È sempre bello mangiare fuori, un'occasione che ci regaliamo ogni tanto come premio del nostro impegno a lavoro o nello studio, ma quando prenoti quante volte ti chiedi se lo stai facendo in un luogo sostenibile? Che tu lo faccia spesso o raramente, sappi che esistono dei metodi che, senza troppi impegni, ti permettono di mangiare e allo stesso tempo rispettare l'ambiente.
Quello che mangiamo, o ancor prima, che scegliamo di mettere nel nostro piatto è fondamentale per il contrasto al cambiamento climatico. Ti abbiamo parlato più volte di quanto un consumo eccessivo di carne sia deleterio non solo per la tua salute, ma anche per l'ambiente. Dal momento che non è detto che tu riesca a recarti sempre in un ristorante certificato con un'etichetta che ne approvi la sostenibilità, puoi comunque basarti sulle informazioni che trovi online, basandoti su: alimenti, rifiuti, pulizia, energia e stoccaggio.
Inoltre, un altro criterio per mangiare rispettando l'ambiente è sicuramente il kilometro 0, ovvero tutti quegli alimenti che puoi reperire direttamente nella zona in cui vengono prodotti. In questo modo si azzera la filiera produttiva, poiché non c'è bisogno di un passaggio intermedio tra produttore e consumatore. A chilometro zero quindi troverai alimenti come frutta, verdura, legumi, latte, uova, vino, carne/pesce, cereali.
Spesso non ci pensiamo, ma in realtà per mangiare bene e allo stesso tempo rispettare l'ambiente basterebbe partire dal seguire le indicazioni degli esperti in materia: i nutrizionisti. Quello che non sai infatti è che più o meno, invertendo la piramide alimentare otterrai quella ambientale, ovvero quanto la tua dieta impatta sull'ambiente. Per farti un esempio: gli elementi che dovresti mangiare di meno, come la carne o il formaggio, sono allo stesso tempo quelli che inquinano di più per via della loro filiera. Il principio da seguire quindi è: più un prodotto inquina nella fase di produzione, più sarà dannoso per la salute umana.
Non è raro che i proprietari di queste attività promuovano il loro lavoro online, spesso sponsorizzandone una sostenibilità dubbia. Sta a noi capire se ciò che affermano sia vero o meno, per questo motivo, ecco come puoi difenderti dal greenwashing tramite alcune considerazioni. Come si realizza la sostenibilità?
Una volta appurate queste prerogative, relative al luogo in cui vorrai prenotare per mangiare in compagnia o da solo mentre sei in vacanza, puoi sempre controllare se il ristorante ha una certificazione sulla sostenibilità. Alcune sono volontarie, altre vengono assegnate da enti e associazioni che controllano nel complesso l'effettivo operato dell'attività.
Oltre all'ecoscore, che alcuni ritengono una certificazione incompleta a causa della sua scarsa considerazione delle conseguenze dell'uso di fitofarmaci e, soprattutto, non considera il metodo di allevamento, esiste il Planet score: un'etichetta "più completa", perché prenderebbe in considerazione separatamente tre aspetti specifici (pesticidi, biodiversità e clima) e il benessere animale.
Secondo uno studio pubblicato su Plos Climate, "le etichette di carbonio e le opzioni predefinite rispettose del clima nei menu dei ristoranti contribuiscono a ridurre le emissioni di gas serra associate alla ristorazione".
C'è poi Euro-leaf, l'etichetta ideata dall'Unione europea, che fornisce un'identità visiva coerente ai prodotti biologici comunitari, e quella dell'ICEA, che garantisce gli “Standard per la certificazione dei prodotti realizzati con materiali riciclati”. A livello locale un esempio virtuoso è quello dell'Emilia Romagna, che aveva anticipato addirittura l'UE con la Carta volontaria del ristorante sostenibile.