Case green, approvata la direttiva: quali sono le nuove regole su consumi energetici e fonti rinnovabili

Approvato in Parlamento Europeo il nuovo testo sulle Case green. Cambia tutto, niente più salto di classe energetico obbligatorio, ma semplice riduzione in percentuale delle emissioni e sarà il singolo Stato a emettere un piano nazionale per farlo. Vediamo nello specifico tutte le novità.
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Mattia Giangaspero 13 Marzo 2024

Ora siamo all'atto finale delle Case Green e dopo un anno di racconto il testo approvato in Parlamento Europeo martedì 12 marzo 2024 con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti, non è più quello di cui ti abbiamo sempre parlato.

L’obbligo riguardava tutti coloro che sono in possesso di immobili con classi energetiche più inquinanti, G e F. Dal 2030 gli edifici, anche quelli già esistenti, non dovranno più produrre sostanze nocive. L'obiettivo era procedere con il salto di classe energetica, che per i privati doveva essere minimo "E" nel 2030 e "D" nel 2033. Mentre gli edifici pubblici, non a scopo residenziale dovevano procedere con la riqualifica e lo stesso salto di classe dei privati, ma con 3 anni d'anticipo, quindi 2027 e 2030. Alla fine è stato approvato così il testo europeo?

No, ci sono state le modifiche e tante… Andiamo in ordine: cosa accade ai privati? Dal testo iniziale si evinceva che a prescindere dal parco immobiliare complessivo di ogni Stato il singolo cittadino europeo in possesso di una casa doveva procedere alla riqualifica del suo immobile (anche grazie agli attuali bonus di ristrutturazione e ai futuri che verranno inseriti), adesso invece sarà lo Stato a dover indicare un piano all'Unione Europea che comprende una riduzione complessiva del 16% di emissioni derivanti dal parco immobiliare nazionale, entro il 2030 e del 22% entro il 2035. È come se la riqualifica avvenisse a campione. Spieghiamo in parole povere.

Facciamo finta di essere uno Stato con 100 case, 80 delle quali in classe G o F. Rispettando il testo precedente le 80 case dovevano procedere con la riqualifica per il salto di classe. Con il testo approvato, invece, bisognerà calcolare le emissioni delle 80 case e procedere alla riduzione del 16% di quelle emissioni entro il 2030 e del 22% massimo entro il 2035. Il risultato è ben diverso

Cosa accade invece agli edifici pubblici? Il testo precedente indicava il 2027 come l'anno in cui procedere con l'intera riqualificazione degli stabili sempre effettuando il salto di classe in E e successivamente D. Almeno il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033. 

L'unico obiettivo intaccato è quello fissato al 2050 che prevede la totale neutralità climatica di tutti gli edifici dell'Unione Europea. All'interno del testo si è stabilito anche l'anno zero da cui conteggiare all'interno della riqualificazione green tutte le ristrutturazioni avvenute e che avverranno degli edifici e questo è il 2020. Cosa vuol dire? Se dal 2020 hai già riqualificato l'edificio, la tua villetta o il tuo appartamento, non dovrai rifarlo nuovamente, almeno fino al 2035.

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