Quello degli esami per moltissimi studenti corrisponde a un periodo di grande ansia. È una sorta di regola non scritta di ogni studente, di qualsiasi ordine e grado: succede praticamente a tutti, insomma, di provare un forte senso di ansia nel momento in cui ci si siede di fronte al professore, così come nei giorni precedenti, quelli fatti di studio "matto e disperatissimo".
L'ansia da esame si manifesta attraverso diversi sintomi psicofisici. Si può percepire del semplice nervosismo o accusare anche veri e propri attacchi di panico, passando poi per insonnia, difficoltà di concentrazione e dolori allo stomaco o alla testa. Uno dei sintomi più diffusi è comunque la tachicardia: si tratta di un ritmo alterato del cuore in cui supera i 100 battiti al minuto per un tempo abbastanza prolungato.
Spesso questi sintomi insorgono nel periodo che precede l'esame, ma si può provare questo fortissimo senso di agitazione anche dopo, magari mentre si aspetta l'esito nel caso di una prova scritta, oppure anche subito dopo, quando nei corridoi ci si confronta con colleghi e compagni: una chiacchierata alla ricerca di conferme e rassicurazioni che molto spesso finisce per fare l'effetto opposto.
Restando sulla tachicardia, è molto importante consultare un cardiologo per una valutazione completa, al fine di escludere la presenza di patologie e pianificare un trattamento appropriato. Riconoscerne i sintomi, comunque, è il primo passo per affrontare al meglio l'ansia e l'esperienza dell'esame.
La tachicardia è un sintomo da non sottovalutare, e richiedere una valutazione completa effettuata da un professionista, in quanto potrebbe essere causata da condizioni che potrebbero rivelarsi anche pericolose. Tuttavia, l’aumento dei battiti cardiaci potrebbe rivelarsi anche una risposta del nostro organismo a stimoli ambientali, a condizioni metaboliche o a stress emotivo o psicologico. Condizioni di ansia e stress elevati, quindi, possono essere associati a tachicardia.
Solitamente i sintomi associati a condizioni di elevato stress si possono elencare in:
L’analisi dell’anamnesi e dei sintomi, e l’utilizzo di test diagnostici come l’ECG, possono aiutare a capire la natura della tachicardia. Sebbene la tachicardia, anche se dovuta da ansia, possa essere allarmante, la maggior parte non è pericolosa e solitamente scompare una volta che la situazione che causa ansia è terminata. Se invece si avvertono, insieme all’aumento dei battiti cardiaci, dolore toracico, difficoltà a respirare, vertigini o confusione, allora è opportuno recarsi immediatamente dal medico.
L’ansia attiva il sistema nervoso autonomo del corpo, che regola diverse funzioni del nostro organismo, tra cui respirazione, digestione e frequenza cardiaca. Quando ci si trova in una situazione di stress e ansia, quindi, il sistema nervoso autonomo innesca la risposta dell’organismo, causando un aumento del battito cardiaco. Se causate da situazioni temporanee, possono durare qualche minuto, scomparendo improvvisamente; se invece sono dovute a situazioni di ansia cronica e che si protrae nel tempo, la tachicardia potrebbe rimanere a lungo.
Una volta escluse altre condizioni, la gestione della tachicardia da ansia potrebbe includere:
L’autogestione della tachicardia causata da ansia può includere diverse tecniche, come ad esempio:
Fonte | Humanitas