L'occhio vuole la sua parte, dice un noto proverbio. Ma qual è il costo per l'ambiente di video, serie tv e videogiochi online? Diciamo che su questo tema i media, italiani e internazionali, tornano con una certa ricorrenza. E ogni volta c'è sempre qualche dato che viene messo in evidenza nei titoli: l'industria dei videogames emette ogni anno una quantità di anidride carbonica (la famigerata CO2) pari a quella del Belgio, guardare 30 minuti di video su Netflix equivale a guidare un'automobile per quasi 6 chilometri e via dicendo.
In realtà, la verità è molto semplice: possiamo solo parlare di stime, e quindi fornire dei numeri precisi risulta abbastanza arduo. Per quale motivo? Se segui questa rubrica, ormai dovresti averlo capito. Quanto volte avrai sentito dire che l'inquinamento digitale è invisibile, vero? Del resto, i computer non hanno tubi di scappamento, non emanano fumi di scarico. L'impronta di carbonio di Internet è legata soprattutto alla produzione di energia, che viene poi impiegata per raffreddare i server che elaborano costantemente un'immensa mole di dati, in entrata e in uscita. Il problema è che spesso questi server si trovano in Paesi dove i combustibili fossili fanno la parte del leone all'interno del mix energetico.
Ma torniamo all'argomento centrale di questo articolo. Qualche mese fa, l'Agenzia internazionale dell'energia (Iea) ha pubblicato un accurato lavoro di fact-checking e provato a fare il punto sull'impatto ambientale dello streaming. Innanzitutto, bisogna considerare una serie di parametri, tra cui la tipologia di dispositivo elettronico utilizzato per la visione (smartphone, tablet, pc, televisore a Led) e dalla qualità di riproduzione (SD, HD, full HD, 4K). Un’ora di streaming video su Netflix consuma mediamente 0,8 kWh di energia elettrica, un valore decisamente inferiore ai 6,1 kWh stimati in un dossier del think tank francese The Shift Project, che poco più di due anni fa aveva pubblicato un’analisi sull’impatto ambientale dei video online. Va detto che l'efficienza energetica dei data center sta via via migliorando negli ultimi anni.
Anche noi comunque possiamo fare la nostra parte, adottando qualche semplice accorgimento quando siamo connessi a Internet. Per esempio, se utilizzi YouTube per ascoltare musica e il video in questione è irrilevante (spesso è l'immagine statica della copertina di un album), allora puoi anche pensare di abbassare la risoluzione. O ancora puoi disattivare l'autoplay, ovvero la riproduzione automatica dei video, sulle varie piattaforme social e presente anche su diverse pagine web.