Il Grand Canyon, l’incredibile “cicatrice” che rende ancora più affascinante il nostro Pianeta

Scavato dall’azione erosiva del fiume Colorado, il Grand Canyon attraversa per oltre 440 chilometri lo stato dell’Arizona. È nato circa 6 milioni di anni fa, nel corso dei secoli è stata la casa di diverse popolazioni di uomini primitivi, le sue rocce sono testimoni di miliardi di anni della storia geologica del nostro Pianeta con le sue alture, le gole e i colori è diventato uno dei luoghi più iconici del mondo. Serve un altro motivo per spiegare perché è tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco?
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Rubrica a cura di Kevin Ben Alì Zinati
2 Febbraio 2021

Che rapporto hai con le tue cicatrici? Ognuno di noi porta con sé le sue. Ci sono quelle che ti ritrovi sul corpo e di cui ricordi nulla, segni che si aggiungono al libro ma che non aggiungono molto alla tua storia.

Poi ci sono le altre. Quelle indelebili, riflessi di un cambiamento imposto e non scelto, che allo specchio ti danno il buongiorno e ti ricordano di quella volta lì, di quello spigolo, di quell’incidente con cui ti sei ritrovato a dover convivere. Altre volte le cicatrici sono affascinanti, danno a un viso un ché di intrigate e misterioso, un’imperfezione che può pure piacere.

Chissà che cosa pensa la Terra della sua cicatrice. È profonda quasi un chilometro e mezzo e a seconda del punto in cui la osservi può variare di larghezza: i suoi 500 metri, in alcuni tratti, si allargano addirittura fino a 30 chilometri.

Secondo alcuni risale a più di 6 milioni di anni fa (anche se qualcun altro azzarda a dire che se l’è procurata molti anni più addietro, circa 70 milioni) e soprattutto è una cicatrice infinita: corre per oltre 440 chilometri nel cuore dell’Arizona disegnando un paesaggio di rocce e colori che un uomo farebbe fatica solo a immaginare.

La "cicatrice" della nostra Terra non sfregia il volto sopra cui vive, semmai lo arricchisce. Non è un caso se l’Unesco ha inserito il Grand Canyon nei suoi patrimoni dell’Umanità.

Grand Canyon. Al solo pensiero avrai subito immaginato cartoline meravigliose, uomini e donne seduti sul ciglio di un dirupo: le gambe a penzoloni nel nulla, lo sguardo rivolto all’infinità della roccia ora rossa ora marrone, ora rosa ora viola, i sogni che prendono il volo sopra gli altipiani, alle montagne che lasciano il posto a deserti, alle sue foreste e alle pianure, ai flussi d’acqua e le cascate. Ma il Grand Canyon non è solo un paesaggio mozzafiato.

Potremmo definirlo una sorta di macchina del tempo. Nei suoi oltre 4mila chilometri quadrati di estensione contiene alcune delle più antiche rocce esposte sulla Terra. Tra queste ci sono le cosiddette Vishnu Basement Rocks: si trovano vicino al fondo della gola interna, si sono originate circa 1,7 miliardi di anni fa quando il magma si è indurito.

E non sbaglieremmo se dicessimo che per un bel po’ di tempo è stata la culla della nostra vita. Hai presente com’è fatto? È una gola profonda quasi 2 chilometri scavata nel corso dei secoli dall’azione erosiva del fiume Colorado. In mezzo alle sue mastodontiche rocce, gli archeologi hanno ritrovato punte di lancia di pietra, rovine e anche statuette forma di cervo e pecora. Il Grand Canyon è stata la casa di popolazioni di umani preistorici, che trovarono riparo tra le sue rocce circa 10-12mila anni fa, durante l'ultima era glaciale.

È un luogo incredibile, tanto che possiede pure un clima tutto suo. Nel senso che gli improvvisi cambiamenti di altitudine impattano sulla temperatura e sulle precipitazioni: potrebbe capitarti quindi di passare da un sole alto e caldo a un vento gelido e qualche goccia di pioggia solo spostandoti da un'altura all'altra.

Non sapremo mai che cosa pensa la Terra. Eppure potremmo azzardare: la sua cicatrice appartiene all'ultima categoria che ti ho descritto. Quelle che, un corpo, un volto, lo arricchiscono. Ci piace pensare che, in fondo, alla Terra piace la sua cicatrice.

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Giornalista fin dalla prima volta che ho dovuto rispondere alla domanda “Cosa vuoi fare da grande”. Sulla carta, sono pubblicista dal altro…