuretico) e i polifenoli (composti antiossidanti e antinfiammatori).

Mettere l'olio d'oliva nel caffè aggiunge invece a questa bevanda una dose consistente di grassi, trasformandola in un alimento con un apporto energetico non più trascurabile. Le bevande oggi commercializzate contengono infatti un cucchiaio di olio, cioè circa 10 ml, pari a una porzione di olio per condire come da standard della Società Italiana di Nutrizione Umana. Tieni in considerazione che, a seconda delle tue caratteristiche individuali, le Linee guida per una sana alimentazione del nostro Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) ti possono suggerire di utilizzarne in media da 2 a 4 cucchiai al giorno. Valuta tu se è il caso di giocartene uno, per puro piacere, nel caffè.

Grassi nel caffè: gli altri casi

In realtà non è la prima volta che a qualcuno viene in mente di aggiungere dei grassi nel caffè. Potresti aver già sentito parlare del bulletproof coffee, nel cui caso il grasso aggiunto non è l'olio d'oliva ma un olio contenente MCT (Medium-Chain Triglycerides, trigliceridi a media catena) insieme a burro (spesso ghee, cioè un burro cui è stato tolto pressoché tutto ciò che non è grasso, come proteine e acqua).

Rispetto al caffè con olio d'oliva, il bulletproof coffee ha ambizioni salutistiche chiaramente dichiarate:

  • sfruttare i benefici degli MCT utilizzandoli come fonte energetica al posto dei carboidrati (effetto chetogenico);
  • migliorare le prestazioni cognitive;
  • aumentare la sazietà.

In questo caso ci sono studi scientifici che hanno tentato di verificarne i supposti benefici. L'effetto chetogenico sembra plausibile, ma necessita di ulteriori studi per essere confermato, mentre quello sulle performance cognitive è più in dubbio. Sembra invece confermato che il bulletproof coffee aiuti a saziarsi di più.

Attenzione, però: anche in questo caso si tratta di aggiungere dosi significative di alimenti fortemente energetici a una bevanda il cui apporto energetico è altrimenti trascurabile. Per di più, se aggiungi burro aggiungi grassi saturi, che rispetto a quelli monoinsaturi dell'olio d'oliva presentano, se consumati in eccesso, più rischi per la salute. Per questo i grassi saturi non dovrebbero superare il 10% delle energie che assumi ogni giorno. Anche in questo caso, valuta se valga la pena di giocarseli nel caffè.

Laureata in Scienze Biologiche con un dottorato in Scienze Genetiche e Biomolecolari, ha lavorato nel campo della ricerca fino al 2009 altro…
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