Reintrodotta in natura dopo il rischio di estinzione: la starna italica torna a popolare le campagne italiane

Rischiava l’estinzione, ma con un’accurata selezione genetica e l’allevamento in un Centro faunistico specializzato, i primi esemplari di starna sono stati reinseriti in natura. L’obiettivo è stabilizzarne la popolazione che, entro il 2024, dovrebbe raggiungere i 27mila esemplari.
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Gaia Cortese 11 Agosto 2021

Da decenni considerata estinta in natura, la starna italica è finalmente tornata a popolare le campagne del nostro Paese. Come specie protetta, la starna italica (Perdix perdix italica), è stata infatti reintrodotta nella Valle del Mezzano, un’area protetta in provincia di Ferrara.

I primi 750 esemplari sono stati rilasciati in tre diversi recinti di ambientamento ma, entro la fine dell’estate, ne saranno rilasciati altri per raggiungere il numero di 4.500 starne totali. Naturalmente, la reintroduzione in natura non si esaurirà con questa maxi operazione, ma proseguirà negli anni a venire fino al 2024, per raggiungere un totale di 27mila esemplari e poter stabilizzare la popolazione di questi volatili.

I primi rilasci delle starne sono stati possibili perché il Centro faunistico di Bieri, in provincia di Lucca, si è occupato di allevare alcuni esemplari dopo un'accurata selezione genetica. Anche adesso, ad ogni modo, le starne saranno monitorate regolarmente attraverso l’impiego di diversi metodi (radiotelemetria, osservazioni dirette, conteggi con i richiami e con l'aiuto di unità cinofile specializzate, avvistamento casuali da parte di turisti e abitanti del luogo) per accertare che il loro insediamento si stabilizzi e per contrastare le eventuali cause di mortalità.

Il reinserimento in natura è stato possibile grazie al progetto Life Perdix, cofinanziato dalla Comunità europea, che mira a tutelare la biodiversità italiana, e a diversi altri partner tra cui Ispra, i carabinieri forestali, la Federazione italiana della caccia, la Fedération Nationale des Chasseurs, Legambiente, il Parco Delta del Po e l'Ente nazionale per la cinofilia italiana che cofinanzia il progetto.