
Il disturbo schizofreniforme è un disturbo simile alla Schizofrenia per le caratteristiche sintomatologiche, ma si differenzia per la durata dell’episodio, che va da uno a sei mesi, per una minore compromissione del funzionamento sociale o lavorativo della persona (per quanto possa comunque verificarsi), e per la maggiore possibilità di recupero.
Quando un paziente presenta sintomi di schizofrenia e non sono trascorsi i 6 mesi richiesti per la diagnosi, si parlerà di disturbo schizofreniforme. Generalmente, tra il 60 e l’80% di questi pazienti degenera nella schizofrenia. In alcuni casi, i pazienti arrivano a manifestare disturbi bipolari o schizoaffettivi.
Per poter parlare di disturbo schizofreniforme, ci sono alcuni criteri da soddisfare: i sintomi non possono essersi manifestati a causa di farmaci o droghe ricreative. Non possono neanche essere dovuti a problemi medici o psicologici di altra tipologia. La causa esatta del disturbo è sconosciuta.
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), per poter diagnosticare di disturbo schizofreniforme, devono essere soddisfatti i seguenti criteri:
Il primo e avere due o più dei seguenti sintomi, ciascuno presente per una parte di tempo significativa durante un periodo di 1 mese (o meno se si trattati con successo). Almeno uno dei seguenti sintomi deve essere presente:
Inoltre, un episodio del disturbo dura almeno 1 mese, ma meno di 6 mesi. Quando la diagnosi deve essere posta senza attendere il recupero completo, dovrebbe essere qualificata come ‟provvisoria”.
Infine, il disturbo schizoaffettivo, il disturbo depressivo e il disturbo bipolare con caratteristiche psicotiche sono state escluse perché:
Da ultimo, il disturbo non è attribuibile agli effetti fisiologici di un sostanza o un’altra condizione medica.
Il recupero del benessere psicologico passa per un intervento tempestivo che può comportare un ricovero ospedaliero per gli episodi psicotici acuti, una terapia farmacologica per il contenimento dei sintomi più invalidanti, un trattamento di riabilitazione psicosociale per la sintomatologia negativa (ritiro sociale, disinvestimento delle normali attività di vita quotidiana, ecc.) e un trattamento psicoeducativo per i familiari finalizzato a una migliore gestione della malattia e al tempestivo riconoscimento dei segni di recidiva.