Enuresi diurna e notturna: cause e rimedi di un problema che può colpire anche gli adulti

L’enuresi, o incontinenza urinaria, è un sintomo presente in età infantile. Può essere diurna quando la perdita di urina è presente durante il giorno, oppure notturna quando l’incontinenza avviene durante il sonno notturno. Colpisce prevalentemente i bambini ma possono esserci casi di enuresi anche in adolescenza e in età adulta, sebbene più raramente.
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Dott.ssa Roberta Kayed Medico chirurgo
16 Luglio 2020 * ultima modifica il 16/07/2020

Quando parliamo di enuresi, ci vengono in mente subito i bambini che “bagnano il letto” nei primi anni di vita e i genitori preoccupati al seguito. Con questo termine ci si riferisce, infatti, all’incontinenza urinaria che però può manifestarsi non solo durante la notte (enuresi notturna), ma anche durante il giorno (enuresi diurna).

Cos’è

L’incontinenza urinaria, o enuresi, è l’incapacità del bambino di controllare lo stimolo di andare in bagno, con la conseguente perdita involontaria di urina. Per parlare di enuresi gli spiacevoli eventi si devono presentare per più di 2 volte al mese. Ci sono un po’ di modi diversi per parlare di enuresi: in base a “quando” e “come”.

In base al “quando” si parla di:

  • Enuresi diurna: il bambino è incontinente durante il giorno.
  • Enuresi notturna: il bambino è incontinente durante la notte.

Secondo il “come” parliamo di:

  • Enuresi primaria: il bambino non ha mai raggiunto la continenza urinaria per un periodo consecutivo di almeno 6 mesi. La maggior parte delle incontinenze primarie sono notturne, cioè il bimbo ha sempre bagnato il letto, anche dopo l’età in cui avrebbe dovuto imparare a svegliarsi per andare in bagno.
  • Enuresi secondaria: il bambino è riuscito a controllare gli stimoli per almeno 6 mesi, ma ha comunque sviluppato enuresi successivamente.

Ovviamente non possiamo parlare d’incontinenza in un neonato e nemmeno in un bimbo molto piccolo. Per parlare di vera e propria enuresi ci sono dei limiti di età, prima dei quali il bimbo fa quello che tutti i bambini fanno.

  • Enuresi diurna. Bisogna aspettare almeno i 5-6 anni di età per fare diagnosi, poiché è in questo periodo che la maggior parte dei bambini impara a controllare gli stimoli durante il giorno.
  • Enuresi notturna. Per la continenza di notte bisogna aspettare fino ai 7 anni circa e anche un po’ di più poiché la maggior parte dei bambini impara a non bagnare più il letto intorno a questa età. Prima di questo intervallo si dice che il bambino “bagna il letto”.

In pubertà, adolescenza ed età adulta

Il problema dell’enuresi riguarda principalmente l’età infantile, infatti, più del 90% dei bambini impara a trattenersi di giorno entro i 5 anni, mentre per la notte ci vuole un po’ più di tempo ma a 7 anni circa l’80% dei bimbi non bagna più il letto.

Detto questo, si possono avere degli episodi anche negli anni successivi, tanto più raramente quanto più si va avanti con l’età, ma si può comunque parlare di enuresi notturna anche in adolescenza ed età adulta.

Il 3% dei ragazzi di 12 anni può presentare incontinenza notturna, così come l’1% dei ragazzi di 18 anni. Una percentuale bassissima degli adulti, lo 0,5%, continua ad avere episodi di enuresi notturna.

Le cause

Le cause di solito sono diverse in considerazione dell’enuresi diurna, notturna, primaria o secondaria.

La maggior parte dei bambini con enuresi notturna non ha mai imparato a trattenersi (enuresi notturna primaria) e questi casi spesso non sono dovuti a cause organiche o fisiche, cioè a qualcosa che “non va” nel corpo. I bimbi che imparano a trattenersi per più di 6 mesi ma poi tornano a bagnarsi (enuresi secondaria) potrebbero avere alcuni problemi da indagare.

Ricordiamo infine che esiste anche la possibilità di non ritrovare alcuna causa che spieghi l’incontinenza.

Le cause dell’enuresi notturna

Nella maggior parte dei casi di enuresi notturna non esistono delle cause chiare che spieghino perché il bambino non sia riuscito a imparare a controllare gli stimoli. Possono coesistere:

  • Familiarità: il bambino è più a rischio di sviluppare enuresi se i genitori hanno avuto a loro volta il problema.
  • Sesso: l’enuresi è più diffusa tra i maschi.
  • Educazione al vasino errata.
  • Difficoltà nello svegliarsi.
  • Vescica: la vescica è sana, ma si contrae comunque prima del tempo, anche senza essere completamente piena, oppure si riempie maggiormente di notte.

In circa il 30% dei casi esistono delle cause che interferiscono con la normale funzione dell’apparato urinario.

  • Aumento del volume di urina prodotta dal rene: ad esempio nel diabete mellito, diabete insipido, insufficienza renale.
  • Aumento dell’irritabilità della parete vescicale: come nelle infezioni delle vie urinarie, o nella stitichezza (in questo caso l’intestino comprime la vescica dall’esterno).
  • Anomalie dell’apparato urinario (uretere ectopico, spina bifida).

Le cause dell’enuresi diurna

Le cause più comuni dell’enuresi diurna sono di origine organica e possono essere simili a quelle dell’incontinenza notturna.

  • Irritabilità della parete vescicale.
  • Anomalie di struttura e funzione dell’apparato urinario.
  • Reflusso di urina in vagina: alcune bambine possono avere un reflusso di urina nella vagina se si siedono con le gambe chiuse quando urinano. In questi casi, un po’ di urina può gocciolare dalla vagina quando si alzano in piedi.
  • Abuso sessuale: è una causa rara ma troppo importante per essere sottovalutata.

I sintomi

Innanzitutto ricordiamo che l’enuresi non è una malattia di per sé, bensì un sintomo cioè la manifestazione di una malattia che può esistere alla base.

Inoltre, si chiama enuresi:

  • Monosintomatica: se c’è solo la perdita di urina durante il sonno.
  • Complessa: quando sono associati altri disturbi (urinari e non), che possono far parte della malattia di base (come ad esempio le infezioni o il diabete).

I sintomi associati possono essere:

  • Polidipsia (aumento della sete)
  • Disuria (difficoltà alla minzione)
  • Poliuria (aumento del volume urinario)
  • Pollacchiuria (aumento della frequenza)
  • Stitichezza
  • Prurito rettale
  • Infezioni genitali (uretriti e vaginiti)
  • Urgenza e sforzo

Quando preoccuparsi

È bene fare molta attenzione se il bambino ha dei sintomi associati, oltre all’incontinenza di per sé, poiché ci possono far sospettare la presenza di condizioni da identificare molto presto e trattare adeguatamente. Questi sintomi sono:

  • Segni o sospetto di abusi sessuali. Può essere difficile identificali, ma è doveroso farlo se c’è il sospetto.
  • Sospetto di diabete: sete eccessiva, aumento del volume urinario e perdita di peso.
  • Incontinenza primaria diurna oltre i 6 anni di età.
  • Segni di difetti neurologici: soprattutto agli arti inferiori.

I rimedi

Come per tutto in medicina, quando possibile, i rimedi si devono basare sulle cause alla base del problema. E così per l’enuresi.

Come abbiamo già detto però, in molti casi non possiamo trovare la causa, ma trattare l’enuresi è ovviamente allo stesso modo importante per alleviare l’imbarazzo del bambino e la frustrazione dei genitori. È quindi bene seguire alcuni accorgimenti che aiutino il bimbo ad avere fiducia nelle sue capacità.

  • Comportamento positivo. Il più importante. È inutile, anzi, controproducente e dannoso punire e svalutare il bambino: già lui stesso capisce che c’è qualcosa che non va, anche senza che i genitori “rincarino la dose”. In questo senso bisogna sempre adottare un comportamento collaborante e di rinforzo positivo, che faccia capire al bambino di poter migliorare.
  • Diario giornaliero. Scrivere un diario sulle abitudini urinarie può essere utile per indirizzarsi su quale trattamento sia meglio adottare. È un resoconto scritto su orario, frequenza, urgenza e volume urinario (circa, non c’è bisogno di misurarlo!)

I rimedi per l’enuresi notturna

Spesso l’enuresi notturna non ha delle cause identificabili e si presenta solo con il sintomo dell’incontinenza, senza altri problemi. In questi casi, e solo in questi casi, esistono diversi rimedi.

  • Allarme. Consiste in un allarme che si attiva quando il letto si bagna durante il sonno. Può sembrare un rimedio poco ortodosso, ma i risultati si vedono, ovviamente se il bimbo è circondato da un ambiente familiare motivato e non giudicante. Con il tempo, il bimbo impara ad associare il “bagnare il letto” con l’allarme e quindi comincia a svegliarsi prima che questo accada. I casi di ridotta capacità della vescica (evidenziata dal diario) non devono essere trattati con l’allarme.
  • Farmaci: come la desmopressina.

I rimedi per l’enuresi diurna

Nei casi di enuresi diurna può capitare che siano presenti altri sintomi delle malattie sottostanti che devono quindi essere trattati. Si possono comunque adottare degli accorgimenti per aiutare il bambino, sempre però in base alla problematica sottostante.

  • Manovre di ritenzione dell’urina e contenimento dell’urgenza. Sono esercizi che rafforzano non solo lo sfintere uretrale ma anche e soprattutto la consapevolezza del bambino sulle proprie capacità di controllare la vescica.
  • Allungamento degli intervalli di svuotamento. Il bambino cerca di allungare sempre di più i periodi in cui non urina.
  • Modifiche del comportamento. Il genitore oppure un orologio che vibra diventano una sorta di promemoria che insegna al bambino a urinare il più possibile a orari fissi.
  • Posizioni corrette di svuotamento. Alle bambine con reflusso vaginale s’insegna la posizione corretta per urinare, cioè con le gambe un po’ aperte per impedire all’urina di refluire in vagina.
  • Biofeedback. È un trattamento, oltre che per l’incontinenza urinaria, anche per altri problemi che riguardano il pavimento pelvico. Sono esercizi che rafforzano in maniera sinergica i muscoli della pelvi e quelli addominali per una corretta minzione.

Fonti| Manuali MSD; Medscape

Medico-Chirurgo, specializzanda in Anestesia-Rianimazione, Terapia intensiva e del dolore, ha lavorato per diversi anni negli ambulatori di Medicina Generale. Nella pratica altro…
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