Due tumori e un robot. Quello che potrebbe suonarti come il titolo di un nuovo romanzo in realtà rappresenta il cuore della storia clinica di un uomo di 75 anni di origini marchigiane.
Giunto all’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola di Bologna in condizioni di salute precarie, è stato operato e salvato con l’asportazione di due carcinomi maligni, rispettivamente nel rene sinistro e nel colon destro, grazie alle braccia di Hugo, la nuova piattaforma robotica chirurgica di cui si è dotato da tempo il nosocomio bolognese.
L’intervento, riuscito alla perfezione, è stato eseguito a marzo e ha avuto uno svolgimento particolare perché ha richiesto alle équipe mediche di rimuovere il rene sinistro (colpito da un carcinoma renale papillare) e il colon destro (affetto invece da un adenocarcinoma) nel corso della stessa seduta operatoria.
Un approccio innovativo che è stato reso possibile grazie alla flessibilità e alla precisione della piattaforma robotica che, come puoi intuire, ha offerto altri grossi vantaggi.
Sì, perché l’utilizzo del robot chirurgo è decisamente meno invasivo, riduce il trauma per il paziente e gli permette, di conseguenza, una ripresa più facile e rapida.
Il caso dell’uomo marchigiano di 75 anni testimonia un ulteriore progresso nella storia di integrazione di queste nuove tecnologie nel mondo della chirurgia: strumenti innovativi capaci di avviare una vera e propria rivoluzione medico-scientifica.
Sì, perché grazie ai robot chirurghi si può davvero pensare di ridurre significativamente la necessità di interventi chirurgici di revisione, i tassi di infezione, le complicanze e quindi anche la durata dei ricoveri.
Questi nuovi approcci, come ti accennavo prima, garantiscono poi una minore invasività e una maggiore comodità di manovra per i chirurghi, un beneficio che ricade tanto anche sul paziente sia in termini di riduzione del dolore post-operatorio che di una più veloce ripresa dell’autonomia.
Il sistema “Hugo” utilizzato nelle sale operatorie del Policlinico bolognese, in particolare, è dotato di consolle aperta che permette di migliorare la comunicazione tra il chirurgo e il personale di sala e la sua capacità di supervisionare con i propri occhi ciò che succede al tavolo operatorio.
Fonte | Policlinico Sant'Orsola di Bologna