Coronavirus, le 7 regole della Società Italiana di Psichiatria per controllare la paura

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Sono passati 7 giorni da quando il primo paziente contagiato da coronavirus ha gettato nello scompiglio il Nord Italia. Delimitate le zone rosse per contenere il contagio, non si sono fatti i conti dell’ansia e della preoccupazione crescente che invadeva tutti, dentro e fuori dalle città in quarantena. La paura forse è diminuita, ma non passata del tutto. Ecco 7 regole per tenerla sotto controllo.
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Gaia Cortese 29 Febbraio 2020

Probabilmente associare il coronavirus all’epidemia spagnola del 1918 non è stata una grande idea. Così come aggiornare con scrupolo il numero di contagiati senza ricordare che la maggior parte delle persone (circa l’80%) guarisce dalla malattia senza bisogno di cure speciali. Inevitabile poi la corsa all’acquisto delle mascherine, di gel disinfettanti e prodotti per igienizzare le case, fino all’assalto dei supermercati. In due parole: ansia collettiva.

Da emergenza sanitaria, il coronavirus è diventata un'epidemia di insicurezza che si è amplificata di ora in ora con la diffusione incontrollata di notizie non vere o poco chiare.

“La paura di un'epidemia è antica quanto l'uomo – ha spiegato Enrico Zanalda, Presidente della Società Italiana di Psichiatria -, e in questo caso è amplificata dalla diffusione velocissima di notizie parziali, quando non addirittura false, che può causare un crollo di fiducia nei rapporti tra le persone e nelle Istituzioni".

Pesa poi il fatto che "il virus sta avendo un impatto violento sulla vita quotidiana, modificando le nostre vite e provocando l'annullamento o la posticipazione di centinaia di migliaia di eventi minori, ma importanti nella vita delle persone, dai compleanni ai battesimi", aggiunge Zanalda.

Da queste conclusioni, la Società italiana di Psichiatri (SIP) ha deciso di divulgare 7 regole per affrontare e vincere la paura generata dalla circolazione di notizie infondate o non vagliate accuratamente.

  1. Attenersi alle comunicazioni ufficiali delle autorità sanitarie;
  2. Riconoscere che le cose "spaventose" che attraggono la nostra attenzione non sono necessariamente le più rischiose, è il primo passo verso la consapevolezza;
  3. Contenere la paura, mantenere la calma ed evitare di prendere decisioni fino a quanto il panico non è passato;
  4. Affidarsi solo alle testate giornalistiche ufficiali e autorevoli;
  5. Non fare tesoro di ciò che si intercetta online e sui social media, soprattutto se "condiviso" da amici solo virtuali, che in realtà non si conoscono davvero, e se non accuratamente verificato;
  6. Rivolgersi al proprio medico e non fare domande su gruppi social, chiedendo opinioni;
  7. Se compaiono sintomi come panico, ansia o depressione rivolgersi ad uno specialista al fine di un’adeguata diagnosi.