Sigarette elettroniche usa e getta, la Francia è pronta a vietarle con un piano nazionale di lotta al fumo

La Francia è pronta a vietare le sigarette elettroniche usa e getta. Il primo ministro francese Elisabeth Borne ha annunciato il nuovo piano di lotta al fumo che riserverà un’attenzione particolare proprio ai cosiddetti «puff», responsabili di fornire ai giovani “cattive abitudini”.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 5 Settembre 2023
* ultima modifica il 05/09/2023

Basta sigarette elettroniche usa e getta. Anche la Francia è pronta a mettere il veto alla vendita di questi prodotti, considerati responsabili di cattive abitudini ai giovani”. 

Sono le parole con cui il primo ministro francese Elisabeth Borne, in una recente intervista con RTL, ha annunciato il nuovo piano di lotta al fumo che, appunto, riserverà un’attenzione particolare proprio ai cosiddetti «puff».

“Si potrebbe dire che non è nicotina, ma è un riflesso e un gesto a cui i giovani si abituano. È così che arrivano a fumare” ha continuato Borne, spiegando che in Francia il tabacco è responsabile di oltre 75mila morti all’anno, “un importante problema di salute pubblica”. 

La nuova operazione del governo di Parigi non  prevederà tuttavia un ulteriore aumento delle tasse sulle sigarette per il 2024, dopoché quest’anno il costo di un pacchetto di sigarette è stato portato addirittura a 10 euro. “Ciò non significa che non siamo molto vigili sul consumo di tabacco”.  

Quello delle sigarette elettroniche usa e getta è un successo diffuso ed eterogeneo, che deve parte della sua fortuna alla forte pubblicizzazione che ne viene fatta sui social, alla facile accessibilità (si vendono praticamente ovunque) e al mix di packaging accattivanti e vivaci e gusti zuccherati o fruttati, e prezzi decisamente bassi (tra gli 8 e i 12 euro per 500 tiri).

Il target principale di questi prodotti, come puoi intuire, sono i giovani e i giovanissimi.

La strada su cui sta viaggiando la Francia è la stessa già intrapresa da diversi altri Paesi. In Europa ci ha già pensato la Germania a vietare le sigarette elettroniche usa e getta, sin Belgio ne è stata vietata la vendita online.

Altri stop sono arrivati poi in Australia e in Nuova Zelanda. Recentemente ti abbiamo raccontato invece del Venezuela, dove il ministero della Salute ne ha vietato la produzione, la promozione e pure la sponsorizzazione.

E in Italia? Ci stiamo lavorando. Da poco tempo infatti l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano ha pubblicato i risultati di uno studio prospettivo italiano e primo in Europa mettendo, di fatto, un primo punto fermo nel dibattito riguardo la sicurezza di questi prodotti.

Un punto tuttavia non troppo favorevoli alle e-cig dal momento che i ricercatori sono giunti alla conclusione che le sigarette elettroniche non aiuterebbero a smettere di fumare anzi: insieme ai prodotti a tabacco riscaldato porterebbero le persone, specialmente i giovani, a prendere in mano una sigaretta tradizionale e spingerebbero a riprenderla chi invece l’aveva abbandonata.

In attesa di decisioni definitive, comunque, in Italia esistono già alcuni luoghi in cui le sigarette elettroniche sono vietate: le scuole statali o paritaria, di qualsiasi grado, le scuole di comunità di recupero, gli istituti di correzione minorili e i centri per l’impiego e di formazione professionale.

Nei locali pubblici ad oggi non c’è un vero e proprio divieto, così come all’interno egli uffici ma è il responsabile dell’esercizio o il datore di lavoro che può decidere se all’interno dei loro edifici è consentito o meno l’utilizzo di sigarette elettroniche.

Fonte | Reuters

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.