450 km a nuoto contro l’inquinamento del fast fashion in Ghana: il coraggio dell’attivista Yvette Tetteh

40 giorni di nuoto, un sacrificio per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze dell’inquinamento del fast fashion. Yvette Tetteh ha compiuto un’impresa che pensava impossibile.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Evelyn Novello 8 Giugno 2023

L'attivismo si nutre anche di sport. Yvette Yaa Konadu Tetteh ha scelto il nuoto come protesta e, per farlo ha percorso 450 km in 40 giorni. Il motivo? Denunciare l'inquinamento idrico che sta subendo il suo Paese, il Ghana, causato dall'industria tessile mondiale. Nonostante Tetteh sia una nuotatrice da quando aveva 4 anni, l'allenamento necessario per compiere questa impresa l'ha impegnata per 7 mesi, ma alla fine ce l'ha fatta e, con la sua determinazione, ha lanciato un importante segnale di allarme a tutto il mondo.

La missione di Yvette Tetteh

5 ore al giorno per 40 giorni, questo il tempo necessario per attraversare a nuoto 450 km del fiume Volta, che scorre lungo l'Africa Occidentale. Tetteh è una giovane imprenditrice agroalimentare e membro del consiglio di amministrazione di The Or Foundation, associazione che si occupa di giustizia ambientale. Il nuoto per lei è sempre stato una passione ma, con l'aumento dei rifiuti e dell'inquinamento idrico, molti dei corsi d'acqua sono diventati impraticabili e, così, ha scelto di attraversare l'unico fiume rimasto, almeno esteticamente, limpido e pulito. Lungo l'attraversata, Tetteh è stata accompagnata da un catamarano a energia solare dotato di un laboratorio scientifico grazie al quale ha analizzato le acque del fiume. Ciò che è emerso è che anche il Volta fosse ricco di microplastiche.

Coinvolgendo i passanti durante la sua impresa, Tetteh non solo ha sensibilizzato gli abitanti ma, attirando l'attenzione dei media locali, ha fatto parlare di sé e della causa in cui crede in tutto il mondo.

L'inquinamento del fast fashion in Ghana

Il Ghana negli ultimi anni è diventato una delle principali discariche mondiali degli indumenti scartati nei Paesi Occidentali. Nel mercato Kantamanto di Accra, capitale del Ghana, arrivano ogni settimana circa 15 milioni di vestiti provenienti da tutto il mondo con l'obiettivo di essere riparati e rivenduti. Circa il 40% del materiale, però, non è riutilizzabile, e si trasforma in rifiuto, successivamente disperso nell'ambiente o bruciato. Gli indumenti abbandonati, per lo più sintetici perché provenienti dall'industria del fast fashion, rilasciano con il tempo microplastiche che avvelenano l'intero ecosistema.

La laguna di Korle, una volta nota per la sua acqua limpida, oggi è un contenitore di rifiuti a cielo aperto. 80 miglia più a est, dove Tetteh ha iniziato la sua ultima tappa, l'acqua sembra pulita e il paesaggio incontaminato. Quando l'attivista ha toccato le spiagge di Ada, dove il fiume Volta incontra l'Oceano Atlantico, una folla si è radunata per accoglierla e le troupe televisive sono sopraggiunte per documentare la scena. Il mondo ha constatato il coraggio dell'attivista e il suo sacrificio per cercare di salvare il Ghana.