GREENHAPPINESS turismo

Felici e sostenibili: il turismo a km0 può essere la soluzione che riduce le emissioni e ti regala benessere (non solo in vacanza)

Il segreto per fare una vacanza sostenibile ed essere davvero felice è, da una parte prediligere il turismo a km zero o il cicloturismo e, dall’altra, combattere per riqualificare il territorio in cui vivi. Una buona fetta delle ragioni per cui vuoi partire è composta dall’insoddisfazione per la realtà che ti circonda ma questo potrebbe essere risolto con un cambiamento dell’urbanistica delle città e degli stili di vita.
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Rubrica a cura di Evelyn Novello
8 Maggio 2024
In collaborazione con Stefano Bartolini, economista e docente di Economia sociale ed Economia della felicità all'Università di Siena e Ilaria Fiorillo, cicloattivista e scrittrice

Ci siamo, è arrivato il momento di prenotare le vacanze estive. Ogni anno il trend cambia: Mykonos, Ibiza, Fuerteventura, Messico, ecc. In qualunque parte del mondo si trovino, i luoghi più in voga ogni estate sono sempre alcuni di quelli già più rinomati e soggetti, quindi, a overturism, il sovraffollamento turistico che causa depauperamento delle risorse naturali. Allo stesso tempo, la calca rende più complessi ogni spostamento, ogni visita a beni culturali o naturali, ogni prenotazione. Insomma, in alcuni casi andare in vacanza diventa quasi più stressante che rimanere in città.

Sicuramente avrai già sentito parlare di "turismo a chilometro zero" ma se non lo conoscessi, consiste nel visitare luoghi non troppo distanti dalla propria abitazione, diciamo entro un raggio di 70 km. Se te ne parliamo oggi, in questa quarta puntata di Green Happiness, è perché le vacanze sono l'esempio perfetto di qualcosa che dovrebbe incidere positivamente sul nostro benessere ma che, alla fin dei conti, sono sintomo di una insoddisfazione personale e concausa di un costante aumento delle emissioni inquinanti.

Se abbiamo così tanta smania di ferie è perché la vita di tutti i giorni non ci rende felici come dovrebbe e il posto in cui viviamo non è né piacevole né sano. Per questo abbiamo voglia di evadere, di affollarci in luoghi naturali che sappiamo essere belli ma che proprio con la nostra presenza andremo a impoverire. Se, invece, imparassimo ad apprezzare e a coltivare la bellezza di ciò che ci circonda ogni giorno non avremo nemmeno la necessità di prendere un aereo per andare dall'altra parte del mondo. Ci basterà uscire di casa.

L'impatto ambientale del turismo

Come avrai capito ormai, questione ambientale e psicologica vanno di pari passo. Per iniziare ad analizzare meglio la prima, secondo un rapporto del 2017 del Servizio Ricerca del Parlamento Europeo, lo sviluppo turistico è causa di eccessivo consumo idrico, inquinamento con rifiuti solidi e liquidi e altri impatti fisici. Il consumo di acqua dolce avviene per tutto ciò che le strutture alberghiere richiedono, tra cui docce, piscine e irrigazioni e, secondo le stime dell'AEA, il consumo d'acqua di un turista è 3/4 volte superiore rispetto a quello di un residente stabile.

Allo stesso modo, la produzione di rifiuti liquidi e solidi supera ampiamente quella dei residenti. Per fare un esempio, nello stesso rapporto si legge che, secondo le stime, a Malta un residente produce una media giornaliera di 0,68 kg di rifiuti solidi urbani contro una media giornaliera di 1,25 kg di un turista in un albergo. Lo smaltimento po' essere un problema perché spesso mancano gli impianti e le discariche volte a contenere il picco di rifiuti che quel luogo genera in alcuni determinati periodi l'anno.

L'impatto fisico del turista comprende anche disboscamenti e utilizzo di suolo per costruire strutture e infrastrutture. Queste costanti attività umane contribuiscono al deterioramento dei terreni, alla perdita di habitat naturali selvaggi e alla distruzione degli ecosistemi locali. Per calcolare l'impronta ambientale del comparto turistico, però, dobbiamo guardare anche alle emissioni di gas a effetto serra che, nel 2017, rappresentavano il 4,9 % delle emissioni mondiali (ma si prevede almeno un loro raddoppiamento entro 25 anni). Il settore più impattante legato al turismo rimane quello dei trasporti, circa il 3,7% delle emissioni mondiali, un numero comprensibile se contiamo che moltissimi spostamenti avvengono ancora in aereo, il mezzo in assoluto più inquinante.

Le vacanze ti rendono davvero più felice?

Le conseguenze ambientali del turismo di massa le abbiamo viste ma per calcolare quelle sul nostro benessere mentale il ragionamento è un po' più complesso. Sia nell'organizzazione che nel corso stesso della vacanza, riservarci una prenotazione, uno spazio in spiaggia, un tavolo al ristorante o anche solo un parcheggio a volte sembra un'impresa titanica che può causare stress, ma ciò a cui dobbiamo fare attenzione è il nostro stato mentale nella vita di tutti i giorni, prima della vacanza estiva.

Le nostre città, come abbiamo visto nella puntata dedicata alla mobilità, sono costruite su misura di automobile. Gli spazi verdi in cui godersi un po' di natura sono scarsi, in questo modo vengono meno quei luoghi di aggregazione in cui è possibile coltivare relazioni sociali. Insomma, i maggiori centri abitati italiani sono inquinati, fatto che ci porta a stare poco all'aria aperta e a spostarci in macchina, cosa che alimenta questo circolo vizioso.

Le vacanze sono spese difensive, quelle che facciamo per compensare il disagio che abbiamo creato.

Stefano Bartolini

Come sostiene il prof. Stefano Bartolini, professore di Economia della felicità all'Università di Siena, "i soldi che spendiamo per spostarci perché non siamo soddisfatti del paesaggio che ci circonda – ci spiega – fanno parte delle cosiddette spese difensive, quelle che facciamo per compensare quel disagio che noi stessi abbiamo creato". Fuggiamo da quartieri senza identità lavorando e consumando sempre di più e in questo modo finanziamo quella che Bartolini definisce l'industria dell'evasione.

città inquinate

"L'industria dell'evasione prospera sul degrado. Le relazioni tese e conflittuali che abbiamo creato nelle nostre città, frenetiche, puzzolenti e rumorose, ci costringono a fughe frequenti verso nature incontaminate, ritmi e relazioni più umane". Che potremmo creare nel luogo in cui viviamo se solo cambiassimo organizzazione urbana e stile di vita.

Un turismo sostenibile

Un cambiamento sarebbe possibile se solo ci prendessimo cura (davvero) dell'ambiente che ci circonda. Vivere circondati dal verde, ben tenuto e sano, rende automaticamente più felici, sia perché favorisce il benessere individuale sia perché incentiva i legami interpersonali. Uno studio condotto a Filadelfia ha avuto come oggetto 500 piccoli appezzamenti di terreno urbano abbandonati e ricoperti di rifiuti e centinaia di cittadini che risiedevano nelle vicinanze. Nei dintorni delle aree pulite e sistemate, a cui sono stati rimossi i rifiuti e fatta manutenzione del verde, i ricercatori hanno constatato un calo del 41% dei sentimenti depressivi e un calo del 51% del senso di inadeguatezza. Considerato questo, un primo passo da fare è sicuramente combattere per la riqualifica dei quartieri cittadini.

Il turismo diventa sostenibile se non si lasciano tracce nel luogo che si va a visitare

Ilaria Fiorillo

Il turismo pensato come evasione inizia a perdere di senso nel momento in cui la zona in cui risiedi cambia aspetto ma, se giustamente desideri spostarti, è importante viaggiare in modo responsabile. Come ha sottolineato Ilaria Fiorillo, cicloattivista e scrittrice, "il turismo diventa sostenibile se non si lasciano tracce nel luogo che si va a visitare. Poter raggiungere il luogo che si vuole con la bici o con i mezzi pubblici può fare la differenza a livello sia sociale che ambientale. Grazie al cicloturismo, ad esempio, stanno rinascendo borghi prima dimenticati perché tanti turisti slow, attraverso percorsi in bici e cammini, li stanno ripopolando. In questo modo, si limita l’overturism e si generano effetti positivi sul territorio".

Riscoprire paesaggi vicino a te che non conoscevi o altri luoghi naturalistici raggiungibili con i mezzi pubblici può essere ciò che ti occorre per avere un momento di svago nel pieno rispetto dell'ambiente. Chi l'ha detto che è indispensabile andare a Fuerteventura quando potresti avere un angolo di paradiso dietro casa?

Fonti | Servizio Ricerca del Parlamento Europeo; Stefano Bartolini, "Ecologia della felicità", 2021, Aboca. 

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Dalle campagne novaresi sono approdata a Milano per immergermi nel mondo della comunicazione e per alimentare quella passione per la scrittura altro…