Usiamo lo spazio di archiviazione con giudizio: il cloud è una nuvola… di CO2

Hai mai pensato a quante app inutilizzate sono installate sul tuo smartphone. a quanti file sono ormai sepolti nel tuo archivio digitale, a quante fotografie che ritraggono uno stesso soggetto rimangono salvate in memoria? Facendo pulizia ogni tanto, liberi spazio sui tuoi dispositivi e contribuisci a ridurre i consumi energetici dei data center.
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Rubrica a cura di Federico Turrisi
25 Giugno 2021

Una volta per custodire le foto delle vacanze c'erano gli album. Salvo qualche irriducibile, oggi tendenzialmente le salviamo in formato digitale: creiamo cartelle ad hoc sul computer, ci serviamo di unità esterne, come chiavette USB, schede SD, hard disk eccetera. Per non perdere le nostre copie – metti che da un giorno all'altro il tuo smartphone o il tuo tablet si rompano – spesso si utilizzano servizi di cloud storage. Con questa espressione inglese s'intende una sorta di spazio di archiviazione personale, a cui possiamo accedere in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo attraverso una semplice connessione a Internet.

Sulla comodità di questo servizio c'è poco da discutere. Il punto è un altro: ogni volta che archiviamo un file e trasferiamo dati, e quindi megabyte su megabyte, l'ambiente ci presenta il conto sotto forma di emissioni di gas serra. Questo perché, come sappiamo, i data center elaborano continuamente i flussi di informazioni in entrata e in uscita e per fare questo hanno bisogno di un grande quantitativo di energia.

Insomma, digitalizzare e dematerializzare ci fa sentire leggeri come una nuvola (cloud in inglese significa proprio questo), ma in realtà non dobbiamo dimenticarci che alle spalle di questa tecnologia invisibile si nasconde un'infrastruttura fisica particolarmente energivora. Il nostro obiettivo è cercare allora di ridurre, per così dire, il carico di lavoro di quegli enormi server che non smettono mai di processare dati. Ecco per te un paio di accorgimenti da seguire.

Chi di noi non hai mai scattato una serie di fotografie, tutte simili a se stesse, per esempio quando facciamo dei tentativi di selfie? Una potrebbe essere più sfuocata, in un'altra si vede una parte del dito sopra l'obiettivo, in un'altra ancora qualcuno dei soggetti ritratti potrebbe avere chiuso gli occhi. Alla fine, l'immagine che vale la pena salvare sul nostro dispositivo mobile e vogliamo condividere sui social è solo una, no? Bene, eliminiamo tutte le altre ed evitiamo di appesantire inutilmente la memoria. Allo stesso modo, liberiamoci delle app che non utilizziamo più. Oltre a occupare spazio, forse non hai mai fatto caso che, ogni volta che ti connetti a una rete wi-fi, si aggiornano periodicamente. Tutti download che potremmo risparmiarci.

Questo articolo fa parte della rubrica
Laureato in lettere e giornalista professionista, sono nato e cresciuto a Milano. Fin da bambino ad accompagnarmi c’è (quasi) sempre stato un altro…