chi e il piromane cos'è la piromania

Chi è il piromane e cos’è la piromania: analisi psicologica di chi ama vedere e appiccare il fuoco

Sentiamo spesso la parola piromane come definizione di chi è responsabile di un incendio doloso ma raramente è così. La piromania, in psicologia, è un disturbo mentale e consiste nel provare piacere ad osservare il fuoco che divampa. Ne abbiamo parlato con uno psicoterapeuta.
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Evelyn Novello 9 Agosto 2023
Intervista a Dott. Ersindo Nuzzo Psicoterapeuta specialista in analisi transnazionale e biogenetica

L'Italia è in fiamme. Secondo Legambiente solo dall'inizio del 2023 sono andati in fumo 51.386 ettari, l'equivalente di oltre 73.408 campi da calcio. In particolare, negli ultimi giorni, sono la Sardegna e la Sicilia a bruciare e solo in piccolissima parte si tratta di incendi naturali. Quella umana è una componente importante ma non bisogna correre il rischio di bollare tutti gli incendiari come piromani. La piromania, dal greco πῦρ (pyr, fuoco) e μανία (mania), è un'ossessione, un disturbo della personalità che ha a che fare con il piacere nel vedere il fuoco divampare e non con la volontà di incenerire una determinata zona o oggetto. Per capire di più sulla figura del piromane abbiamo intervistato Ersindo Nuzzo, psicoterapeuta specialista in analisi transnazionale e biogenetica.

Chi è il piromane e cosa avviene in lui

"Bisogna innanzitutto distinguere l'incendiario, che incendia perché ha una finalità, e il piromane, che incendia perché ha una mania, come dice la parola stessa, piromania – spiega Nuzzo – Non tutti gli incendi sono dati da piromani. Quando c'è un'origine dolosa, può essere si tratti di incoscienti, qualcuno che erroneamente ha gettato una sigaretta nella vegetazione o sotto foglie secche, oppure, se c'è la volontà di incendiare, può essere sia un agricoltore che vuole fare un dispetto a un'azienda agricola concorrente, qualcuno che vuole cancellare le proprie tracce per nascondere qualcosa che ha fatto, o ancora, un imprenditore per edificare l'area occupata da un bosco. Un altro discorso è la piromania".

Un piromane ha un fascino verso il fuoco, così come il cleptomane verso il furto, si tratta, quindi, di un disturbo mentale. Si parla di un soggetto che ha l'impulso ossessivo a provocare incendi, ha una psicopatia, un disturbo della personalità. "C'è un bisogno, un'urgenza che parte dall'interno – precisa l'esperto – il piromane compie un atto compulsivo che non può frenare e non prende minimamente in considerazione le conseguenze. Si tratta comunque di un atto intenzionale e non controllabile. Chi ne soffre ha la fantasia del fuoco che devasta qualcosa, non è mosso dall'intenzione di danneggiare le cose ma solo dal bisogno di vedere il fuoco che divampa e distrugge. Può essere che dopo aver appiccato l'incendio stia ad assistere alla propagazione delle fiamme, alla loro evoluzione, e magari, in conclusione, aiuti i vigili nel suo spegnimento". La piromania è, dunque, inseribile tra i disturbi di personalità con effetto antisociale. É evidente, di conseguenza, che il piromane non appicchi incendi solo durante l'estate, anche se le condizioni meteo sono in effetti più favorevoli, ma può farlo tutto l'anno.

Ma come nasce questo disturbo? "Per capirne le cause bisogna scavare nel profondo di ognuno perché ci sono sempre ragioni individuali – evidenzia Nuzzo – ognuno ha una costellazione di eventi da cui è stato segnato. Si tratta di condizioni ambientali che favoriscono o inibiscono l'espressione dei geni perché l'essere umano si adatta all'ambiente psicosociale che lo circonda. Di per certo, si tratta di un piacere, quello nel vedere il fuoco, che ha a che fare con un bisogno non soddisfatto e può derivare – ad esempio – dalla mania di grandezza, ovvero, si appicca un incendio il più grande possibile così che se ne parli".

Un identikit del piromane

Abbiamo detto che alla base ci sono ragioni individuali che non si possono applicare a tutti i casi però ci sono caratteristiche di base che è molto probabile che accomunino i diversi soggetti. "Se dovessi descrivere un prototipo – spiega lo psicoterapeuta – il piromane potrebbe essere una persona isolata (chi ha un disturbo di personalità fa fatica a mantenere relazioni sociali), che ama gli spazi aperti e l'immagine della grandezza. Non ha controllo degli impulsi quindi può essere irascibile, oppure ipercontrollato, che a un certo punto esplode in scatti d'ira. I piromani covano nel segreto questa fantasia e provano sollievo nell'atto, è un'azione che diventa irresistibile. E più diventa importante l'incendio più provano godimento perché l'appagamento è maggiore quanto più è intenso l'atto. Solo dopo aver appiccato l’incendio, hanno un calo della tensione interiore".

Come in casi analoghi, questa mania è curabile o, comunque, gestibile. "La piromania si può controllare con farmaci appositi e con la psicoterapia che serve a verificare quali siano le radici profonde del fenomeno. Un grosso ostacolo, però, è il fatto che chi ne soffre non è detto che si accorga di avere un problema. Sono persone egosintoniche, cioè che non riconoscono di avere un disturbo. E, tendenzialmente, chi è obbligato a seguire un percorso di redenzione, magari perché arrestato, difficilmente riuscirà a uscirne perché spesso non ha la volontà di farlo" conclude l'esperto.