Cos’è il tartaro e cosa fare per prevenirlo

Il tartaro è il nemico numero uno dei denti. È una delle prime cause di carie, parodontite e disturbi gengivali, e non è possibile rimuoverlo con un semplice spazzolino da denti. Vediamo esattamente come si crea e i consigli per evitare la sua formazione.
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Dott. Fabio Cozzolino Specialista in Implantologia e Parodontologia
3 Marzo 2022 * ultima modifica il 14/11/2023

Il tartaro è un disturbo tipico dei denti. Ed è sicuramente una delle cause fondamentali di carie, parodontite, disturbi gengivali. Per prevenire questo deposito di minerali intorno al dente è necessario seguire un’igiene orale costante e puntuale, anche se per togliere questi accumuli di placca è necessario l’uso di strumenti tipici della pulizia dei denti professionali.

Quindi, ignorare questo problema – soprattutto se il tartaro si insinua nelle tasche parodontali e nelle gengive – è sicuramente una pessima idea per la salute orale. Possiamo anche dire che il tartaro rappresenta un problema estetico, dato che si manifesta come un alone intorno ai denti che può essere di colore bianco ma anche giallastro, marrone o nero.

Cos’è e come si forma

Il tartaro è il risultato del processo di mineralizzazione della placca, una patina invisibile composta da batteri naturalmente presenti nella bocca e i residui di cibo.

Se questa placca batterica non viene eliminata dalla giusta igiene orale quotidiana, grazie anche alla saliva, abbiamo i processi di calcificazione che portano alla trasformazione della placca in tartaro. Questo, a differenza della placca non può essere eliminato con lo spazzolino ma solo con la pulizia professionale del dentista.

Quanti tipi di tartaro esistono?

Spesso il tartaro è bianco, in altri casi giallo o marrone. Si pigmenta di scuro nel tempo. Addirittura a volte si presenta come una patina nera. Tutto questo è esteticamente brutto da vedere oltre a essere un problema per la salute dei denti. Ma la colorazione del tartaro dipende dal sanguinamento gengivale e da cosa si mangia e beve.

Questo aspetto è influenzato anche dal fumo di sigarette e sigari. Il punto veramente importante riguarda piuttosto come e dove si sviluppa. Si può depositare il tartaro sopra il solco gengivale, tra il dente e la gengiva, oppure sotto questo limite. Quindi si può parlare di:

  • Tartaro sopragengivale
  • Tartaro sottogengivale

Il primo tipo si deposita nell’area visibile del dente con le colorazioni variabili che abbiamo già indicato. Il secondo, invece, non è visibile all’occhio se non per l’effetto che porta alle gengive le quali si arrossano, diventano tumefatte e sanguinanti e formano le tasche parodontali che portano alla parodontite, cioè alla perdita dei tessuti di sostegno del dente come l'osso.

Effetti sui denti

Oltre a essere brutto da vedere, il tartaro causa carie ma anche malattie gengivali come la parodontite. Nel caso in cui il tartaro si insinui sotto le gengive possiamo notare sintomi come arrossamento, sanguinamenti, ma registriamo anche assenza di dolore.

L'infiammazione delle gengive legata al tartaro porta a un ritiro del solco gengivale e la nascita delle tasche parodontali – il parodonto è l’area di sostegno del dente – fino a causare la mobilità degli elementi masticatori. Nei casi più gravi, la parodontite (nota anche come piorrea) provoca la perdita dei denti in seguito alla perdita dell’osso che li sostiene.

Prevenzione

La soluzione migliore per evitare che il tartaro si formi intorno ai denti creando le tasche parodontali, dove può diventare causa di problemi complessi da affrontare come la parodontite, è l’igiene orale quotidiana da effettuare con spazzolino e dentifricio.

Bisogna sempre lavare i denti dopo i pasti, usare il collutorio e, soprattutto, il filo interdentale e lo scovolino. Questo perché devi pulire i punti in cui è più facile l’accumulo dei residui di cibo. L’igiene dentale e una dieta povera di zuccheri, ma anche l’assenza di sigarette, aiutano a prevenire la formazione del tartaro.

Bisogna lavare i denti in modo da pulire realmente lo smalto. Quindi consigliamo di continuare lo spazzolamento per almeno 2 minuti utilizzando un movimento verticale dalla gengiva verso il dente.

Meglio se si sfruttano le potenzialità di uno spazzolino sonico che pulisce meglio. Inoltre, in alcuni casi si consiglia l’uso dello scovolino per il tartaro. Ovvero uno strumento che si infila tra i denti molto larghi o che comunque offrono ampio spazio per l'accumulo del cibo.

Uno dei presidi più importanti nella pulizia delle tasche quotidiana è l'uso dell’idropulsore che va usato alla fine della pulizia.

Come rimuovere il tartaro dai denti

Ci sono molte presunte indicazioni rispetto ai metodi fai da te per sciogliere il tartaro e rimuoverlo dai denti. In realtà l'unico metodo veramente efficace è la pulizia dei denti professionale, nota anche come detartrasi. Quest’attività consiste in una pulizia approfondita a opera di un ablatore sonico che elimina i residui di tartaro in modo accurato.

Spesso la pulizia dei denti può dare un leggero fastidio e causare sanguinamento proprio perché l’ablazione del tartaro deve avvenire in modo completo e approfondito.

La pulizia dei denti effettuata dall’igienista dentale o dal parodontologo viene effettuata ogni 6 mesi, ma molto dipende anche dalle abitudini del paziente, dalla composizione della saliva e dal pH, ma anche dall’età e da eventuali parodontiti già sviluppate. In questo caso il dentista può incentivare anche un’igiene dentale più frequente. Per eliminare il tartaro in profondità, quando si forma anche sotto la gengiva, si procede con un curettage che oggi si avvale di strumenti sonici, ultrasonici e apparecchi come l'airflow per eliminare in modo accurato e preciso ogni particella di tartaro.

Questo trattamento di pulizia per rimuovere placca e tartaro dalle tasche parodontali, serve a raggiungere zone che non vengono raggiunte dalla normale pulizia dei denti e si può eseguire in anestesia locale.

Odontoiatra parodontologo e implantologo, iscritto all’ordine il 23/06/1997 con N° TO 1968. Fondatore di Zerodonto, blog di odontoiatria con cui ha altro…
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