Stop all’inquinamento da mascherine: Livorno lancia la campagna “È tua” contro l’abbandono per strada

La fotoreporter Laura Lezza era uscita nei primi mesi di lockdown per alcuni servizi fotografici. Ma poi si è accorta delle mascherine abbandonate a terra e ha deciso di fotografarle col suo cellulare. Da quel piccolo gesto è nata una campagna di indignazione che adesso sarà affissa sui manifesti di Livorno. Si chiama “È tua” perché, in un modo o nell’altro, quella mascherina abbandonata a terra farà male all’ambiente, e di conseguenza anche a te.
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Francesco Li Volti 13 Novembre 2020

È tua. È tua e solamente tua la mascherina a terra. Sì, perché anche se non sei stato tu a buttarla lì, in un modo o nell'altro t'appartiene, andando a danneggiare ulteriormente l'ambiente in cui vivi. Solo un atto di civiltà, ovvero quello di raccoglierla e gettarla prima dentro un sacchetto chiuso, per evitare contatti da parte degli operatori ecologici, e poi nel cassonetto dell'indifferenziata, potrebbe evitare l'ennesimo danno alla natura.

Infatti si stima che entro la fine del 2020 in Italia saranno state accumulate 100.000 tonnellate di rifiuti da mascherine facciali, monouso e non. Dispositivi essenziali per la lotta al Coronavirus ma estremamente dannosi per l'ambiente se non smaltiti correttamente e abbandonati lungo la nostra strada.

Per questa ragione il Comune di Livorno ha avviato una campagna pubblicitaria "shock" che si chiama proprio "È tua", sui canali social e sui manifesti stradali, in cui le vere protagoniste saranno le mascherine facciali abbandonate per strada, sulla spiaggia o in mare: insomma dappertutto, tranne che dentro i cestini.

Le fotografie sono state scattate a Livorno tra aprile e ottobre dalla fotoreporter Laura Lezza. In realtà la fotografa era uscita per strada per scattare altre tipo di immagini, ma poi col cellulare ha iniziato a immortalare le mascherine abbandonate nelle piazze di Livorno. Le fotografava perché era una novità, poi è diventata una denuncia, un racconto, qualcosa di drammatico per il nostro pianeta e che sta accadendo proprio oggi. L'indignazione è stata tanta che ha continuato a farlo anche in altre città, come Roma, Napoli, Firenze e Pisa, ma anche nei boschi, nei fiumi o nei laghi.

La fotografa livornese ha voluto lanciare anche l'hashtag #latuamascherina, per sensibilizzare chiunque, dai più giovani ai più anziani, a fotografare tutte le mascherine che si trovano a terra. Con questo progetto si racconterà l'emergenza sanitaria da un altro punto di vista finora inesplorato.