Coronavirus: cosa significa stare in quarantena obbligatoria o volontaria

Sono 14 i giorni di isolamento per chi deve sottoporsi alla quarantena. Un isolamento obbligatorio per chi è entrato in contatto con persone risultate positive al virus e volontario per chi è tornato dalla Cina, senza essere stato però nelle aree considerate a rischio.
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Gaia Cortese 23 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Isolamento per 14 giorni. È questo il periodo di quarantena indicato per le persone che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di coronavirus. Lo stabilisce un’ordinanza del Ministero della Salute, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 22 febbraio e immediatamente messa in vigore.

Si tratta quindi di una quarantena con "sorveglianza attiva" (in costante contatto con i medici) con permanenza domiciliare fiduciaria. Un provvedimento adottato per ragioni di "igiene e sicurezza pubblica" che rientra tra le fattispecie punibili secondo l‘articolo 650 del Codice Penale con l'arresto fino a 3 mesi o con l'ammenda fino a 206 euro. L'articolo, infatti, riporta quanto segue: "Chinque non osserva un provvedimento legalmente dato dall'autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d'ordine pubblico o d'igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a duecentosei euro".

Ad ogni modo le persone che, negli ultimi 14 giorni, sono rientrate in Italia dopo un soggiorno nelle aree della Cina interessate dall'epidemia, devono darne comunicazione al Dipartimento di prevenzione dell'ASL di competenza territoriale e ogni caso sarà valutato distintamente dalle autorità sanitarie. Sia chiaro: chi è in sorveglianza attiva potrebbe anche non manifestare alcun sintomo di tipo influenzale, ma viene sottoposto ugualmente a quarantena, a titolo precauzionale, per il periodo di 14 giorni.

Si parla invece di quarantena fiduciaria, cioè su base volontaria, per le persone che tornano dalla Cina, senza essere state specificatamente nelle aree più a rischio.

Fonte | Ministero della Salute

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