GREENHAPPINESS mobilità

Felici e sostenibili: le città devono essere a misura d’uomo e non di auto, la mobilità può fare la differenza

Spostarsi in auto significa inquinare e accumulare stress, ogni giorno. Riscoprire la biciletta, così come lo sharing, permette non solo di tagliare le emissioni ma anche di creare relazioni che possono incrementare il nostro benessere. Le città si dovranno, quindi, modificare di conseguenza per permettere a bici e pedoni di muoversi in serenità.
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Rubrica a cura di Evelyn Novello
2 Maggio 2024
Intervista a Ilaria Fiorillo Cicloattivista e scrittrice

La mobilità è parte integrante della nostra vita. Ci spostiamo da casa per qualsiasi cosa e l'auto sembra essere la soluzione più comoda. Non solo, dal boom economico in poi, possedere un'automobile è diventato anche uno status symbol, una pubblica dichiarazione del tipo di persona che vogliamo essere, o che vogliamo far credere di essere. E così, con il passare degli anni, almeno ogni famiglia si è dotata di un veicolo a motore e le città si sono modellate di conseguenza. Sempre più strade, sempre meno punti di ritrovo, sempre più parcheggi, sempre meno aree verdi. Nonostante questi sforzi, guidare in città rimane uno stress. La semplice idea di dover uscire di casa, soprattutto nelle ore di punta, ci provoca uno sconforto tale da voler preferire qualsiasi alternativa da remoto disponibile. Facciamo shopping online, ci facciamo portare la spesa a domicilio, sempre più persone approfittano dello smart working. Con i servizi di delivery, perfino i ristoranti si scomodano per portarci il cibo a casa.

E così, un po' perché siamo circondati dall'inquinamento e un po' perché ci siamo stancati di imbottigliarci nel traffico cittadino, siamo finiti con il chiuderci tra le mura domestiche. Questo risultato è il frutto di un sistema e di una cultura che non potremo rovesciare dall'oggi al domani, ma, come singolo cittadino, puoi cercare una soluzione per riuscire a spostarti nel modo più sostenibile possibile, un modo che potrà avere effetti positivi anche sul tuo umore. Come sai, con Green Happiness vogliamo dimostrarti che il rispetto per l'ambiente può andare di pari passo con la felicità individuale e collettiva e in questa terza puntata ti spiegheremo perché ciò può avvenire anche nel campo della mobilità.

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Più biciclette, più relazioni

Pensaci un attimo: mentre sei in auto non hai modo di interfacciarti con nessun altro, se non con l'automobilista di fianco a te con cui puoi interagire solo a suon di clacson. La verità è che non ti godi davvero la città. Non riesci ad ammirare le belle facciate dei palazzi o gli scorci pittoreschi tra le vie, non senti il profumo delle brioches appena sfornate nei bar o quello delle bancarelle di fiori freschi. Non alzi mai lo sguardo e non sai nemmeno come sono decorate le case o i giardini che si trovano lungo il percorso che fai ogni giorno per andare al lavoro. Hai idea di quanto questi dettagli potrebbero influire positivamente sul tuo umore se provassi ad abbandonare quel mezzo di trasporto?

La biciletta è l'unico mezzo che rende felice chiunque.

Ilaria Fiorillo

Forse concepisci la bicicletta solo come il primo mezzo che iniziano a guidare i bambini o come quello che ritornano a usare gli anziani nei paesi, ma ciò che forse ti sfugge è tutto ciò che si viene a creare attorno all'utilizzo di questo strumento così antico e sottovalutato. Un'esperta sotto questo punto di vista è Ilaria Fiorillo, cicloattivista e scrittrice, che ha riscoperto Milano grazie alle due ruote, una città affollata e frenetica che assume un altro aspetto solo quando noi stessi cambiamo prospettiva attraverso cui vederla. Ciò che racconta è uno stile di vita completamente diverso in cui il benessere è al primo posto. "La parola chiave è “felicità” – ci racconta – La biciletta è l’unico mezzo di trasporto che può rendere felice chiunque, lo vedo tutti i giorni nei visi di chi incontro per strada. I benefici sono tantissimi, per prima cosa, l'attività motoria genera endorfine, poi spostandoti autonomamente non devi sottostare agli orari dei mezzi pubblici o alle lunghe attese che si formano ai semafori. Allo stesso tempo riesci a vivere la città proprio diversamente".

Ciò che influisce tanto, però, è anche l'assenza di barriere. Interazione sociale, chiacchiere e nascita di nuove relazioni sono all'ordine del giorno per chi si sposta sempre in bici, cosa che non può avvenire tra automobilisti. "La cosa più bella è che ci si inizia a conoscere fin da subito – racconta Ilaria. –  Anche nelle grandi città, le persone che fanno in bici lo stesso percorso non sono tantissime. Impari a riconoscerle dalla bici, da come si vestono, dalle decorazioni e dai fiori che mettono sul loro cestino. Si crea una piccola comunità e in questo modo le strade tornano a essere quello che erano una volta: un luogo di incontro".

Sharing e trasporto ibrido

Abbiamo detto che l’urbanistica in Italia è pensata per l’automobile, per questo in alcuni casi usare solo la bici è davvero impossibile. In questi casi, la soluzione può essere quella dell'intermobilità. "Puoi pensare, ad esempio, alla combo biciletta + treno, bici + metropolitana, o anche auto + treno – suggerisce Ilaria. – Molte città si stanno muovendo in questo senso. Nelle stazioni stanno nascendo delle velostazioni, parcheggi per le bici sorvegliati da telecamere che all’estero sono già una realtà consolidata. In questo modo puoi salire sul treno con la bici o, al contrario, lasciarla in stazione e prenderla per muoverti in città".

Immagino un mondo in cui le uniche auto in circolazione sono quelle in sharing.

Ilaria Fiorillo

E se non hai una bici? Sia per l'auto che per la bicicletta, lo sharing dà una mano. "Ci sono tantissime persone che affittano la bici, un primo passo per cambiare le abitudini – confessa Ilaria. – Se proprio senza auto, poi, il viaggio sarebbe troppo scomodo, lo sharing ti può salvare di nuovo. Immagino un futuro in cui tutte le auto in circolazione sono solo quelle affittate. Per non parlare poi dei costi del possedere un'auto, se la usi in condivisione puoi prenotarla e usarla solo quando ne hai davvero bisogno. Anche in questo caso, come per l'uso della bici, l'aspetto relazionale è importante perché può essere un'occasione per conoscere persone nuove, è uno di quegli spazi di relazione di cui abbiamo bisogno".

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Un mondo su misura di automobile non può esserlo anche su misura di pedone. Se ti guardi attorno noterai come gran parte degli spazi siano dedicati alle auto e questo limita fortemente l'organizzazione urbana. "I bambini non hanno più modo di giocare all'aperto, le piazze in cui si ritrovavano gli anziani ora sono dei parcheggi – conclude Ilaria. – Ci servono città in cui si possono vivere le strade in serenità senza essere circondati da macchine. Le persone devono viverle le città, abitarle davvero. Riprendiamoci il nostro spazio".

Questo articolo fa parte della rubrica
Dalle campagne novaresi sono approdata a Milano per immergermi nel mondo della comunicazione e per alimentare quella passione per la scrittura altro…