Bruciate in diretta scaglie di pangolino e pelli di coccodrillo: la protesta della Nigeria sulla tratta degli animali

Si tratta della prima denuncia pubblica avvenuta nella storia da parte della Nigeria degli animali selvatici vittime di tratte. All’evento pubblico erano presenti anche alcune agenzie governative e ambientaliste.
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Mattia Giangaspero 27 Ottobre 2023

Una delle tratte di animali esotici più oscure, di cui si sente parlare sempre poco, di cui si conoscono non tutte le dinamiche, ma che hai imparato a conoscere durante gli anni della Pandemia, almeno in parte. Non so se ti ricordi, quasi per tutti era un animale sconosciuto prima del Covid, ma adesso sai di chi si sta parlando. Il pangolino, il simbolo di tutti questi animali vittime di una tratta che inizia nell'Africa e si conclude in Asia centro-orientale con la vendita e il consumo della loro carne, pelle e scaglie.

Fino a ora molti Paesi africani non avevano mai denunciato pubblicamente quanto accade ogni giorno a questi animali. Fino a ora, perchè qualche giorno fa la Nigeria è uscita allo scoperto e l'ha fatto proprio pubblicamente. Dopo che le autorità locali sono riuscite a sequestrare tonnellate di scaglie di pangolino, ma anche pelli di leopardo, pitone e coccodrillo, hanno pubblicato alcuni video in cui si vedono queste parti di animali bruciate totalmente. Solo per il pangolino sono state recuperate 4 tonnellate di scaglie dal valore di 1.4 milioni di dollari sul "mercato nero".

Il gesto compiuto dalle amministrazioni nigeriane, avvenuto nella capitale Abuja, segna un passo significativo nella lotta al traffico di specie selvatiche e nella protezione della biodiversità della nazione. Presenti all'evento anche varie agenzie governative, ONG ambientali locali e internazionali ed esperti di conservazione della fauna selvatica.

A certificare la presenza di 4 tonnellate di scaglie di pangolino sono state l’Agenzia nazionale per l’applicazione degli standard e dei regolamenti ambientali (NESREA), in collaborazione con la Fondazione Elephant Protection Initiative (EPI), con il sostegno dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC).

Siamo qui riuniti oggi per testimoniare un momento critico nella battaglia per proteggere la preziosa biodiversità del nostro pianeta.

"Questi oggetti sequestrati rappresentano il passato che ci lasciamo alle spalle, ma la distruzione significa il futuro che siamo determinati a costruire per il nostro pianeta. La distruzione di questi oggetti sequestrati è una potente dichiarazione della nostra determinazione a proteggere il nostro ambiente, conservare la nostra fauna selvatica e combattere il commercio illegale che porta le specie sull’orlo dell’estinzione”, ha affermato il Dott. Iziaq Adekunle Salako, Onorevole Ministro di Stato (Nigeriano) per l’Ambiente.

Questa scelta della Nigeria di denunciare in questo modo la tratta è stata molto apprezzata dalle organizzazioni ambientaliste e i difensori della fauna selvatica le quali hanno dichiarato che si tratti di un passo positivo verso il contenimento del commercio illegale di fauna selvatica. Hanno chiesto una cooperazione continua tra agenzie governative, società civile e partner internazionali per rafforzare gli sforzi di applicazione della legge e aumentare la consapevolezza sull’importanza di preservare la biodiversità.