C’è una molecola che potrebbe aiutarti a contrastare la cosiddetta fame da abbuffata, tutti quei comportamenti cioè che portano a episodi di alimentazione incontrollata e compulsiva. Si chiama oleoiletanolamide ed è la “messaggera” che, trasportando al tuo cervello un segnale di sazietà, ti blocca il senso di fame e inibisce così un’ulteriore assunzione di cibo. Si tratta in un ormone prodotto dall’intestino durante il consumo di lipidi in un pasto e che, se adeguatamente somministrato come farmaco, può prevenire e contrastare il disturbo da alimentazione incontrollata o Binge Eating Disorder. Lo suggerisce uno studio sulle femmine di ratti coordinato da due gruppi di ricerca dell'Università Sapienza di Roma e dell’Università di Camerino i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Neuropsychopharmacology.
Il disturbo da alimentazione incontrollata è il più classico e diffuso tra i disturbi alimentari. Si verifica tra il 2 e il 5% della popolazione adulta, maggiormente nelle donne, ed è favorito dal forte stress. Oltre ad episodi di abbuffate incontrollabili, che possono causare un’obesità grave, il cosiddetto BED (Binge Eating Disorder) comporta anche alterazioni dello stato mentale come senso di colpa, perdita di controllo, vergogna e ansia. Le attuali farmacoterapie hanno bassi tassi di risposta e uno dei trattamenti più utilizzati negli Usa, a base di lisdexamfetamine, ha effetti collaterali pesanti come insonnia, perdita di peso e mal di testa.
In momenti di stress, una risposta normale è assumere alimenti specialmente ricchi di zuccheri che stimolano la trasmissione dopaminergica nel tuo cervello, ovvero il neurotrasmettitore legato alla motivazione e al senso di gratificazione. In diverse persone, però, questo comportamento può diventare patologico. Così i due gruppi di ricerca italiani hanno indagato la potenziale efficacia dell’oleoiletanolamide, una molecola prodotta dall’intestino che è in grado di trasmettere un segnale di sazietà al tuo cervello.
I ricercatori hanno studiato gli effetti “anti-abbuffata” della molecola su un campione di ratti femmina. Questi sono stati prima sottoposti a stress da restrizione alimentare e poi esposti ad una fonte di alimenti “altamente appetibili”. I risultati hanno dimostrato che la somministrazione dell’oleoiletanolamide aveva prevenuto il consumo di cibo incontrollato e compulsivo. L’idea, quindi, è che questa molecola somministrata sotto forma di farmaco potrebbe dare il via allo sviluppo di trattamenti più sicuri e soprattuto efficaci contro questo tipo di disturbo alimentare.
Fonti | "Oleoylethanolamide decreases frustration stress-induced binge-like eating in female rats: a novel potential treatment for binge eating disorder" pubblicata il 30 aprile sulla rivista Neuropsychopharmacology