Un supercomputer mostra come viaggia il virus nell’aria quando non indossiamo le mascherine

Tutte le volte che parliamo emettiamo una nuvola composta da goccioline respiratorie. Quelle più grandi sono definite droplets, le più piccole, invece, sono gli aerosol ed entrambi possono trasportare batteri, funghi e anche virus. Quando non indossiamo le mascherine queste minuscole particelle, potenzialmente infette, fluttuano nell’aria raggiungendo chi ci sta accanto.
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Video Storie 17 Gennaio 2022

Ecco che cosa non vedi quando ti siedi a un tavolo con altre persone:

Questi puntini sono le goccioline che diffondiamo quando parliamo, tossiamo o starnutiamo e che possono trasportare batteri, funghi e anche virus. Quando respiriamo emettiamo una nuvola composta da goccioline respiratorie. Quelle più grandi, che produciamo starnutendo o tossendo, sono definite droplets, le più piccole, invece, sono i cosiddetti aerosol e il loro diametro è ≤ a 5 micrometri, più sottili cioè di un filo di ragnatela.

In questa simulazione, realizzata in Giappone dal RIKEN Center for Computational Science, dalla Toyohashi University of Technology e Kobe University, si vedono i droplets emessi da chi parla che ricoprono l’interlocutore seduto accanto, un po’ di meno chi è seduto di fronte e molto di meno chi è seduto in diagonale. Questo terzo scenario riduce del 75% il contatto con i droplets rispetto a chi si trova faccia a faccia. Le simulazioni sono state create con Fugaku, il supercomputer più potente del mondo e spiegano perché assumere una disposizione a scacchiera limita il contatto tra le persone.

I droplets più grandi, quelli che solitamente riusciamo a vedere, sono più pesanti e tendono a cadere a terra ma l’aerosol può diffondersi in un luogo chiuso fino a una distanza di circa 10 metri e rimanere nell’aria ad altezza uomo per più tempo in assenza di un ricambio sufficiente. Come mostra il modello 3D sui flussi d’aria pubblicato nel 2021 dalla Aalto University, in Finlandia, aprire una finestra aiuta non solo a purificare l’aria dalla CO2 ma anche a disperdere gli aerosol.

Il Regno Unito, che è tra i paesi più colpiti dall’ultima ondata della variante da Covid-19, attraverso l’esperimento portato avanti dalla Cambridge University ha voluto sensibilizzare la popolazione su questa cosa molto importante: aprire le finestre anche solo per 10 minuti ogni ora può ridurre drasticamente il rischio di un’infezione.

Al di là dei vaccini assumere il comportamento giusto può fare la differenza. Ecco quello che emettiamo quando tossiamo o starnutiamo senza coprire naso e bocca.

Le immagini vengono da due studi diversi: quello dell’università UNSW di Sydney e dell’Istituto tedesco Max Planck. Entrambi realizzati durante la pandemia, hanno approfondito quanto è importante indossare la mascherina. Senza mascherina una persona negativa, a contatto con una persona positiva ed entrambe non vaccinate, impiegherebbe 5 minuti a infettarsi. Ma indossando la mascherina, la quantità di particelle emesse quasi si azzera, e, come si vede dal video, più aggiungiamo strati per coprirci più la protezione è efficace. Per questo, come conclude lo studio dell'Istituto Max Planck, indossando una mascherina FFP2 il rischio di contrarre il virus si riduce fino allo 0,1%.

Solo conoscendo queste cose possiamo fare più attenzione a quei dettagli spesso sottovalutati e contribuire nel proprio piccolo a migliorare i nostri comportamenti per salvaguardare la salute di tutti.