Ci sono nuovi alleati contro il tumore al seno: dal 2021 i test genomici saranno gratuiti anche in Italia

L’ufficialità è arrivata dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. L’analisi di gruppi di geni specifici del tessuto tumorale permette di prevedere le possibilità di crescita, l’aggressività e la capacità del cancro al seno di rispondere alle chemioterapie, ovvero dei trattamenti terapeutici con molti effetti collaterali e che non sempre portano effettivi benefici alle pazienti.
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Kevin Ben Alì Zinati 23 Dicembre 2020
* ultima modifica il 24/12/2020

I test genomici per il tumore al seno ormono-responsivo in stadio precoce non sono una novità. Lo è invece il fatto che dal 2021 saranno gratuiti per tutte le pazienti affette dalla neoplasia. L’ufficialità è arrivata dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati che ha approvato un emendamento al Disegno di Legge di Bilancio 2021: viene così istituito un fondo di 20 milioni di euro all’anno per il rimborso diretto delle spese sostenute dagli ospedali per l’acquisto dei test genomici per questo tipo di tumore al seno.

L’ha reso noto Europa Donna Italia, un’associazione che da più di 20 anni è in prima linea per le esigenze delle donne con tumore al seno, specificando che si tratta di una decisione che “allinea finalmente il nostro Paese al resto d’Europa”.

I limiti dei trattamenti standard

Nei casi di un tumore al seno che trova la propria fonte di crescita nello stimolo ormonale, le terapie ormonali sono il primo approccio terapeutico a cui, però, spesso viene associata anche la chemioterapia.

Eppure, secondo la letteratura scientifica, solo una paziente su dieci ne trae effettivo beneficio: diversi studi hanno già messo in evidenza che non tutte le donne affette dalla neoplasia traggono gli stessi benefici dalla chemio.

Riuscire a sapere in anticipo se effettivamente il tumore di una paziente possa effettivamente rispondere a una chemioterapia, capisci, può essere decisivo. Cicli di chemio, infatti, sono tossici per le cellule tumorali ma anche per quelle sane e possono portarsi dietro effetti collaterali come nausea, perdita di capelli, una maggiore vulnerabilità alle infezioni e anche conseguenze sulla vita sociale, familiare e lavorativa.

La genomica

La soluzione per predire l’aggressività di un tumore in stadio iniziale e valutare l’efficacia della chemioterapia (aggiunta alla terapia ormonale) sono proprio i test genomici.

Questi test analizzano l’espressione di geni del tumore, quelli specificamente deputati alla regolazione della crescita, dell’invasività e della capacità di recidivare o di creare metastasi.

Si tratta, in sostanza, di strumenti nuovi ma precisi ed efficaci per prevedere le probabilità di crescita del tumore al seno, la sua aggressività e soprattutto la capacità di rispondere alle terapie, stimando di fatto il reale vantaggio che la paziente otterrebbe aggiungendo la chemioterapia alla terapia ormonale.

Se ti stai chiedendo come vengono effettuati i test genomici, devi sapere che con l’intervento chirurgico per l’asportazione del tumore, il medico effettua anche degli esami istologici e molecolari sulle cellule del tessuto asportato sulle quali può richiedere anche il test genomico. I risultati vengono poi valutati per impostare un piano terapeutico il più possibile personalizzato.

Il provvedimento segna una rivoluzione. I test genomici risparmieranno alle pazienti cure aggressive e invalidanti e permetteranno loro di riprendersi la propria vita, sociale e lavorativa, con tempi più rapidi, oltre a liberare risorse preziose che il Sistema Sanitario potrà destinare ad altre aree della senologia.

Fonti | AdnKronos; Europa Donna Italia

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