Una squadra di robot intelligenti intercetta e raccoglie i rifiuti dai fondali marini

Questi robot individuano e raccolgono i rifiuti nei fondali marini grazie a un’intelligenza artificiale innovativa che permette alle macchine di funzionare senza piloti a bordo.
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Video Storie 12 Luglio 2022

Una squadra di robot intelligenti scova i rifiuti dei fondali marini grazie a un’intelligenza artificiale innovativa che permette alle macchine di funzionare senza piloti a bordo e di essere perfettamente sincronizzate nella ricerca, nella selezione e nella raccolta dei rifiuti. Secondo il team di ricerca, negli oceani ci sono milioni di tonnellate di rifiuti, di cui circa il 94% nei fondali. Questi vengono raccolti di rado, perlopiù dai subacquei: una soluzione costosa e spesso pericolosa. Per questo motivo hanno inventato SeaClear, il 1° sistema automatizzato che ripulisce i fondali marini.

Il processo di raccolta comincia con la SeaCat, detta anche “nave madre”, una nave senza equipaggio che è il cervello delle operazioni: da questa partono, e vi fanno ritorno, gli altri robot coinvolti nella raccolta. La SeaCat scansiona l’area di interesse realizzando una prima mappa 3D del fondale marino mentre un drone di ultima generazione contribuisce a individuare i rifiuti dall’alto, quando il mare è pulito, prima di passare il compito di raccolta ai suoi “colleghi-robot” sottomarini. A questo punto un “robot subacqueo di osservazione”, la cosiddetta Mini Tortuga, con l’ausilio di una telecamera e di un sonar, restringe il campo d’azione sul punto dove sono stati individuati i rifiuti e fornisce le coordinate a un secondo robot sottomarino che si occupa del recupero. Con l’intelligenza artificiale di cui è dotata, la Mini Tortuga riesce a distinguere i rifiuti da fauna e flora marina evitando di arrecare danno ai pesci, alle piante, alle alghe etc. e salvaguardandoli dalla raccolta accidentale. lI secondo robot subacqueo, la Tortuga, che ha il compito di ripulire il fondale segue la mappa tracciata dai suoi “colleghi” e raccoglie i rifiuti grazie a una pinza dotata di un aspiratore e di una griglia con cui permette ai pesci di liberarsi se finiscono intrappolati accidentalmente. I rifiuti vengono successivamente depositati dalla Tortuga in un “cestino subacqueo”, depositato dalla SeaCat sul fondale per impedire alla spazzatura di tornare in acqua.

Il progetto SeaClear è stato ideato da un team di ricercatori europei con il sostegno di Horizon 2020, lo strumento di finanziamento per la ricerca scientifica e l’innovazione della Commissione europea. È stato avviato nel 2020 e ad oggi sono stati effettuati i primi test a Dubrovnik, in Croatia, e nel porto di Amburgo, in Germania, con l’obiettivo di metterlo a disposizione in futuro delle autorità locali per migliorare le attività di pulizia.