Una carota stampata in 3D: l’ultima frontiera della tecnologia alimentare arriva dal Qatar

Prima è arrivata la carne, poi è stata la volta del pesce. Ora una carota diventa la nuova protagonista dei cibi stampati in 3D. Ma a cosa potrebbe aiutarci una scoperta del genere?
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Francesco Castagna 6 Ottobre 2023

Chi l'ha detto che a creare nuovi cibi con una stampante in 3D debbano essere solo le aziende? Che succede amico? Direbbe Bugs Bunny in questi casi. Già, perché stiamo proprio parlando di una carota.

L'ultima invenzione del cibo stampato in 3D è proprio questo ortaggio, riprodotto all'incirca con la stessa tecnica che abbiamo osservato per la la carne e per il pesce. L'idea arriva direttamente dal Qatar, dove due studenti hanno costruito una stampante 3D capace di riprodurre verdure in grandi quantità.

Ma se è possibile comprendere a primo impatto il senso di attuare questo processo con carne e pesce, qual è il motivo di fare una scelta del genere con le verdure, che si possono tranquillamente coltivare con diverse tecniche? La risposta è più semplice di quel che si crede: la speranza è di trovare una soluzione molto rapida per rispondere a tutte le situazioni di insicurezza alimentare nel mondo, soprattuto in luoghi come il Qatar, dove l'agricoltura è spesso messa a serio rischio dalle alte temperature.

Se un progetto del genere dovesse funzionare infatti, servirebbero sempre meno silos per stoccare gli alimenti. Ma soprattutto, il cibo non sarà più ostaggio di interessi geopolitici come prima. Ne sono un esempio, purtroppo, i corridoi del grano, che da tempo sono oggetto di contesa tra Russia, Turchia e i Paesi confinanti dell'Occidente (Ucraina, Polonia, Romania, etc.).

I due studenti della Carnegie Mellon University, Mohammad Annan e Lujain Al Mansoori si sono serviti della luce UV e delle cellule vegetali coltivate artificialmente. Inoltre hanno modificato le stampanti 3D in modo da adattarle alla materia biologica e un prototipo di carota stampata.

"Potremmo stampare cibo all'ingrosso, riducendo notevolmente il tempo e il denaro necessari per coltivare frutta e verdura. Le nostre possibilità sono illimitate", ha detto Al Mansoori, fiduciosa delle possibilità di poter contribuire a un problema vasto e ormai strutturale come l'insicurezza alimentare. "Mentre ogni strato viene stampato, la luce UV solidifica l'inchiostro commestibile e alla fine si ottiene un vegetale", ha spiegato poi Annan.

Dopo aver spiegato di essersi concentrati sulle carote, perché sono il tipo di ortaggio più studiato, i due studenti hanno spiegato che questa invenzione potrebbe risolvere diversi problemi, oltre quello della sicurezza alimentare: i vegetali stampati in 3D infatti potrebbero abbattere i costi della riconversione dei campi, ma anche rendere le carote più economiche. Quest'ultima tesi è fortemente sostenuta da Al Mansoori, che ha affermato: "Attualmente, 3 kg di carote costano 15 riyal (4,12 dollari). Possiamo vendere 3 kg [di carote stampate in 3D] a 10 riyal (2,75 dollari), solo per le carote. Quando punteremo su frutta e verdura specifiche per il clima, il prezzo sarà ancora più basso".

I problemi legati all'alimentazione di tutte le persone nel mondo rimangono ancora, pur essendo stati inseriti tra gli obiettivi dell'Agenda 2030. Secondo l'ultimo rapporto realizzato dal Food Security Information Network (FSIN) "circa 258 milioni di persone in 58 paesi e territori hanno affrontato un’insicurezza alimentare acuta a livelli di crisi o peggiori nel 2022, rispetto a 193 milioni di persone in 53 paesi e territori nel 2021″. Questo, avvertono i ricercatori, è il numero più alto nei sette anni di storia del rapporto.