Puntura di zecca: come riconoscerla e cosa fare se vieni morso da uno di questi parassiti

La puntura di zecca si presenta con una macchia rossa sulla cute che tende ad ampliarsi: la prima cosa che devi fare è individuarla e rimuovere il parassita con una pinzetta, con un movimento rotatorio, per poi rivolgerti al tuo medico di fiducia e controllare eventuali altri sintomi nei successivi 40 giorni.
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Kevin Ben Alì Zinati 27 Aprile 2023
* ultima modifica il 06/06/2023

Le zecche sono dei parassiti che possono essere trasportati un po’ dappertutto e per questo motivo è importante saperle riconoscere e capire come prevenire una loro puntura: sono approssimativamente grandi come una lenticchia, hanno un colore bruno-grigiastro e vivono preferibilmente in campagna, nei boschi e nei prati, ma possono facilmente essere trasportate da animali che frequentano luoghi non proprio puliti, come i topi, i piccioni e i colombi. Evitare il morso di queste piccole creature, inoltre, è fondamentale per non sviluppare la malattia di Lyme, una zoonosi che si può trasmettere proprio dalla zecca all'uomo.

Cosa sono le zecche

Un’immagine che mostra l’aspetto di una zecca.

Al mondo esistono addirittura 900 specie di zecche, ma comunemente se ne distinguono due principali: le zecche dure (Ixodidae) e le zecche molli (Argasidae). Le zecche sono dei parassiti che vengono in contatto con un potenziale ospite; nel momento in cui l’ospite passa loro accanto, vi si trasferiscono per nutrirsi del suo sangue. Quindi si arrampicano o si lasciano cadere su di esso e introducono la testa (rostro) nella pelle, succhiandone il sangue. La premessa non è delle migliori, ma vediamo come si riconosce il morso di una zecca e soprattutto come si può evitarlo.

Come riconoscere il morso di una zecca

Il morso della zecca si riconosce, di solito, proprio perché l'animale è ancora attaccato. Non pensare infatti di notare particolari sintomi: a causa della saliva che ti inietterà sotto pelle, non avvertirai né prurito né dolore. Perciò se sei stato a lungo in un ambiente che poteva essere popolato da zecche, la cosa migliore da fare è controllare tutta la superficie del tuo corpo. Alla ricerca di cosa?

Di un piccolo puntino nero, con una dimensione che può variare da qualche millimetro a un centimetro. A guardarlo bene assomiglierà alla capocchia di un spillo e avrà una forma che ricorderà un po' quella di una goccia. Ecco, lei è la zecca che ti sta mordendo. Una volta estratta, poi, potrebbe comparire un pomfo.

Sintomi

Come avrai capito, la zecca è portatrice di diverse malattie, ognuna delle quali contraddistinta da particolari sintomi che ti elenco qui di seguito:

  • Rash eritematoso, febbre e dolori articolari: in questo caso il rischio è quello della malattia di Lyme
  • Febbre, nausea, vomito e dolori muscolari: il sospetto, qui, è quello di Ehrlichiosi
  • Sintomi influenzali ed encefalite: il rischio è quello di Meningoencefalite da zecche (o TBE)
  • Puntini neri che diventano croste, macchie e papule: si parla di febbre bottonosa

Malattie trasmesse dalle zecche

Dai sintomi puoi riconoscere poi le diverse malattie a cui potrebbe esporti il morso di una zecca. Le principali sono le seguenti.

La malattia di Lyme

Secondo il Gruppo Italiano di Studio sulla Malattia di Lyme ogni anno in Italia si verificano circa 500 nuovi casi di persone colpite da questa malattia. Tuttavia i dati ufficiali sulla diffusione della malattia di Lyme sono piuttosto limitati e non recenti, per cui la pericolosità di questa malattia considerata rara, potrebbe essere addirittura sottostimata.

La malattia di Lyme è causata da un gruppo di batteri (spirochete) appartenenti al complesso Borrelia burgdorferi, che vengono trasmessi all’uomo con il morso di una zecca infetta. La malattia può provocare non solo il tipico eritema migrante di cui abbiamo detto poc'anzi, ma anche la compromissione di alcuni organi, tra cui artriti, problemi neurologici e cardiologici.

Come si riconosce la malattia di Lyme? Nell’80% dei casi porta a un rash eritematoso, ossia una macchia rossa che si estende nel mese successivo alla puntura. Altri sintomi che possono verificarsi sono: dolori muscolari, affaticamento e fastidio generale. Purtroppo generalmente bisogna ricorrere alla somministrazione di antibiotici per curare questa patologia e la terapia è anche piuttosto lunga, ma naturalmente dipende sempre dalle prescrizioni del medico curante.

on intervenire tempestivamente può significare incorrere in conseguenze più gravi come: disturbi neurologici (paralisi del viso, emicrania), effetti sulla pelle o sulle articolazioni (artrite), palpitazioni cardiache.

TBE

Identificata per la prima volta in Italia nel 1994 in provincia di Belluno, la meningoencefalite da zecche (che potresti anche sentir nominare come TBE, acronimo di Thick Borne Encephalitis) è una grave patologia virale a carico del sistema nervoso centrale che, per via dei sintomi che ti ho anticipato prima, viene spesso confusa con l'influenza.

Se trascurata, può rendere necessario il ricovero ospedaliero e nei casi peggiori può avere anche esiti fatali. Nelle zone a rischio, è disponibile un vaccino: il farmaco è arrivato anche in Italia all’inizio del 2006.

Febbre bottonosa

Nota come la più diffusa rickettsiosi in Italia, la febbre bottonosa è una malattia infettiva che viene trasmessa principalmente delle zecche che "abitano" sul pelo dei cani. Viene definita "bottonosa" perché nel punto del morso della zecca può comparire una piccola ulcera nera circondata da un alone rosso.

Come ti dicevo, la zecca che la trasmette si trova principalmente sui cani ma anche su conigli, lepri e animali domestici e selvatici come ovini, caprini e bovini. In Italia, la febbre bottonosa è presente e i casi sono stati registrati soprattutto nell'area del Mediterraneo.

Si manifesta dopo 5-7 giorni dal morso di una zecca infetta, ha un esordio acuto e improvviso e, se trattata adeguatamente con terapie antibiotiche, la febbre bottonosa ha un decorso solitamente benigno. Le complicazioni sono rare e possono coinvolgere il sistema cardiovascolare, renale e nervoso centrale.

Ehrlichiosi

L'Ehrlichiosiè un'infezione batterica a decorso acuto e spesso asintomatico anche se, nella maggiorate dei casi, i sintomi ci sono e insorgono dopo un lasso di tempo compreso tra 7 e 21 giorni dal morso della zecca. Nei bambini, l'Ehrlichiosi si manifesta con esantemi simili a quelli del morbillo.

Si tratta di una malattia ad evoluzione benigna, specialmente nei più giovani, anche senza trattamento. Solo gli adulti e le persone in età avanzata sono i più suscettibili a complicazioni, anche gravi, a carico dei reni, del sistema vascolare ed encefalico.

Prevenzione

Cosa fare in caso di puntura di zecca

Se dovessi individuare una zecca sul tuo corpo, occorre rimuoverla subito: considera che la probabilità di contrarre un’infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull'ospite. Questo perché la zecca ha bisogno di alcune ore per “mettersi comoda” sul proprio ospite; solo a quel punto passa al suo pasto che successivamente rigurgita, inoculando nel sangue dell’ospite eventuali agenti patogeni. Converrai con me che è meglio sbarazzarsene quanto prima.

Come fare? Segui questo piccolo vademecum:

  • devi procurarti una pinzetta a punte sottili, e rimuovere la zecca tirando dolcemente e cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione. Nel momento in cui cerchi di rimuoverla, fai molta attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare proprio quel rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni;
  • disinfetta la pelle prima e dopo la rimozione della zecca con un disinfettante non colorato ed evita di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di rimuoverla (meglio usare un paio di guanti e poi lavarsi le mani).
  • se il rostro della zecca dovesse rimanere all’interno della cute, devi estrarlo con un ago sterile.
  • terminate tutte le operazioni di rimozione, la zecca deve essere bruciata.
  • È altamente raccomandato fare la profilassi antitetanica e segnarsi la data di rimozione della zecca per osservare la comparsa di eventuali sintomi di infezione nei successivi 40 giorni. In caso di febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni o ingrossamento dei linfonodi è meglio farsi vedere dal proprio medico curante.

Nel rimuovere la zecca, pare un po’ assurdo, ma bisogna evitare ogni tipo di sofferenza al “povero” parassita, per evitare che possa rigurgitare il pasto. Ecco perché non devi mai utilizzare, in fase di rimozione della stessa, queste sostanze: alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi.

Come prevenire le punture di zecca

La buona notizia è che alcuni semplici accorgimenti, prima di un'escursione all’aria aperta per esempio, possono evitarti di venire a contatto con le zecche, o perlomeno di mantenere sotto controllo la situazione. In genere è meglio:

  • non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta
  • evitare di toccare l’erba lungo il margine dei sentieri
  • indossare pantaloni lunghi e abiti chiari (per individuare più facilmente eventuali zecche)
  • coprire il più possibile le estremità del corpo, quindi indossare un cappello e calzature alte come degli scarponcini da trekking.

Una volta terminata l’escursione, un rapido controllo degli indumenti e sul corpo per individuare eventuali zecche non fa mai male: ricordati che le zecche prediligono la testa e la zona sul collo (proprio come i pidocchi) e le zone dietro le ginocchia e sui fianchi. In commercio esistono poi specifici repellenti per insetti (DEET, N-dietiltoluamide, icaridina, permetrina) e prodotti piretroidi da spruzzare sugli indumenti a scopo preventivo.

La principale zecca parassita del cane è la Rhipicephalus sanguineus. Questo parassita non si trova solo in campagna o in zone boschive, ma anche  nell'ambiente urbano. Il rischio è che questa zecca, così come altre appartenenti ai generi Ixodes e Dermacentor, possa determinare nei nostri amici a quattro zampe problemi legati all'anemizzazione a seguito di un'alta infestazione o addirittura trasmettere patologie gravi come la malattia di Lyme. A scopo preventivo si consiglia quindi di usare sostanze repellenti e/o acaricide, rivolgendosi al proprio veterinario di fiducia.

(Articolo scritto da Alessandro Bai il 28-6-2021
Modificato il 27 aprile 2023 da Kevin Ben Alì Zinati
)

Fonti| Istituto Superiore di SanitàOsservatorio Malattie Rare

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