Sale il numero di decessi causati dal virus "West Nile" in Italia. La settima vittima della cosiddetta "febbre del Nilo" è un uomo di Saregno, un comune della Brianza, in Lombardia.
La notizia della sua morte è stata diffusa il 31 agosto dall'Ats Brianza, che ha indicato il virus "West Nile" come concausa del decesso, aggiungendo poi che "il contagio, con tutta probabilità, è avvenuto attraverso una puntura di zanzara", ha spiegato Comune di Saregno nella nota ufficiale diffusa su Facebook.
L'amministrazione cittadina ha inoltre previsto "in via precauzionale" una disinfestazione straordinaria in alcune strade del Paese.
Salgono così a sette i decessi per West Nile registrati in Italia. Quattro sono avvenuti in Lombardia, due in Piemonte e uno in Emilia-Romagna. L'ultimo bollettino dell'Istituto superiore di Sanità, aggiornato al 23 agosto, riferiva di sette decessi. Sono 43 le province e nove le Regioni, dove è stata "dimostrata" la circolazione del virus.
Nonostante l'aumento del numero di morti causati dal virus, molto spesso trasmesso dalle zanzare, è importante tenere a mente i dati di cui disponiamo e non fare allarmismo.
L'Istituto superiore di Sanità segnala come la maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona.
Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari.
Le categorie che devono fare più attenzione sono invece gli anziani le persone debilitate, nelle quali la sintomatologia può essere più grave.
In ogni caso, i sintomi gravi si presentano in media in meno dell'1% delle persone infette (1 persona su 150) e comprendono:
Sono in un caso su mille il virus può causare un'encefalite letale.
Non esistendo al momento vaccini contro la febbre West Nile, il principale metodo di prevenzione consiste nel ridurre l'esposizione alle punture di zanzare e nel limitare la loro riproduzione (che avviene nell'acqua stagnate).
A questo scopo l'Istituto superiore di Sanità consiglia di:
Fonte | Iss