Saype, l’artista della terra che promuove la pace e la sostenibilità con opere biodegradabili

Utilizzando una vernice biodegradabile, mette la sostenibilità e il rapporto tra l’uomo e la natura al centro della sua arte per trasformare prati, deserti e spiagge in tele giganti.
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Video Storie 23 Marzo 2023

Realizza opere giganti sull'erba per mandare messaggi di pace e per sensibilizzare sulle problematiche ambientali. Per farlo utilizza una vernice biodegradabile al 100% fatta di gesso, carbone e proteine del latte che non danneggia la natura. La vernice, infatti, si scioglie in fretta con la pioggia, il vento e con la naturale ricrescita dell’erba.

Si chiama Guillaume Legros ed è un artista francese noto come Saype, nome che deriva dall’unione delle due parole inglesi “Say” e “Peace” e che racchiude in un solo termine il senso delle sue opere: “raccontare la pace".

Come tanti altri artisti contemporanei, Saype si avvicina al mondo dell’arte grazie ai graffiti diventando un writer quando era un adolescente, disegnando sui muri e sulle facciate dei palazzi del suo paese. Per i primi anni i graffiti sono solo una passione che porta avanti nel tempo libero. Infatti, dopo la scuola, studia per diventare infermiere e per 6 anni lavora in ospedale ma ogni giorno, quando torna a casa, continua a perfezionare il suo stile e affinare la sua tecnica con la speranza che, prima o poi, il suo hobby possa diventare un lavoro.

Nel 2016 la sua carriera da artista decolla grazie a un affresco monumentale: il pastore sdraiato, un’opera di 10 mila metri quadrati realizzato sul fianco di una montagna a Leysin, in Svizzera. Nello stesso anno lascia il lavoro da infermiere per dedicarsi completamente alla realizzazione di queste opere d'arte. Decide di mettere la sostenibilità e il rapporto tra l’uomo e la natura al centro del suo progetto e di trasformare prati, pascoli di montagna e deserti nelle sue tele, allontanandosi così dall’arte urbana e avvicinandosi alla “land art”, l’arte della terra. "Mi sono avvicinato alla natura perché mi affascina si da quando ero piccolo – racconta – Vivevo in campagna così ho pensato di dipingere sull’erba, esercitandomi nel giardino di casa. Ho inventato un tipo di vernice biodegradabile per l’erba che mi permette di avere un impatto sulle persone e sulla società senza danneggiare la natura".

Per realizzare le sue opere, divide la superficie in riquadri e, ultimando un pezzetto alla volta, riesce a dare vita magicamente ai suoi disegni, traendo spunto da uno schizzo che tiene in mano e spruzzando la vernice con un compressore attaccato a un cavo molto lungo, così da potersi muovere liberamente. I suoi soggetti, visibili interamente solo dall’alto, sono principalmente bambini, anziani e mani che si stringono tra di loro a simboleggiare una gigantesca catena umana che dialoga con la terra e che unisce le popolazioni, oltrepassando confini e orizzonti. Per questo nel 2019 è stato inserito da Forbes nell'elenco dei 30 under30 più influenti del mondo, candidandosi con le sue opere effimere, la cui distruzione è prevista dall’autore stesso, a diventare il principale “artista della terra”.