Che differenza c’è tra ora solare e ora legale?

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Ogni anno, per due volte, spostiamo le lancette indietro o in avanti di 60 minuti per “aggiustare” l’orario in base alle ore di luce disponibili. Ma al di là del cambio dell’ora, una convenzione diffusa ormai da anni, cosa comportano precisamente l’ora solare e quella legale, e perché alcuni Paesi traggono più vantaggi dal passaggio tra le due mentre altri vorrebbero abolirlo?
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Alessandro Bai 27 Ottobre 2021

Quando si passa all'ora solare, si spostano le lancette dell'orologio indietro di 60 minuti, dalle 3 alle 2 di notte. Al di là di questa abitudine, che per molti è ormai automatica e che viene associata alla possibilità di dormire un'ora in più, ti sei mai chiesto qual è la differenza con l'ora legale?

La differenza tra ora solare ed ora legale

Per spiegarti perché si effettua il cambio d'ora due volte all'anno, a marzo e fine ottobre, inizio col dirti che l'ora solare, chiamata più semplicemente ora invernale, è quella che potremmo definire "giusta" o "naturale", poiché è determinata astronomicamente dal passaggio del Sole in corrispondenza del meridiano locale. Come puoi immaginare, teoricamente questo significa che ogni località ha un suo orario, diverso da tutti gli altri, ma per evitare la confusione che ne deriverebbe si è deciso di uniformare l'ora su scala più ampia, adottando ad esempio l'orario della capitale di un Paese anche nel resto della nazione.

Siccome però con il passare dei mesi l'irradiazione della luce solare nei vari punti del pianeta cambia per via della rotazione della Terra e del suo moto di rivoluzione intorno al Sole, mantenere l'ora solare durante tutto l'anno significherebbe in primis, per un Paese come l'Italia, avere il buio fino alle 9 del mattino circa, quando moltissime attività produttive hanno già iniziato la propria giornata. L'introduzione dell'ora legale, che in Italia è avvenuta per la prima volta nel 1916 ma in modo stabile solo dal 1966, risolve questo problema ma non solo: quella che viene denominata anche ora estiva, poiché è valida da fine marzo a fine ottobre, è stata pensata proprio per poter sfruttare le maggiori ore di luce di cui possiamo godere tra primavera ed estate, dandoci quell'impressione che le giornate si stiano allungando, anche se di fatto durano sempre 24 ore.

Prova a pensarci: a ridosso dei giorni più lunghi dell'anno, intorno quindi al solstizio d'estate, senza l'ora legale il Sole tramonterebbe circa alle 20, quindi comunque più tardi rispetto all'inverno, ma sorgerebbe intorno alle 4.30 del mattino, quando la maggior parte delle persone sta ancora dormendo e quell'ora di luce non potrebbe essere sfruttata a dovere. Spostando però le lancette in avanti di 60 minuti, fa sì che il tramonto avvenga alle 21, in un momento della giornata nel quale tutti noi possiamo approfittare di questa luminosità "prolungata", non solo per svolgere le nostre attività ma anche per ridurre i consumi di energia elettrica, dato che il Sole ci permette di ritardare l'accensione delle luci.

Come è facile intuire, tuttavia, i vantaggi di cui ti ho parlato non sono validi per tutti: alcune nazioni, ad esempio quelle del Nord Europa, non traggono reali benefici dall'introduzione dell'ora legale, che non fa altro che prolungare ulteriormente giornate già decisamente lunghe, che intorno al 21 giugno arrivano a sfiorare le 19 ore di luce, con risparmi energetici poco degni di nota rispetto agli stati dell'Europa meridionale. È per questo motivo che molti di questi Paesi sarebbero a favore dell'abolizione dell'ora legale, che peraltro potrebbe favorire anche disturbi del sonno, stress e altri problemi di salute a causa dello sfalsamento dei ritmi biologici delle persone, che devono abituarsi ad un nuovo orario.