Quasi metà della Foresta Amazzonica è a rischio: entro il 2050 il punto di non ritorno

Un studio scientifico ha rivelato che quasi metà della Foresta Amazzonica è minacciata dal cambiamento climatico e dallo sfruttamento del suolo. La perdita di questa foresta pluviale avrebbe conseguenze devastanti per il pianeta, tra cui l’aumento delle emissioni di CO2, la perdita di biodiversità e la dispersione delle popolazioni indigene.
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Roberto Russo 15 Febbraio 2024

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature lancia un grido d'allarme: quasi la metà della Foresta Amazzonica è gravemente minacciata dal cambiamento climatico e dallo sfruttamento del suolo. Se si dovesse superare il punto di non ritorno, potremmo assistere a un collasso su larga scala di tutto il sistema climatico, con conseguenze devastanti per il pianeta.

Lo studio, condotto da un team internazionale di scienziati tra cui i ricercatori del Potsdam Institute for Climate Impact Research, individua le “soglie” climatiche e di utilizzo del territorio che non andrebbero oltrepassate per mantenere l'Amazzonia resiliente.

Le principali minacce per l'Amazzonia sono:

  • aumento delle temperature: il riscaldamento globale sta rendendo l'Amazzonia più vulnerabile a siccità e incendi;
  • siccità: la diminuzione delle precipitazioni sta riducendo la capacità della foresta di rigenerarsi;
  • deforestazione: il taglio degli alberi per l'agricoltura, l'allevamento e l'estrazione di legname sta privando l'Amazzonia della sua biodiversità e del suo ruolo di regolatore del clima;
  • incendi: gli incendi boschivi, sempre più frequenti e intensi, stanno devastando vaste aree di foresta.

Lo studio stima che entro il 2050, tra il 10 e il 47% della Foresta Amazzonica sarà minacciato da crescenti anomalie, rischiando di superare un punto di non ritorno.

Oltre a delineare le minacce, lo studio suggerisce anche dei limiti sicuri da rispettare per ciascuno dei cinque fattori critici, vale a dire riscaldamento globale (non più di 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali), precipitazioni annue (non meno di 1000 millimetri all'anno), stagionalità delle precipitazioni (non più di 6 mesi di stagione secca), deforestazione (non più del 20% della foresta amazzonica può essere deforestata).

E se la Foresta Amazzonica sparisse?

La perdita della Foresta Amazzonica avrebbe conseguenze drammatiche a livello globale. Assisteremo, per esempio, a un aumento delle emissioni di CO2: l'Amazzonia, infatti, immagazzina carbonio equivalente a 15-20 anni delle attuali emissioni di CO2 umane.

La deforestazione causerebbe il rilascio di questo carbonio nell'atmosfera, aggravando il riscaldamento globale. Sarebbe un grande problema anche per la biodiversità, visto che l'Amazzonia ospita il 10% della biodiversità conosciuta del pianeta, e per la dispersione delle popolazioni indigene che la abitano.

Per mantenere la foresta amazzonica entro confini sicuri, è necessario un impegno globale. Il futuro dell'Amazzonia è nelle nostre mani. Se non agiamo ora, potremmo perdere per sempre uno dei più importanti ecosistemi del pianeta. La salvaguardia dell'Amazzonia è una responsabilità di tutti.

Fonte | The planetary commons: A new paradigm for safeguarding Earth-regulating systems in the Anthropocene – Nature