Non è solo una delle Sette Meraviglie del Mondo: il Taj Mahal è il trionfo dell’equilibrio e delle geometrie perfette

Situato nella cittadina indiana di Agra, sulla riva destra del fiume Yamuna, il mausoleo è secondo molti uno dei massimi esempi dell’arte musulmana in India. Oltre alla famosa cupola, circondata da quattro minareti marmorei, ci sono una moschea, un giardino, una casa degli ospiti e una piscina dove l’intera struttura si specchia in un meraviglioso gioco di riflessi: elementi tutti incastrati in una simmetria perfetta.
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Rubrica a cura di Kevin Ben Alì Zinati
20 Aprile 2021

Può piacerti l’improvvisazione, come quella dei musicisti che si inseguono durante una jam session, oppure potresti amare l’imprevisto e la discontinuità di un paesaggio montuoso, fatto di cime aguzze e vallate scoscese alternate dall’azione casuale del tempo.

Se ti trovassi in mezzo al Taj Mahal, una delle Sette Meraviglie del Mondo realizzata dalla mano dell’uomo secoli addietro nella cittadina indiana di Agra, troveresti un senso di pace e armonia nelle architetture simmetriche e nelle geometrie ripetute e ordinate.

Un po’ di storia

Nella tua immaginazione, il Taj Mahal fa rima con l’enorme cupola circondata, come guardiani silenziosi, da alti e imponenti minareti. In realtà il Taj Mahal è molto di più: è un complesso architettonico assai ampio che comprende un mausoleo, una moschea, un giardino e anche una “casa degli ospiti”.

Risiede nella cittadina indiana di Agra, sulla riva destra del fiume Yamuna e secondo molti è uno dei massimi esempi dell’arte musulmana in India.

Fu l’imperatore indiano Shah Jahan a dare il via ai lavori. La moglie del sovrano, la persiana Mumtaz Mahal, morì nel 1630 dando al mondo il loro quattordicesimo figlio. Jahan, per cristallizzare l’amore che l’aveva legato alla donna, decise così di erigere un’opera maestosa, eterna al passare del tempo.

Chiamò migliaia di muratori, scalpellini, intagliatori e artigiani cui fece lavorare oltre 28 diversi tipi di pietre preziose: nel 1654 il mausoleo funebre venne ultimato e lasciato in eredità all’umanità.

L’unione dei due mondi

Come ti ho raccontato prima, il Taj Mahal è composto da cinque elementi principali: passi attraverso il portone (il cosiddetto darwaza), ti perdi nel bageecha, il giardino, respiri la spiritualità della moschea (o masjid), visiti il jawab, la casa degli ospiti per trovarti poi al cospetto dei cenotafi di Shah Jahan e di Mumtaz Mahal, posti al centro del mausoleo in una stanza a forma ottagonale.

Sì, il mausoleo è il gioiello indiscusso del Taj Mahal. È una struttura composta da cinque cupole: quattro più piccole ad accerchiare la cupola centrale, più grande, poco più piccola di quella di San Pietro: pensa che nel suo punto più alto sfiora i 70 metri di altezza.

Molti storici e architetti sono convinti che l’architettura del mausoleo abbia un significato ben preciso. La struttura quadrata della base, a contatto con il terreno e su cui poggia il mausoleo rappresenterebbe il mondo materiale, la cupola centrale, perfetta e lanciata verso il cielo, sarebbe l’emblema della divinità mentre l’edificio ottagonale posto a metà equivarrebbe invece all’uomo, il punto di incontro tra i due mondi.

Il tempo, le bombe e l’inquinamento 

Un edificio eterno al passare del tempo: così ti ho definito prima il Taj Mahal, celebrazione dell’amore imperituro dell’imperatore per la moglie scomparsa prematuramente.

L’imponente mausoleo è arrivato intatto fino a noi, anche se non ha avuto vita facile. Oltre all’azione erosiva del tempo, ha dovuto guardarsi anche da quella distruttiva delle bombe.

Nel 1942, infatti, il Governo indiano fu costretto a mettere in piedi una gigantesca impalcatura attorno all’intera struttura per difenderla dai danni degli attacchi aerei della Seconda Guerra Mondiale e anche durante la guerra tra India e Pakistan, tra il 1965 e il 1971, il Taj Mahal dovette difendersi dalle esplosioni e dai bombardamenti.

Negli ultimi anni, il nemico del Taj Mahal è stato un altro, molto più silenzioso ma altrettanto inesorabile: l’inquinamento. Le polveri sottili e lo smog, infatti, hanno contribuito ad ingiallire il marmo dell’edificio e dei suoi minareti.

Tutto è simmetrico

Ordine, perfezione, simmetria nella distribuzione degli spazi pieni e vuoti. Questa è l’essenza del Taj Mahal.

Gli alti e marmorei minareti sono posti ai quattro angoli della base e delimitano un quadrato dentro cui domina il mausoleo con la sua altissima e splendida cupola.

Di fronte, una lunga piscina centrale riflette l’intero edificio creando un meraviglioso e affascinante gioco di finzione contro realtà.

I giardini sono ordinatamente divisi in quattro quadrati uguali da due canali che si incrociano nel mezzo e all’interno di ciascuno ci sono fiume di alberi e fiori.

La moschea e la casa degli ospiti risiedono alla destra e alla sinistra del mausoleo e conferiscono equilibrio e armonia all’intera architettura.

La simmetria del Taj Mahal, però, ha un’eccezione, che potresti notare entrando nella sala ottagonale al centro del mausoleo. La tomba dell’imperatore Shah Jahan, infatti spezza un po’ l’incantesimo di una geometria perfetta dal momento che si trova spostata un po’ più a ad ovest rispetto all’asse centrale.

Molti si sono chiesti il perché di questa scelta e alcuni hanno addirittura pensato che la strana posizione dipenda dal fatto che l’imperatore Shah Jahan avesse fatto costruire il mausoleo per la moglie ma che in realtà non avrebbe mai voluto fosse la sua casa per l’eternità.

La verità non la sappiamo ma di una cosa puoi star certo. La scelta non è causale e avrà un significato ben preciso. Un ordine, una simmetria che ancora tutta da scoprire.

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Giornalista fin dalla prima volta che ho dovuto rispondere alla domanda “Cosa vuoi fare da grande”. Sulla carta, sono pubblicista dal altro…