
Da qualche mese ho scoperto che la figlia di un'amica è letteralmente “in fissa” con l'alimentazione: evita accuratamente tutta una serie di cibi che ritiene poco salutari o non adatti al suo organismo, pesa tutto ciò che mangia, vuole preparare da sé i suoi pasti. «Le hanno detto che è sottopeso di 10 chili», mi racconta la mia amica, «ma non è anoressica e nemmeno bulimica», continua, quasi a voler allontanare lo spettro dei disturbi del comportamento alimentare. Ma, in realtà, anche l'attenzione eccessiva nei confronti di ciò che si mangia può ricadere nei Disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione; a dircelo è il DSM-V (il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), che chiama questo comportamento in un modo specifico: ortoressia nervosa.
Un'altra amica mi ha fatto notare quanto siano ormai diffusi «i video su Instagram e TikTok dove nutrizionisti vari vanno al supermercato a dirti, in poche parole, che tutto quello che mangi potrebbe potenzialmente ucciderti», sottolineando il suo timore che «contenuti così veloci e poco approfonditi rischino di seminare la paura di tutto, senza darti la giusta alternativa da seguire» e che «possa favorire l'ortoressia». Ma è vero? I social network possono contribuire all'insorgenza di questo disturbo?
Cerchiamo di rispondere a questa domanda avendo prima di tutto ben presente di cosa stiamo parlando e, quindi, quali sono i sintomi dell'ortoressia nervosa. Che si tratti di un disturbo che coinvolge la sfera emotiva e psicologica ci è già stato chiarito tempo fa dalla dottoressa Sara Covili Faggioli, intervistata per Ohga! da Giulia Dallagiovanna. Non a caso, i suoi campanelli dall'allarme includono diversi comportamenti e stati d'animo:
Ecco perché, per esempio, mi preoccupo quando la mia amica mi rassicura sul fatto che alla figlia piaccia occuparsi della sua alimentazione. «Vuole sempre cucinare lei e sceglie sempre con cura gli ingredienti e i metodi di preparazione», mi racconta, sottolineando con tono della voce e gesti quanto la ragazza sia inflessibile a riguardo – quasi maniacale, mi fa capire.
L'idea che i social network possano promuovere questi comportamenti e queste emozioni non è affatto peregrina. Dopo tutto, sappiamo bene come altri strumenti di comunicazione più datati – dai giornali alla televisione, passando per i cartelloni pubblicitari che tappezzano le città – siano in grado di influenzare comportamenti da cui dipende la percezione del nostro corpo e, quindi, i nostri comportamenti alimentari. L'immagine salutare per eccellenza è, purtroppo, quella della ragazza filiforme e del ragazzo “fisicato” e non tutti siamo consapevoli del fatto che non esiste uno standard valido per tutti, ma che ognuno di noi può stare in salute nella sua forma fisica “naturale” (più che “ideale”).
Ecco, così come le pubblicità di costumi da bagno indossati solo da ragazze filiformi potrebbero portarti a pensare che solo quella forma fisica sia socialmente, emotivamente e medicalmente accettabile, non è da escludere che anche i contenuti social che parlano di quanto sia poco salutare un cibo e quanto faccia bene un altro possano portarti a escludere un cibo dalla tua alimentazione e a riporre un'eccessiva fiducia nei benefici dell'altro. E contenuti social di questo tipo sono ormai all'ordine del giorno.
Spesso si tratta di contenuti molto “veloci”: in meno di 1 minuto sembrano dirti tutto ciò che c'è da sapere sul cibo o sul nutriente di cui parlano. Altrettanto spesso non hanno mezze misure; il messaggio è netto: devi eliminare questo; devi assolutamente mangiare quest'altro. Per di più, quasi sempre fanno perdere di vista il principio fondamentale che dovrebbe stare alla base di ogni filosofia alimentare che voglia dirsi sana: mangiare in modo più vario e bilanciato possibile – perché è attraverso la varietà e il bilanciamento della tua alimentazione che puoi assicurarti, da un lato, di assumere tutte le sostanze di cui hai bisogno e, dall'altro, ridurre al minimo i livelli di sostanze poco utili o potenzialmente dannose.
Proprio perché c'è di mezzo una forte componente psicologica ed emotiva, combattere l'ortoressia nervosa non è semplice. Voglio però lasciarti darti qualche suggerimento per aiutarti a capire quali contenuti social potrebbero farti cadere in comportamenti eccessivi.
Se hai dei dubbi sulla veridicità delle informazioni che recuperi sui social network, verificale consultando le Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana del Crea. E se non sai muoverti nemmeno al loro interno, chiedi aiuto al tuo nutrizionista: saprà darti una mano a districarti nella giungla di suggerimenti non richiesti in cui puoi rimanere intrappolato navigando in Internet.