"La sostenibilità viene affrontata soltanto come: ‘cosa accadrà al mondo quando noi non ci saremo?', Invece, non so voi… ma a me interessa più affrontare cosa sta succedendo al mondo ora, visto che ci vivo."
A Ohga, per 3 Per la Terra è venuta a trovarci Arianna Porcelli Safonov, scrittrice, attrice teatrale, e autrice di "Transumansia" un format di passeggiate con il pubblico alla scoperta dei crinali appenninici di tutta Italia. Arianna unisce, nel suo modo di comunicare, la satira alla sostenibilità e lo fa attraverso la natura. Letteralmente.
Il primo passo sostenibile che tutti dobbiamo compiere, ci racconta, è quello di tornare indietro, all'utilizzo dell'italiano. È il primo aspetto fondamentale:
‘‘Persino l'italiano sta subendo un inquinamento e poi… dobbiamo gambizzare il fatto di essere infelici. Bisogna accorgersene e non abituarsi dicendo la mia vita è così."- spiega Arianna.
Inizialmente questi due concetti se presi fuori contesto non hanno molto senso di coesistere. Perché la lingua e poi l'infelicità della vita? Ce lo siamo chiesti anche noi, ma più Arianna raccontava la sua storia, il come ha scoperto (anzi riscoperto) un nuovo modo di vivere, più queste sue parole avevano senso e si intrecciavano.
Adesso riavvolgiamo il nastro e partiamo dall'inizio. Arianna Porcelli Safonov è nata a Roma da papà russo e mamma ligure. Un giorno, di circa dieci anni fa, scoprì di essere infelice.
"Mi trovavo a Madrid quando dentro di me sentivo di essere arrivata alla saturazione totale del contesto urbano. Questo sentimento l'ho chiamato ‘depressione urbana'. A un certo punto sentivo di non voler più uscire di casa, di non voler vedere la gente intorno a me. Sentivo come se questo stile di vita, che tuti noi abbiamo, mi fosse stato introiettato e non l'avessi scelto io".
Da quel momento Arianna si accorse della sua infelicità e prese una decisione. "Dal 2014 vivo in piccoli nuclei super extraurbani che non superano i dieci abitanti"
Ho vissuto 7 anni in un piccolo borgo, in Appennino. Eravamo solo 6 persone
La sua scelta, come lei stesso racconta, fu presa con totale incoscienza. "Da Madrid parto per un piccolo borgo, senza avere minimamente gli strumenti e, inoltre, con mille pregiudizi e poi…"
Adesso vivo con 20 persone. Posso dire di essere nella City
Arianna, tu hai subito parlato della tua scelta di vita. Se posso… è come se fossi la trasposizione umana del concetto di sostenibilità e di adattamento alla natura. L'aver intrapreso questa strada di rinuncia, cosa ti ha consentito di fare dopo?
È stata una scelta che mi consente di avere dei passatempi che non includono il prendere la macchina e andare a divertirmi da qualche parte. La rinuncia, quindi, è una rinuncia squisitamente pratica, ovvero non inseguo più quello che la società mi richiede e con le tempistiche che la società mi richiede.
Arrivo sempre in ritardo. Conosco sempre meno cose che dovrei conoscere per forza
E poi posso essere sincera?
Certo, è la tua storia…
Più mi avvicino a situazioni abitative estremamente isolate, più aumenta la mia creatività perché aumenta il mio tempo di qualità.
La noia è la mia attività più sostenibile
Quali benefici hai sentito da questa tua scelta?
Ho ridotto i miei bisogni. Non so se è capitato anche a voi, ma non mi accorgevo più neanche del cambio delle stagioni. Poi con queste tue domande mi viene un po' da sorridere…
Perché?
Perché parlo sempre bene di questa scelta che ho fatto e poi ho scritto un libro che però si chiama "Fottuta Campagna" e non ‘Scegli il Green' o ‘La mia vita al verde'.
Arianna ci sei venuta trovare per 3 Per la Terra e quindi saprai già che… facciamo partecipare tutti i nostri ospiti a un gioco. Ti diamo 3 foglietti e per ciascuno di essi dovrai scrivere una parola. Le tre parole dovranno rappresentare per te l’ambiente e la sostenibilità
Perfetto, allora mi prendo un attimo, ci penso e le scrivo
Adesso con te volevo entrare più nel pratico di "Che cos'è la sostenibilità per Arianna Porcelli Safonov"a prescindere poi dalla tua vita…
Per me la sostenibilità inizia dal lessico. E, c'è una sostenibilità anche nei pensieri che spesso, però, sono in grande conflitto con l'attivismo che tanti di noi fanno. Mi fanno ridere quelle persone che vanno alle manifestazioni green, tutti vestiti fricchettoni e ci vanno magari con il loro Suv… Vorrei dirgli: ‘meglio sta alla casa'.
Prima di essere sostenibili come consumatori, sarebbe bello esserlo come persone
Su questo concetto ho scritto un monologo che si chiama ‘Egozoico' perché sono convinta che al di là di tutti i discorsi tecnici che possiamo fare sui nostri consumi, la sostenibilità parta principalmente dal nostro ego.
Hai raccontato come la tua vita è sostenibile, come deve essere vista la sostenibilità in generale. Adesso ti chiedo: e il tuo lavoro? Come il tuo lavoro è sostenibile?
Con il mio lavoro cerco di ritornare a far ascoltare anche la grammatica italiana. Non siamo più abituati. Cerco di ridare alla comicità una piccola forma di dignità in un momento in cui persino l'italiano sta subendo un inquinamento. Inoltre, ho notato come l'intrattenimento, in generale, stia talmente tanto rincorrendo consensi, che essi stessi portino l'intrattenimento a occuparsi soltanto di tematiche che si considerano attuali. E allora… Quale tematica più della sostenibilità è attuale?
Per questo credo che la cosa più sostenibile che possiamo fare è metterci a pensare riguardo a degli argomenti, perché così nascono le soluzioni.
Mi soffermo, adesso su "Transumansia" il tuo evento in cui ti sei appunto fermata a pensare a degli argomenti, ma quali soluzioni sono nate?
Transumansia è un format che ho realizzato e consiste in diverse passeggiate con il pubblico alla scoperta dei crinali appenninici di tutta Italia in cui si parla del cambio vita, delle scelte da fare o da non fare. Però, io sono anche una comica, quindi quando parlo delle scelte che ho fatto personalmente, provo a far ridere e credo che la sostenibilità, se alleggerita dal suo peso specifico, possa essere ancora più compresa ed entrare nella vita delle persone.
Arianna… adesso è arrivato il momento di svelarci le tre parole che hai scelto. Mi raccomando, le devi anche spiegare. Pronta?