Chi era Graziella Magherini, la psichiatra che ha scoperto la sindrome di Stendhal

Si è spenta all’età di 96 anni la psichiatra fiorentina che per prima ha teorizzato l’esistenza della sindrome di Stendhal, l’affezione psicosomatica che può colpire di fronte allo spettacolo della bellezza delle opere d’arte.
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Maria Teresa Gasbarrone 11 Dicembre 2023
* ultima modifica il 11/12/2023

È morta all'età di 96 anni Graziella Magherini, la psichiatra fiorentina che per prima ha individuato e teorizzato la "sindrome di Stendhal", ovvero quel particolare stato di smarrimento e "scompenso" psichico che può colpire davanti allo spettacolo delle opere d'arte: fu la stessa Magherini a dare il nome a questa particolare sindrome temporanea, riferendosi a quanto sperimentato dall'omonimo scrittore francese in visita alla basilica fiorentina di Santa Croce.

Chi era Magherini

Magherini è morta nella sua casa di Firenze la sera del 10 dicembre 2023, dopo una vita dedicata allo studio della psichiatria. Nata nel 1927 a Firenze, dopo la laurea in Medicina, all'età di 28 anni si specializzò in Psichiatria.

Fondamentale per i suoi studi di psicoanalisi sono stati i tanti anni di attività nell'ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: è proprio qui che acquisisce i dati clinici da cui elaborerà l'esistenza della sindrome di Stendhal.

Come da lei stesso spiegato in uno dei suoi libri più noti, dedicato proprio alla sindrome di Stendhal e pubblicato nel 1989, la teorizzazione di questa particolare affezione psichica è nata dall'osservazione dei tanti casi di turisti stranieri che, dopo aver visitato i grandi capolavori artistici di Firenze, finivano in ospedale presi da una sorta di "disturbo emotivo".

Che cos'è la sindrome di Stendhal

Facciamo un passo indietro. Per capire in cosa consiste la "sindrome di Stendhal" e perché Magherini decise di chiamarla proprio così quando ne scoprì l'esistenza osservando lo stato emotivo in cui arrivavano i turisti nell'ospedale fiorentino, bisogna sapere che fu lo stesso scrittore francese a descrivere – seppur senza saperlo – a descrivere la sindrome.

Lo fece nel suo libro "Roma, Napoli e Firenze", in cui Stendhal descrisse il suo "Grand Tour" del 1817. Si tratta del viaggio alla scoperta delle bellezze europee che divenne "tradizionale"  tra i giovani aristocratici europei a partire dal XVIII secolo. Nel libro, lo scrittore francese scrisse:

"Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere".

Stendhal in "Roma, Napoli e Firenze"

La sindrome di Stendhal consiste in un'affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiri, vertigini, confusione e allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se sono localizzate in spazi limitati.

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