Cos’è il disturbo schizofreniforme e qual è la differenza con la schizofrenia

Il disturbo schizofreniforme è simile alla schizofrenia e in alcuni casi la precede. Per questo motivo, è utile riconoscerlo e contattare subito uno specialista, in modo da intervenire con i trattamenti più utili.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Dott.ssa Samanta Travini Psicologa Psicoterapeuta
27 Maggio 2022 * ultima modifica il 27/05/2022

Il disturbo schizofreniforme è un disturbo simile alla Schizofrenia per le caratteristiche sintomatologiche, ma si differenzia per la durata dell’episodio, che va da uno a sei mesi, per una minore compromissione del funzionamento sociale o lavorativo della persona (per quanto possa comunque verificarsi), e per la maggiore possibilità di recupero.

Disturbo schizofreniforme

Cos’è

Quando un paziente presenta sintomi di schizofrenia e non sono trascorsi i 6 mesi richiesti per la diagnosi, si parlerà di disturbo schizofreniforme. Generalmente, tra il 60 e l’80% di questi pazienti degenera nella schizofrenia. In alcuni casi, i pazienti arrivano a manifestare disturbi bipolari o schizoaffettivi.

Per poter parlare di disturbo schizofreniforme, ci sono alcuni criteri da soddisfare: i sintomi non possono essersi manifestati a causa di farmaci o droghe ricreative. Non possono neanche essere dovuti a problemi medici o psicologici di altra tipologia. La causa esatta del disturbo è sconosciuta.

I sintomi

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), per poter diagnosticare di disturbo schizofreniforme, devono essere soddisfatti i seguenti criteri:

Il primo e avere due o più dei seguenti sintomi, ciascuno presente per una parte di tempo significativa durante un periodo di 1 mese (o meno se si trattati con successo). Almeno uno dei seguenti sintomi deve essere presente:

  1. Deliri
  2. Allucinazioni
  3. Eloquio disorganizzato
  4. Comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico
  5. Sintomi negativi( abulia, diminuzione dell’espressione nelle emozioni)

Inoltre, un episodio del disturbo dura almeno 1 mese, ma meno di 6 mesi. Quando la diagnosi deve essere posta senza attendere il recupero completo, dovrebbe essere qualificata come ‟provvisoria”.

Infine, il disturbo schizoaffettivo, il disturbo depressivo e il disturbo bipolare con caratteristiche psicotiche sono state escluse perché:

  1. Non si sono verificati episodi depressivi maggiori o maniacali in concomitanza con la fase attiva ei sintomi, oppure
  2. Gli episodi di alterazione dell’umore si sono verificati durante la fase attiva dei sintomi, essi si sono manifestati per una parte minoritaria della durata totale dei periodi attivi e residui della malattia.

Da ultimo, il disturbo non è attribuibile agli effetti fisiologici di un sostanza o un’altra condizione medica.

Come si tratta

Il recupero del benessere psicologico passa per un intervento tempestivo che può comportare un ricovero ospedaliero per gli episodi psicotici acuti, una terapia farmacologica per il contenimento dei sintomi più invalidanti, un trattamento di riabilitazione psicosociale per la sintomatologia negativa (ritiro sociale, disinvestimento delle normali attività di vita quotidiana, ecc.) e un trattamento psicoeducativo per i familiari finalizzato a una migliore gestione della malattia e al tempestivo riconoscimento dei segni di recidiva.

Laureata in psicologia clinica dello sviluppo e neuropsicologia, si occupa di sostegno psicologico per individui, coppie e famiglie con particolare attenzione altro…