
Esiste la dieta giusta e capace di farti restare sani, trattare bene il nostro organismo e, magari anche ritardare i processi di invecchiamento?
In parte sì. Te ne abbiamo raccontate diverse, una su tutte è la dieta mediterranea. Pensa che l’U.S. News & World’s Report’s, il nuovo best diets ranking elaborato dai media statunitensi, ha confermato che si tratta del regime alimentare più sano tra 30 alternative diverse in tutto il mondo.
Una cosa, però, è mantenere delle buone abitudini a tavola capaci di proteggere il cuore, abbassare la pressione mantenendo pulite le arterie dagli accumuli di colesterolo, contribuire alla prevenzione di malattie come l’Alzheimer e quasi tutte le forme di tumore e sì, anche ritardare l’invecchiamento combattendo i radicali liberi.
Un’altra, invece, è pensare di poter eliminare dalla propria dieta alimenti specifici in modo netto e inappellabile, nella speranza, come con un colpo di bacchetta magica, di spostare indietro le lancette del nostro orologio biologico.
È per questo che le indicazioni che stanno girando online in questi giorni attribuite a David Sinclair, famoso ricercatore e biologo di Harvard, secondo cui basterebbe eliminare esattamente 5 alimenti dalla tavola per allungare la vita, vanno prese con le pinze.
Per esempio. Da qualche parte online potresti aver letto che lo zucchero è il più grande nemico di una vita lunga e sana. Per Sinclair, infatti si tratta del primo alimento da far sparire. “Il problema non è lo zucchero in sé quanto l’eccesso di zuccheri liberi nella dieta – ci ha spiegato con precisione il dottor Simone Gabrielli, biologo nutrizionista che abbiamo contattato dopo una rapida analisi della diffusione di queste informazioni in rete – Non è quindi vero, come si legge online, che lo zucchero nei dolcificanti naturali sia migliore. Semplicemente se è libero, e quindi non è dentro le cellule come per esempio nella frutta ma libero di muoversi come in zucchero, miele, sciroppi, è da limitare”.
Che sia raffinato o naturale poco importa ha spiegato il dottor Gabrielli, che a questo alimento ha dedicato un interessante approfondimento nella sua rubrica Super Food.
Attenzione anche ai carboidrati raffinati, come quelli contenuti nel pane bianco o nei cracker, sosterrebbe il ricercatore di Harvard. Anche perché, si legge su internet, le diete che li prediligono sarebbero associate ad un aumento del rischio di malattie cardiache e diabete di tipo 2.
Bisogna, però, fare attenzione. Questi carboidrati non hanno un effetto simile allo zucchero e sì, è vero che sarebbero da preferire quelli integrali per via delle fibre. Nelle diete più moderne si consumano poche fibre e i cereali integrali potrebbero aiutarci a raggiungere la quota di fibre giornaliera.
Ma mangiare carboidrati raffinati non è assolutamente uguale a mangiare zucchero. “Gli studi citati online secondo cui i carboidrati raffinati aumentano rischio di diabete tipo 2 e problemi cardiaci in realtà dimostrano che una dieta squilibrata, in cui si mangia troppo, si fa poco movimento e si spinge sui carboidrati, fa male”. Non bisogna dimenticare poi, ha aggiunto il dottor Gabrielli, che i cereali sono alla base della dieta mediterranea.
Nella dieta suggerita da Sinclair vi sarebbe anche una drastica riduzione del consumo di carne e latticini. La carne rossa, per esempio, è storicamente associata a un aumento del rischio di malattie croniche, i latticini invece alzerebbero il rischio di alcune forme di cancro, «probabilmente a causa degli ormoni e dei fattori di crescita presenti in questi prodotti» si continua a leggere online.
Ecco, qui serve fare delle precisazioni. Perché sì, è vero che consumare poca carne e latticini può apportare benefici all’organismo umano ma, d’altra parte, è falsa l’idea che le proteine di origine vegetale stimolino geni legati alla longevità.
“Le proteine – ha continuato il dottor Gabrielli – sono sempre proteine che digeriamo in tanti piccoli amminoacidi. Il problema, semmai, è legato all’alimento nel suo complesso. Gli alimenti vegetali hanno fibre, poche calorie, sono sazianti, ci aiutano a mangiar meno e in più sono molto ricche di vitamine e minerali”.
Il riferimento al presunto utilizzo di ormoni e fattori di crescita nei latticini, invece, è una di quelle teorie complottiste che irritano non poco il biologo nutrizionista. “Ma che teoria è? Dove sta scritto? I latticini vanno limitati perché in genere sono grassi e ricchi di sale”. Anche perché, ha aggiunto, “i giusti latticini nelle giuste dosi e porzioni sono ottimi alimenti”.
Un altro elemento da eliminare sarebbero gli additivi, gli alimenti ultra-processati e quelli ricchi di conservanti e aromi artificiali.
Tuttavia, parlare di «additivi», per il dottor Gabrielli, non vuol dire nulla. “Un additivo può essere anche la vitamina C aggiunta in certi alimenti per aiutare la conservazione. Fa male la vitamina C? No. Quindi è un’affermazione troppo generica. Piuttosto, è importante cercare di limitare i prodotti già pronti perché non riusciamo a controllare le quantità di grassi, sale, zuccheri che possiamo introdurre”.
A Sinclair viene attribuito anche lo stop al consumo eccessivo di alcol, e fin qui nulla da eccepire.
A far storcere il naso al dottor Gabrielli, però, è il continuo riferimento al resvenatrolo contenuto nel vino rosso: un composto benefico per la salute la cui presenza «giustificherebbe» dosi contenuto di alcolico. “No, l’alcol fa male a qualunque dose. Se vogliamo berlo per piacere d’accordo, un bicchiere di vino al giorno è la dose consigliata per avere un rischio minimo alla salute ma non zero. E no, non fa bene alla salute. Gli antiossidanti come il resvenatrolo possiamo ricavarli da altri alimenti come l’uva, se proprio ci teniamo”.