Coronavirus e carenza medici, rinviato l’Esame di Stato per i neolaureati: è un problema?

Con lo scoppio dell’emergenza Covid-19 in Italia è emerso ancora di più un problema che nel nostro Paese esiste da anni: la carenza dei medici. In questo panorama, l’idea di rimandare una sessione dell’Esame di Stato, potrebbe non sembrarti una buona idea. Ma come ci ha spiegato il vicepresidente di Federspecializzandi, le due cose non sono collegate.
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Giulia Dallagiovanna 26 Febbraio 2020
* ultima modifica il 19/10/2020
Con la collaborazione del Dott. Andrea Frascati Vicepresidente di Federspecializzandi

Aggiornamento del 5 marzo

È stata trovata una nuova data per l'esame di stato per l'abilitazione medica. Sarà il 7 aprile, come si legge sul sito del Miur. Il ministro Gaetano Manfredi ha firmato l'ordinanza per fissare la prova scritta che permetterà ai neolaureati che la supereranno di poter finalmente esercitare la propria professione.

Rinviato l'esame di Stato di Medicina e Chirurgia

"La data della seconda sessione dell’esame 2020, prevista per il 28 febbraio p.v. è rinviata a data da
destinarsi". Non è il primo avviso di sospensione di pratiche che arriva in questi giorni di emergenza Coronavirus, questo in particolare è stato pubblicato sul sito del Miur e si riferisce all'Esame di Stato che dovrebbero sostenere i neolaureati in Medicina e Chirurgia per poter prendere l'abilitazione e iniziare finalmente a lavorare. Ma da questo traguardo li separa ora il Covid-19. E forse ti sarà appena tornato alla mente il problema della carenza dei medici, di cui anche su Ohga ti abbiamo parlato. Per questo motivo abbiamo cercato di capire se la momentanea cancellazione della prova possa aumentare il rischio di ritrovarci senza specialisti oppure no. Lo abbiamo chiesto in particolare ad Andrea Frascati, vicepresidente di Federspecializzandi.

Cosa succede

La sessione di febbraio dell'esame di stato per l'abilitazione a Medico è stata sospesa e ancora non si sa quando sarà possibile sostenerla. La decisione è stata presa dal Miur, perché riteneva che non fosse possibile organizzare una prova di questo tipo con tantissimi atenei chiusi, soprattutto nel nord Italia. È infatti proprio nelle varie università che il test a crocette può essere affrontato dai neolaureati di quell'anno.

La carenza dei medici e il Coronavirus

Con i casi di Coronavirus che aumentano di giorno in giorno e migliaia di tamponi che devono essere processati, sono proprio i medici quelli sui quali dobbiamo fare affidamento per contenere una possibile epidemia di Covid-19. Così è emersa in queste ore, in tutta la sua complessità, la mancanza di personale.

In un'intervista, il dottor Raffaele Bruno, l'Infettivologo del Policlinico San Matteo di Pavia che si sta occupando dell'ormai famoso paziente uno, ha raccontato di essere al lavoro da 80 ore. O forse di più, il conto lo ha perso. Hai presente cosa significa? È da più di tre giorni che assiste lui, e probabilmente altri pazienti. Senza sosta.

I medici sono troppo pochi e con il Coronavirus la carenza emerge con maggiore forza

Ma non si tratta di un eroe, come a volte ti racconterai con una nota di romanticismo. È una persona che, durante un'emergenza, deve fare il doppio e anche il triplo turno perché i medici sono troppo pochi per coprire tutte le ore di lavoro.

La stessa situazione è stata infatti raccontata dagli operatori sanitari dell'ospedale di Codogno, da dove è partito il focolaio del lodigiano e che ora si trova nel centro della zona rossa. Tutti parlano di orari massacranti e denunciano di essere ormai sfiniti. Al Maggiore di Lodi sono invece stati istituti 40 posti letto proprio per chi vuole riposarsi qualche ora, tra un turno e l'altro. Naturalmente, sempre rimanendo nella struttura, pronto a rispondere alla prossima chiamata.

Ma c'è un altro ostacolo che in queste ore emerge, legato direttamente al Coronavirus: diversi professionisti sono fuori gioco. Alcuni ricoverati, altri in isolamento. Chi è stato in contatto con un paziente poi risultato positivo è stato contagiato o deve ancora sottoporsi al tampone per verificare questa eventualità. Dunque nuovi buchi da coprire.

L'appello dell'Ordine dei Medici

Con diversi medici attualmente in quarantena obbligatoria, chi li può sostituire? Proprio su questo ha attirato l'attenzione l'Ordine dei Medici. Non solo, ma il presidente, Filippo Anelli, ha addirittura lanciato un appello:  "La quarantena dei medici, in quegli ospedali o negli studi interessati, potrebbe creare dei problemi di assistenza. Per questo, lancio un appello a tutti i colleghi: mettetevi a disposizione, dove possibile, per sopperire alle eventuali carenze".

Il parere dell'esperto

Ma le due cose sono collegate? In realtà no, e per fortuna in questo caso. Il personale che manca negli ospedali e negli ambulatori è quello specializzato e non semplicemente abilitato. Come ci ha spiegato proprio Andrea Frascati

Secondo Federspecializzandi è stato giusto rimandare la sessione dell’Esame di Stato?

Era sicuramente auspicabile, considerando che un’ordinanza del Ministero della Salute ha previsto, per ragioni di sicurezza, di rinviare tutti gli assembramenti di persone, anche privati. L’importante è che si trovi una data abbastanza ravvicinata per fissare il nuovo appello.

E non si rischia di peggiorare il problema della carenza di medici?

In realtà, la carenza di medici riguarda gli specialisti e non i neolaureati e neoabilitati. Anzi, il problema che sta vivendo il Sistema sanitario nazionale è proprio che non tutti quelli che prendono l’abilitazione possono poi accedere alla specializzazione. Per questa ragione, ritardare l’Esame di stato di qualche settimana non rischia di mettere in difficoltà il sistema.

Ma non sarebbe utile in questo momento avere qualche medico in più che possa aiutare, ad esempio nei pronto soccorsi?

In questo momento, in Italia, c’è un numero spropositato di medici abilitati che sono disoccupati o precari. L’immissione di personale che ancora non ha un’esperienza lavorativa non migliorerebbe la situazione nel concreto. Altre soluzioni ci sarebbero. Ad esempio, l’aeroporto di Venezia aveva bisogno di operatori sanitari per fare il triage ai passeggeri che arrivavano da zone a rischio e ha fatto una chiamata di assunzione emergenziale chiedendo chi fosse disponibile per questo lavoro.

Una posticipazione prudenziale è una buona idea, soprattutto nelle zone più colpite dove rischieremmo di riunire diverse persone che hanno appena sostenuto un tirocinio di tre mesi in reparti di ospedale e ambulatori e che magari sono entrati in contatto con possibili casi di nuovo Coronavirus. Per fare un esempio analogo, questa mattina a Padova dovevano esserci due concorsi per l’assunzione di 200 medici e sono stati annullati per la stessa ragione, perché se uno di loro avesse contratto il virus senza saperlo e lo trasmettesse ad altri candidati, che poi tornano nei propri reparti, si verificherebbe un aumento esponenziale nella diffusione.

Fonte| Miur

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