Sai dove si nasconde la meraviglia di Petra, la città scolpita nella roccia della Giordania?

Petra non è solo un sito archeologico a oltre 200 chilometri da Amman costituito da oltre 800 monumenti tra tombe, templi, monasteri e strade. È una città letteralmente scavata, cesellata e incastonata nella roccia arenaria della Giordania e uno dei tesori più incredibili della storia dell’uomo.
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Uno dei più grandi tesori della nostra storia è anche uno di quelli che nessun ladro potrà mai rubare. D’altronde, come potrebbe, qualcuno, portarsi via un’intera parete di roccia? O un monastero scolpito e incastonato nella pietra arenaria della Giordania?

Questa è Petra, la città realizzata per metà secondo i canoni tradizionali, quindi con fondamenta solide ben ancorate nelle viscere del terreno, e con l’altra metà scolpita letteralmente nella montagna, con tombe, templi e monasteri ricavati dalla rossa roccia.

Ti starai chiedendo perché Petra è un tesoro. Potrei dirti che la sua ricchezza sta nell’elaborato sistema di irrigazione messo in piedi dai Nabatei. Provenienti dall'Arabia antica, furono un popolo all’avanguardia dal punto di vista dell’intelligenza tecnologica.

Pensa che crearono una fitta rete di canali, tunnel e cisterne, a cielo aperto e sotterranee, con cui costruirono un vero e proprio acquedotto: raccogliendo le poche piogge stagionali che davano tregua alla costante siccità, riuscirono a ridistribuire le risorse idriche alla città prosperando a lungo.

Il valore della città potrebbe anche risiedere nella sua affascinante storia recente. Gran parte del merito va a un ricercatore svizzero, Jacques Burckhardt, che riscoprì Petra nei primi anni dell’800 dopo un’esplorazione piuttosto rocambolesca: dovette fingersi arabo, travestirsi e ingannare diverse guide e residenti per inseguire e raggiungere il mito della città perduta.

Forse la meraviglia che contraddistingue Petra devi cercarla nelle rocce che abbracciano e sorreggono la famosa “facciata”, il Tesoro del Faraone. Se hai visto qualche film di Indiana Jones probabilmente sai già di cosa sto parlando: una parete alta quasi 40 metri dentro cui è scolpita la monumentale facciata fatta di colonne e capitelli, frontone e timpano e decorazioni realizzate con una maestria emozionante.

Secondo la leggenda, un faraone egizio, impegnato in una dura guerra con gli israeliti, nascose qui le sue ricchezze, precisamente nell’urna che vedi al centro della facciata.

Devo frenare subito la tua fantasia: abbiamo controllato e lì dentro, purtroppo, non c’è nulla, nemmeno il Santo Graal come fantasticava il film di Steven Spielberg sull'archeologo più famoso del cinema.

In realtà la facciata è “solo” la tomba del re nabateo Aretas III e anche al suo interno non aspettare di trovarci granché. Alla faccia di tutte le leggende, però, il vero tesoro sta tutto lì, nella perfezione della roccia scolpita dalla mano dell’uomo.

Com’è che si dice, a volte: il viaggio conta più della metà? E allora Petra forse vale la pena per il cammino che ti ci porta. Si chiama Siq ed è una gola di oltre un chilometro con pareti di roccia alte più di 200 metri che termina con lo scorcio mozzafiato sulla facciata.

So che potresti pensarlo, ma anche se può sembralo, il Siq non è un canyon scavato dall’acqua ma una faglia geologica prodotta dalle forze tettoniche.

Ma a ben guardare, non è nemmeno una faglia. È un viaggio serpeggiante nel cuore della montagna, una processione mistica e rigorosamente lenta attraverso secoli di storia che porta dritti alla fonte dello stupore.

Passato il Siq, la strada si allarga e ai lati si allungano più di quaranta tombe di architettura assira e scavate nella roccia. Se alzi lo sguardo verso le colline di Petra, invece, troveresti il Monastero, un edificio anch’esso cesellato nella montagna, molto più grande della “facciata” e costruito tra il II e il I secolo a.C. per ospitare le spoglie del re nabateo Obotas.

Potrei elencarti tutti gli altri 800 motivi per cui Petra è un capolavoro, uno dei patrimoni riconosciuti dall’Unesco e una delle Meraviglie del Mondo. Potrei dire tante cose, tu però potresti farne una, la più importante: andarci.

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Giornalista fin dalla prima volta che ho dovuto rispondere alla domanda “Cosa vuoi fare da grande”. Sulla carta, sono pubblicista dal altro…