A volte l’estinzione fa marcia indietro: così i progetti di conservazione ci riportano piante e animali scomparsi in natura

Un nuovo studio ha censito le specie scomparse in natura, che sopravvivono grazie a zoo, oasi e orti botanici. Oggi se ne contano 72, nel 1950 erano 95 segno che è possibile reintrodurle, e salvare la biodiversità. Tra gli animali salvati c’è anche il bisonte europeo.
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Martina Alfieri 28 Febbraio 2023

I progetti di conservazione delle specie animali e vegetali più a rischio possono rappresentare davvero un’àncora di salvezza per la biodiversità del nostro Pianeta.

Uno studio, pubblicato sulla rivista Science, ha censito la flora e la fauna che sopravvivono solo all’interno di istituzioni come oasi, zoo e giardini botanici ma che sono estinte in natura: oggi se ne contano 72, mentre nel 1950 le specie nella lista erano 95.

Tra gli animali che ce l’hanno fatta a ricominciare a riprodursi nell’ambiente naturale c’è anche il bisonte europeo, ricomparso da poco anche in Inghilterra, dove mancava da migliaia di anni. Nella lista dei successi – 12 in tutto – c’è poi il raro cavallo di Przewalski, noto anche come takhi o cavallo selvatico mongolo, che dagli anni Novanta è tornato a vivere in Asia centrale e Europa orientale.

Per 11 specie, invece, la reintroduzione si è rivelata purtroppo impossibile: tra loro il Catarina pupfish, piccolo pesce che abitava nell’entroterra americano, oppure la Partula faba, specie di lumaca di terra un tempo diffusa in alcune isole del Pacifico.

Stiamo attraversando una perdita delle specie senza precedenti nella storia umana, che continua a intensificarsi – si legge nello studio a cui ha partecipato anche Thomas Abeli, docente di Botanica e Biologia della Conservazione dell’Università degli Studi Roma Tre – In effetti, da 28 a 48 specie di uccelli e mammiferi esistenti si sarebbero estinte tra il 1993 e il 2020 se non fosse stato per azioni come la tutela degli habitat, la ricollocazione e la conservazione ex situ tramite strutture di riproduzione e zoo. La conservazione ex situ (al di fuori dell’habitat naturale, ndr.) tramite giardini botanici e banche dei semi è stata utilizzata anche per sostenere il ripristino di almeno otto specie e popolazioni di piante che erano scomparse dal loro areale originario”.

Dalla ricerca emerge poi che, finora, abbiamo avuto più a cuore gli animali rispetto alle piante: attualmente solo il 23% delle specie vegetali estinte in natura ha subito tentativi di reintroduzione, contro il 67% delle specie animali. Delle 12 specie reintrodotte con successo a partire dal 1950, solo due sono piante: segno che possiamo fare di più per la loro conservazione.