Dai sogni dell’imperatore all’incredibile addio tra Marina Abramović e Ulay: è il fascino eterno della Grande Muraglia Cinese

Patrimonio dell’Unesco dal 1987, The Great Wall è un capolavoro architettonico, ingegneristico e artistico. Costruita ininterrottamente dal III secolo a.C. fino al XVII secolo d.C., la Muraglia è lunga oltre 8mila chilometri, se però consideri tutte le sue ramificazioni supera anche i 20mila chilometri: la metà dell’intera circonferenza terrestre.
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Dicevano che la si potesse vedere dallo spazio, addirittura dalla Luna, anche se poi, come tante altre, pure questa si è rivelata una fake news. La Grande Muraglia Cinese tuttavia non ha bisogno di nessuna iperbole che ne rafforzi la grandezza.

Lo fanno già i suoi numeri. Se ci fermiamo al 2009, le stime ufficiali del Governo Cinese sostenevano che il serpentone si estendesse per 8850 chilometri, come la distanza che separa Milano da Kinshasa, la capitale del Congo.

Le stime sulla sua estensione variano a seconda delle misurazioni, chilometro più e chilometro meno. Se però immagini la Muraglia nel suo complesso, allora le dimensioni cambiano. Contemplando tutte le sezioni e le ramificazioni conosciute, arriviamo a 21.196 km: poco più della metà dell’intera circonferenza terrestre.

La Grande Muraglia fu costruita ininterrottamente dal III secolo a.C. fino al XVII secolo d.C. e dobbiamo la sua costruzione all'imperatore Qin Shi Huang: forse non lo conosci per il suo nome ma per un’altra sua grande opera, il famosissimo esercito in terracotta composto da oltre 8mila guerrieri.

Come puoi capire, insomma, l’imperatore fu un uomo d’armi e la costruzione della Muraglia nacque dall’intento di erigere una fortificazione, un complesso e solido sistema di difesa composto da mura, fortezze e torri che proteggesse dagli attacchi nemici e preservasse la cultura cinese.

Oltre che un capolavoro ingegneristico e, perché no, artistico, la Grande Muraglia è prima di tutto un simbolo. Nata come architettura militare, è diventata presto una proprietà culturale, il riflesso dell’orgoglio di un popolo per la propria cultura e tradizioni. Estendendo la sua originaria natura militare, è un’opera che identifica la determinazione dell’uomo a resistere alle difficoltà della storia.

Alcune sezioni sono state realizzate in mattoni e pietre scolpite, altre con argilla o terra rinforzata con i rami degli alberi e più di un milione di persone, nei secoli, hanno contribuito alla sua costruzione, senza contare quelli che hanno perso la vita durante i lavori.

La Grande Muraglia è vecchia, anzi no, è antica. Oltre 20 stati e dinastie hanno lavorato alla sua realizzazione, ha attraversato il tempo e le epoche, ha visto l’uomo crescere, migliorare, distruggersi e rinascere. È uno dei nonni dell’umanità e, come tale, conserva la sua ricchezza nell’autenticità.

Tutti gli elementi che la costituiscono sono ancora oggi nella loro posizione originale e anche tutti i sistemi di difesa hanno mantenuto la stessa disposizione storica. E non pensare che la Muraglia sia una ferita al maestoso paesaggio cinese. Attraversa montagne, deserti e praterie e si integra in modo elegante e perfetto con il mondo circostante

Potrei raccontarti tanti miti e leggende avvenuti all’ombra della Grande Muraglia. Storie di padri che ritrovano figli, storie di amori tra donne e schiavi lavoratori alla gigantesca opera. Quella che scelgo di raccontarti non appartiene al passato, bensì al nostro presente.

La protagonista è l’artista serba Marina Abramović. Insieme all’amore della vita, il fotografo Frank Uwe Laysiepen meglio noto come Ulay, progettò l’opera The Lovers. L'idea era semplice e geniale: volare in Cina e percorrere la Grande Muraglia separatamente, partendo dalle due estremità opposte per poi incontrarsi a metà, e una volta ricongiunti, sposarsi.

La vita però prese una strada diversa. L’amore tra Marina e Ulay arrivò al capolinea prima di partire e nell'estate dell'87 percorsero comunque la Grande Muraglia. Lei partì dall'estremità a ovest e per 90 giorni attraverso e montagne della Cina orientale, lui partì invece da est, dal deserto del Gobi.

Camminarono per tre mesi in solitaria e quando si raggiunsero si abbracciarono e quando si staccarono si guardarono negli occhi e ripresero a camminare, nella direzione opposta da cui erano venuti. Dopo migliaia di chilometri, Marina e Ulay si dissero addio lì, sulla Grande Muraglia e non si videro mai più per i successivi 22 anni.

Ti ho dato qualche buon motivo per mettere la Muraglia Cinese nella tua lista?

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Giornalista fin dalla prima volta che ho dovuto rispondere alla domanda “Cosa vuoi fare da grande”. Sulla carta, sono pubblicista dal altro…