Dal 6 al 9 giugno tutti i cittadini dei Paesi europei potranno votare per l’elezione del nuovo Parlamento europeo. In Italia le elezioni europee si terranno l’8 e il 9 giugno, questa volta potranno votare anche gli studenti fuorisede, con la speranza che questo possa diminuire il tasso di astensione.
Le ultime elezioni europee del 2019 infatti erano state caratterizzate da un’affluenza record trainata dai giovani under25 e nella fascia d’età tra i 25 e i 39 anni, secondo i dati Eurobarometro. I motivi di questa spinta sono stati principalmente due: l’ambiente e l’economia, temi per cui gli elettori hanno percepito che il loro voto sarebbe stato influente. Tutto ciò ha portato a un’affluenza che non si registrava dal 1994: al voto, infatti, è andato il 50,6% degli elettori europei.
L’allora presidente del Parlamento europeo David Sassoli, venuto a mancare a gennaio del 2022, aveva commentato il dato entusiasta: “L'aumento molto significativo della partecipazione alle elezioni europee di maggio dimostra che i cittadini, soprattutto le giovani generazioni, apprezzano i loro diritti democratici e credono che l’Unione europea sia più forte quando agisce all'unisono per rispondere alle loro preoccupazioni”.
Tra i fattori più importanti che hanno smosso intere fasce della popolazione al voto ci sono: l’economia (per i cittadini di 18 paesi è il tema al primo posto), segue il cambiamento climatico (priorità per gli elettori di 8 paesi) e anche la Brexit.
Quindi, non è vero che alle persone interessa poco, o per nulla, dell’Unione europea. Alla base ci sono la volontà di cambiare le cose, ma le istituzioni devono restituire misure efficienti e soprattutto ascolto, per parlare di contenuti.
Con un campione di circa 27.500 cittadini europei, Eurobarometro mostrava come, nel 2019, più della metà degli intervistati concordasse sul fatto che la loro voce conta in UE. Il nostro scopo è quello di mantenere sempre alta questa consapevolezza, per questo motivo abbiamo aperto la rubrica “Che Clima Che Fa”: vogliamo misurare la preparazione dei politici che mandiamo a Bruxelles a prendere le decisioni anche per noi, con la speranza che non si creino più divisioni tra la società civile e le istituzioni, come è successo nel caso degli attivisti ambientalisti o degli agricoltori. Strappi che vanno ricuciti, perché derivano da un'incapacità di comunicare tra le parti. Nel 2024 assumono ancora più importanza, in quanto i cittadini si troveranno a esprimere la propria opinione, e quindi a fare un bilancio personale, sulle politiche previste dal Green New Deal, annunciato da Ursula Von Der Leyen 5 anni fa.
Quest'anno in Italia la situazione delle forze politiche è cambiata, tra partiti che ora hanno scelto di presentarsi in autonomia, mentre prima erano in formazioni uniche, e l'aggiunta di nuove forze politiche. Impariamo a conoscere questo nuovo scenario, per capire insieme "Che Clima Che Fa".
Crediti foto: Consiglio europeo;
Fonte: Eurobarometro;