A Milano il centrodestra vorrebbe un referendum per bloccare i monopattini, come a Parigi

A Milano il centrodestra vorrebbe indire un referendum consultivo per chiedere ai cittadini la loro opinione sull’utilizzo dei monopattini in città, come è successo a Parigi. I sondaggi però non sembrano dargli ragione.
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Francesco Castagna 5 Aprile 2023

Dopo la capitale francese che è balzata agli onori della cronaca per un referendum che ha bandito l'uso dei monopattini in città, rendendola di fatto la prima nell'Unione Europea a prendere una decisione del genere, anche a Milano una parte della giunta comunale vorrebbe un referendum consultivo sul tema. La Francia infatti ha riacceso un tema da tempo molto discusso nel capoluogo meneghino: micromobilità sì o no? Come a Parigi, a Milano c'è chi definisce il referendum francese come "un plebiscito" e chi invece ne sottolinea la bassa affluenza.

Il referendum

A lanciare la proposta  è il deputato di Fratelli D'Italia Riccardo De Corato, che sui suoi social lo scorso 3 aprile ha scritto: "Sala emuli la Hidalgo (sindaca di Parigi NdR) e faccia un referendum in città per l'uso dei veicoli elettrici a due ruote! Nel 2022 ci sono stati 675 incidenti! Il sindaco prenda esempio dalle Capitali Europee", sottolineando la mancanza di sicurezza legata all'utilizzo della micromobilità in città e l'attenzione del sindaco Sala soltanto alla realizzazione di nuove ciclabili (che appunto servono per mettere in sicurezza le persone che fanno uso di monopattini e di biciclette, ma anche a evitare nuovi incidenti con gli automobilisti).

Sulle ciclabili De Corato afferma che in città il sindaco e la Giunta continuerebbero a trasformare le città in piste ciclabili "oscene e pericolose", al contrario di quelle realizzate dal Centrodestra, che definisce efficaci e sicure "con cordoli a regola d'arte che preservarono sia ciclisti che auto". In generale tutto il centrodestra non vede la micromobilità come uno strumento utile per ridurre le emissioni nei grandi centri urbani, tanto che lo stesso Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini ha annunciato di voler attuare una revisione del codice della strada con il fine di ridurre gli spazi per chi usa la micromobilità e le bici.

A partire dal 2023 poi il bilancio dello Stato non prevede più un fondo per le ciclabili in città, secondo quanto risulta dalla nota integrativa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel testo di legge del 30 novembre. Per il Ministro Salvini infatti la priorità sono le grandi opere. Ma in realtà non sono solo le opere a essere grandi, lo è anche il fondo che destiniamo al settore automotive e alle infrastrutture stradali, che è di 98 miliardi.

Il parere dei cittadini

Nonostante la politica si scontri da anni su un tema come il sostegno alla micromobilità, l'opinione pubblica si sta progressivamente orientando a favore di spostamenti più sostenibili. Per Legambiente infatti, la classifica delle città per numero assoluto di spostamenti sostenibili vede in testa Milano, con 6.020 mezzi (bici e altri mezzi sostenibili).

Una rilevazione condotta da IZI restituisce l’opinione degli utenti sulla mobilità condivisa e la micromobilità. Dall'analisi emerge sicuramente una richiesta di maggior sicurezza, con corsie dedicate e norme per farle rispettare; una crescita nell'utilizzo (maggiormente tra i giovani 18-34), ma non emerge una richiesta di bloccare il servizio che da alcuni anni ha portato molti utenti ad abbandonare i mezzi privati.

La rilevazione è stata condotta sui residenti di Roma e Milano, oltre il 70% degli intervistati si dice molto o abbastanza favorevole alla diffusione di corsie dedicate alla micromobilità. Per circa il 33% dei cittadini di Milano, la frequenza di utilizzo delle biciclette in sharing è aumentata – IZI