Alla Lav una “famiglia” con le bertucce salvate dal traffico illegale: si chiedono regole e pene più severe

L’Italia purtroppo è un crocevia molto importante per il commercio clandestino di specie esotiche, come le bertucce. Per questo motivo la Lav chiede che vengano inasprite le regole già in vigore e che si intervenga con più forza contro questa pratica illegale e pericolosa, anche per l’essere umano.
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Giulia Dallagiovanna 21 Luglio 2020

L'Italia ha purtroppo un triste primato, quello essere tra i più importanti snodi commerciali del traffico illegale di bertucce, scimmie originarie del Nord Africa e che sono considerate una specie in pericolo dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). Per questa ragione la Lav (Lega antivivisezione) ha lanciato una campagna già proposta negli scorsi anni a favore di questi animali, affiancata questa volta da una petizione per chiedere al ministro dell'Ambiente Sergio Costa di vietare il commercio e la riproduzione di tutti gli animali esotici, sia vivi che post-mortem. Almeno, nel nostro Paese.

Specie di questo tipo vengono spesso considerate un status symbol, anche se siamo nel 2020 e raggiungere l'Africa non è più così complicato. Le si compra clandestinamente e le si mantiene in casa come se fossero un cane o un gatto. Con la differenza che queste scimmie erano abituate ad essere libere e hanno quindi sviluppato abitudini che poco si adattano alla vita domestica. Non solo, ma proprio in quanto animali selvatici, una gestione poco accorta può diventare pericolosa sia per loro che per gli esseri umani. Insomma, si tratta di un commercio illegale, criminale e anche piuttosto stupido.

La Lav collabora da tempo con i carabinieri all'interno del progetto "Born to be Wild", ovvero nati per essere liberi, che ha lo scopo proprio di contrastare il traffico illecito. Hanno anche organizzato un'area dedicata esclusivamente alle bertucce all'interno del centro di recupero Semproniano. Nel giro di un paio di anni, sono riusciti ad accogliere cinque esemplari (Pepa, Lucy, Calogero, Buddy e Rocket) e a formare una specie di famiglia. Sì, perché questi animali hanno bisogno di vivere in gruppi e un loro allontanamento diventa fonte di stress e di profondo malessere.

Sono cinque in tutto gli esemplari salvati negli ultimi due anni

Ma tutto questo non è sufficiente perché il commercio illegale di animali esotici prosegue. Da qui, la raccolta firme che ha lo scopo di presentare la petizione alla riunione del comitato permanente della Cites, che si terrà tra il 5 e il 9 ottobre a Ginevra, in Svizzera. Proprio a quell'incontro parteciperà il ministro Costa, al quale la Lav chiede di proporre un restringimento delle regole e degli accordi già in vigore. E quindi: divieto di riproduzione per gli animali esotici già in cattività, divieto di vendita, comprendendo anche le parti del corpo che vengono commercializzate dopo averli uccisi, e pene più severe per chi viene dichiarato colpevole di uno di questi reati.

A cosa può portare il contatto frequente e poco controllato tra esseri umani e animali selvatici lo stai vivendo tuttora, sulla tua pelle. Stiamo quindi parlando del rispetto delle altre specie viventi, ma anche della prevenzione di altri pericoli per l'essere umano. Sembra quindi ancora più stupido e folle che nel 2020 si continui a considerare il possesso di un esemplare selvatico come uno status symbol di cui andare fieri.